Gaza

Da sinistra, Yarden Bibas, Keith Siegel e Ofer Calderon

Gli ostaggi liberati sabato 1 febbraio sono Ofer Calderon, Keith Siegel e Yarden Bibas

Israele

di Redazione
Siegel, 65 anni, è stato fatto prigioniero insieme alla moglie Aviva del Kibbutz Kfar Aza. La moglie è stata liberata nel novembre 2023. Calderon, 54 anni, e i suoi due figli, Erez e Sahar, sono stati rapiti dal Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre; i ragazzi sono stati liberati durante l’ultimo cessate il fuoco. Bibas, 35 anni, è stato rapito dal kibbutz Nir Oz separatamente dalla moglie e dai figli, Shiri, Ariel e Kfir, per la cui sorte c’è molta preoccupazione. Yarden è stato ferito durante il rapimento.

Una zona di Gaza dopo un bombardamento israeliano. Ottobre 2023. (Wikimedia Commons. Naaman Omar \ apaimages)

La verità dietro i numeri truccati: quanti palestinesi abitano oggi la Striscia di Gaza, quanti sono morti e quanti invece sono fuggiti

Mondo

di David Zebuloni
“Questi dati non possono essere presi seriamente”, spiega Eyal Ofer, esperto di economia palestinese e di Hamas, in un’intervista a Makor Rishon. “Innanzitutto, l’ente che dovrebbe fornire le statistiche esatte sulla situazione a Gaza ha bloccato il suo sito web in Israele. Oltre a questo, la divulgazione che fa Hamas non è certo attendibile”.

Gaza: liberati 3 ostaggi israeliani e 5 tailandesi. La rabbia di Israele per lo “show” di Hamas e Jihad Islamica

Mondo

di Anna Balestrieri
Dopo 482 giorni di prigionia, gli ostaggi israeliani Agam Berger, Gadi Moses e Arbel Yehoud, insieme a cinque cittadini thailandesi, sono stati rilasciati da Hamas giovedì 30 gennaio, in due località separate della Striscia di Gaza. Il rilascio è avvenuto in un contesto di tensioni, con Israele e Hamas che si sono scambiati accuse di violazioni del cessate il fuoco.

Klaus Davi espone nel centro di Milano lo striscione “Free Gaza from Hamas”

Italia

di Redazione
“Free Gaza from Hamas” è la frase contenuta in uno striscione nella centralissima Via Santa Sofia a Milano. Visibile dalle prime luci dell’alba, lo striscione è stato esposto sulla ringhiera dell’abitazione privata del giornalista. Che dichiara che metterà altri striscioni sul tema delle mafie e del ruolo di Milano nel loro finanziamento.

Da sinistra, Arbel Yehoud e Agam Berger

Israele: questa settimana doppio rilascio di ostaggi da Gaza

Israele

di Anna Balestrieri
Nonostante il timore che l’intransigenza nella trattativa potesse mettere a repentaglio il processo, la determinazione del governo israeliano ha invece accelerato il ritorno degli ostaggi. Giovedì 30 gennaio verranno rilasciate Agam Berger, Arbel Yehoud e un altro ostaggio, mentre altri 3 verranno liberati sabato 1 febbraio.

“Eravamo spaventate a morte durante il trasferimento per i terroristi intorno a noi”. Parlano Romi, Emily e Doron dopo la liberazione dalla prigionia a Gaza

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Durante un’intervista rilasciata a Channel 12 News le tre donne hanno raccontato di aver saputo che sarebbero state liberate solo poche ore prima dello scambio. “Eravamo spaventate a morte al punto di trasferimento, per via del gruppo di terroristi armati intorno a noi” ha spiegato Damari, aggiungendo che, durante la loro prigionia, erano state talvolta esposte a notizie televisive e radiofoniche. “Vi abbiamo sentito lottare per noi insieme alle nostre famiglie e siamo grate a tutti voi.”

Scambio di prigionieri: chi saranno i detenuti e gli ostaggi coinvolti nel prossimo rilascio?

Israele

di Anna Balestrieri
Nelle prossime ore, nell’ambito dell’accordo tra Israele e Hamas, si procederà al rilascio di un altro gruppo di prigionieri palestinesi. Tra questi, figurano donne e minorenni arrestati per attività di supporto logistico o per il coinvolgimento in attacchi contro civili e militari israeliani. Questi individui non sono necessariamente accusati di reati di sangue, ma il loro rilascio continua a suscitare forti reazioni emotive e politiche in Israele.

Diario minimo (di un conflitto). Per un giorno Israele ha pianto di gioia

Israele

di Luciano Assin
Il 19/1/2025 verrà ricordato in Israele come un misto di gioia, tristezza, lutti (tanti) e speranze (poche), il tutto accompagnato da tanta incertezza. Ci aspettano ancora mesi difficili, il prezzo da pagare sarà alto e per molti insopportabile. Ma è un costo indispensabile per cominciare a sanare una frattura non ancora incurabile che si è formata all’interno della società israeliana.