Quei cattivi maestri, seminatori di odio (davvero inconsapevoli?)

Opinioni

di Ester Moscati
I loro volti sono pubblici e noti. Usano le parole come frecce di morte. Fanno della verità una menzogna e della menzogna una verità. Piacciono ai giovani e sono star sui social. Sono professori, opinionisti, intellettuali, cantautori. E alti prelati. L’articolo di copertina del numero di dicembre di Bet Magazine

“Guardami negli occhi”: un’ex ostaggio di Hamas sconvolge un militante pro-palestinese

Personaggi e Storie

di Redazione
Durante un dibattito organizzato a Los Angeles lo scorso giugno, una sequenza straordinaria ha mostrato Moran Stela Yanai, una sopravvissuta all’attacco del 7 ottobre, confrontarsi con Aidan Dewolf, un attivista filo-palestinese che ha organizzato un campo di protesta all’UCLA. Il video di questo confronto, pubblicato di recente, ha fatto rapidamente il giro dei social network.

“Indagare se c’è un genocidio”. Papa Francesco contro Israele

Mondo

di Nathan Greppi
Stanno facendo discutere le recenti parole di Papa Francesco, il quale nel suo ultimo libro ha affermato in merito all’operazione militare israeliana contro Hamas a Gaza che bisognerebbe “indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica di genocidio formulata da giuristi e organismi internazionali”. Il comunicato dell’Assemblea Rabbinica Italiana.

“Serve un momento alla Reagan”: Biden e Trump affrontano insieme la questione degli ostaggi statunitensi a Gaza

Mondo

di Pietro Baragiola
“Stiamo cercando un ‘momento alla Reagan’” ha affermato Dekel-Chen, il padre dell’ostaggio Sagui Dekel-Chen, ricordando come nel 1980 l’allora Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e il neo eletto Ronald Reagan si siano entrambi adoperati per garantire il rilascio degli ostaggi americani in Iran durante la transizione tra le due amministrazioni, avendo successo.

Ostaggi a Gaza: un rapporto ne indica le terribili condizioni di salute. E la Jihad islamica diffonde un video di uno di loro

Israele

di Redazione
Il team sanitario ha valutato che alcuni degli ostaggi rimasti hanno perso circa la metà del loro peso corporeo a causa della mancanza di cibo in prigionia, il che limiterà le loro possibilità di sopravvivenza nel prossimo inverno, per l’esposizione a congelamento, infezioni e ipotermia. Mentre in un video, l’ostaggio Sasha Trupanov implora: “ho ogni giorno paura per la mia vita, ho paura delle operazioni dell’esercito”.

Gloria al 7 ottobre, la presentazione shock all’UniMi. Ma l’Ateneo prende le distanze: “Nessuna autorizzazione: solo 10 persone si sono riunite in un corridoio”

Italia

di David Fiorentini
Da uno scambio di email con l’Ufficio Stampa UniMi, si comprende immediatamente che la presentazione “non è stata autorizzata, né è stata avanzata alcuna richiesta di autorizzazione al riguardo.” Ma c’è di più, la tappa milanese di Kalomenìdis “non ha alcun tipo di riconoscimento o supporto istituzionale, neanche in termini di aule o spazi concessi per accoglierla”.

“Ti torturano finché non crolli e dici quello che vogliono sentire”: l’IDF mostra i video delle torture perpetrate da Hamas sui civili palestinesi

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
I video sono stati trovati in un computer sequestrato durante un raid dell’IDF all’interno di una struttura del campo profughi di Jabalya, a nord di Gaza, e mostrano prigionieri incappucciati, incatenati e sottoposti a varie forme di tortura davanti agli sguardi disinvolti dei loro carcerieri.

Hamas rifiuta la proposta egiziana per il rilascio degli ostaggi

Mondo

di Redazione
La proposta sarebbe iniziata con un cessate il fuoco iniziale di 48 ore, durante il quale Hamas avrebbe preparato il rilascio di quattro ostaggi israeliani nei 10 giorni successivi, che dovevano essere donne, anziani o malati. In cambio, Israele avrebbe rilasciato circa 100 prigionieri palestinesi per la sicurezza. Ma il gruppo vuole il cessate il fuoco illimitato.

«Hamas prende tutto»: rivelazione choc di un dipendente UNRWA sui rapporti tra l’agenzia ONU e il gruppo armato palestinese

Personaggi e Storie

di Anna Coen
Non è un segreto, spiega l’ex dipendente dell’agenzia, come l’emergenza umanitaria a Gaza sia anche terreno di battaglia simbolica e politica, un modo di acquisire potere e consenso. Quando Hamas ha sequestrato i veicoli dell’UNRWA, l’intenzione era chiara: quei mezzi, con i loro loghi ONU, rappresentavano una copertura ideale per aggirare i controlli israeliani.