Israele riprende gli attacchi su Gaza: eliminati oltre 200 terroristi. La rabbia delle famiglie degli ostaggi: “li avete abbandonati”

Israele
di Anna Balestrieri

Israele ha condotto un’ondata di attacchi su Gaza nella notte tra il 17 e il 18 marzo 2025, colpendo obiettivi di Hamas terroristici.  Secondo l’IDF, i terroristi eliminati sono oltre 200: tra questi dovrebbero essere diversi leader e alti funzionari di Hamas. I civili sono stati sollecitati dall’esercito israeliano a evacuare. Secondo fonti interne a Hamas, i morti sarebbero 412.

Tra i morti accertati vi sono Mahmoud Abu Watfa, Direttore generale del Ministero degli Interni di Hamas; ⁠Abu Obeidah (Muhammad) al-Jamasi, membro dell’ufficio politico di Hamas; Issam a-Daalis, membro dell’ufficio politico di Hamas; Bahjat Abu Sultan – Comandante della sicurezza interna di Hamas; ⁠(Abu Omar) Al-Hatta, Direttore generale del Ministero della Giustizia di Hamas; Yasser Harb, membro dell’ufficio politico di Hamas

L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’attacco è stato deciso congiuntamente al ministro della Difesa Israel Katz, a seguito del “rifiuto ripetuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi e delle risposte negative a tutte le proposte ricevute dall’inviato del presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, e dai mediatori”.

La dichiarazione ha aggiunto che l’obiettivo delle operazioni è “raggiungere gli scopi della guerra stabiliti dalla leadership politica, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi o morti”. Tuttavia, il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha accusato il governo israeliano di “aver scelto di abbandonare gli ostaggi” e ha definito l’affermazione secondo cui la ripresa dei combattimenti serva a garantirne la liberazione “una totale menzogna”.

Reazioni internazionali e conseguenze politiche

Hamas ha denunciato l’attacco, affermando che Israele ha violato il cessate il fuoco e mettendo in guardia sulle conseguenze: “Netanyahu e il suo governo estremista hanno scelto di mettere in pericolo la sorte degli ostaggi in Gaza”, ha dichiarato il gruppo, chiedendo ai mediatori di “ritenere Israele pienamente responsabile”.

Nel frattempo, i ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno annunciato la ripresa delle “operazioni attive” in supporto a Gaza “fino alla fine dell’aggressione”.

Dal fronte americano, la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato su Fox News che l’amministrazione Trump è stata consultata prima degli attacchi. Secondo un articolo del Wall Street Journal, Trump avrebbe dato il via libera all’offensiva dopo il fallimento dei negoziati per il rilascio degli ostaggi, ricevendo un preavviso da Israele prima dell’operazione.

L’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha difeso l’operazione: “Il mondo deve prendere sul serio il nostro impegno incrollabile per riportare a casa tutti gli ostaggi e sconfiggere il nemico. Non avremo pietà”.

Il fallimento dei negoziati e la crisi del cessate il fuoco

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas era stato concordato il 15 gennaio e prevedeva il rilascio di ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi, oltre alla sospensione degli attacchi e al ritiro parziale delle forze israeliane. Tuttavia, la seconda fase dell’accordo non è mai iniziata, con entrambe le parti che si accusano reciprocamente di violazioni.

Hamas ha rifiutato l’ultima proposta di mediazione avanzata in Qatar dall’inviato di Trump, Steve Witkoff, che prevedeva il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui il soldato con cittadinanza americana Edan Alexander, in cambio della liberazione di detenuti palestinesi. Hamas ha risposto offrendo la liberazione di Alexander e quattro corpi, un’offerta rifiutata dagli Stati Uniti e da Israele.

A seguito del fallimento delle trattative, il governo israeliano aveva già minacciato di riprendere le operazioni militari, sostenendo che fosse l’unico modo per costringere Hamas a rilasciare altri ostaggi.

Con l’escalation delle ostilità, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si riunirà domani per discutere della situazione a Gaza.

 

Foto: da sinistra, il generale Tomer Bar, il capo di Stato maggiore dell’esercito Eyal Zamir, e il capo dello Shin Bet Ronen Bar durante la ripresa dei bombardamenti su Gaza.