ebraismo

Parashat Shelach Lechà. La fede è il coraggio di rischiare

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La spiritualità ebraica vive in mezzo alla vita stessa, alla vita della società e delle sue istituzioni. Per crearla dobbiamo combattere due tipi di paura: la paura del fallimento e la paura del successo. La paura del fallimento è comune; la paura del successo è più rara ma non meno debilitante. Entrambi derivano dalla riluttanza a correre rischi.

Parashat Behaalotekhà. Sentire di fallire è comune fra chi cerca di cambiare il mondo

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Questa Parashà, che racconta la disperazione di Mosè davanti alle lamentele del popolo, ci dice che la sensazione di fallimento non significa necessariamente che hai fallito. Significa solo che non ci sei ancora riuscito. Ancor meno significa che sei un fallito. Al contrario, il fallimento arriva a coloro che si prendono dei rischi; e la volontà di assumersi dei rischi è assolutamente necessaria se si cerca, per quanto piccolo, di cambiare il mondo in meglio.

Algoritmi, robot, ChatGPT: quali le “ricadute” ebraiche?

Tecnologia

di Marina Gersony
Leader politici che si odiano, colti nell’atto di abbracciarsi. Immagini della Shoah mai viste. Tutto finto ma estremamente realistico. Quale impatto avrà l’Intelligenza Artificiale sulla cultura e le tradizioni ebraiche? Esiste davvero un rischio di “dittatura” dei robot? Sì, sostiene Yuval Noah Harari. La cover di Bet Magazine di giugno.

Parashat Bamidbar. La vera fede è la capacità di ascoltare la musica sotto il rumore

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il silenzio che conta, nell’ebraismo, è un silenzio di ascolto – e l’ascolto è la suprema arte religiosa. Ascoltare significa fare spazio agli altri per parlare ed essere ascoltati. Il giudaismo non è solo una religione del fare e del parlare; è anche una religione dell’ascolto. La fede è la capacità di ascoltare la musica sotto il rumore.

Parashat Emor. Rispettando la santità dello Shabbat, siamo nella presenza di Dio

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La santità dello Shabbat è determinata solo da Dio perché solo Lui ha creato l’universo. La santità delle feste è in parte determinata da noi (cioè dalla fissazione del calendario), perché la storia è una collaborazione tra noi e Dio. Ma per due aspetti sono uguali. Sono entrambi momenti di incontro (mo’ed), e sono entrambi momenti in cui ci sentiamo chiamati, convocati, invitati come ospiti di Dio.