di Anna Balestrieri
I raid nella periferia di Beirut hanno preso di mira strutture sotterranee collegate alla produzione di droni di Hezbollah, proprio alla vigilia della festività musulmana di Eid al-Adha. Continuano le proteste contro il governo e la guerra, e la richiesta di liberare gli ostaggi, mentre emerge la notizia che Netanyahu ha attivato un gruppo anti-Hamas a Gaza.
Beniamin Netanyahu
600 giorni di prigionia: proteste in tutta Israele per chiedere il rilascio degli ostaggi
di Anna Balestrieri
Mercoledì 28 maggio, migliaia di israeliani sono scesi in piazza in diverse città per ricordare i 600 giorni dalla strage del 7 ottobre 2023 e chiedere il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Forti le critiche contro il premier Netanyahu, accusato di avere fallito.
Netanyahu approva l’ingresso degli aiuti umanitari a tutta la Striscia di Gaza
di Nina Prenda
Il Primo Ministro ha detto che Israele “permetterà l’ingresso di una quantità di base di cibo per la popolazione al fine di prevenire lo sviluppo di una crisi della fame nella Striscia di Gaza”. La decisione del primo ministro è stata presa senza un voto tra i ministri poiché la maggior parte del gabinetto si è opposta alla mossa.
Meloni: “Hamas deve rilasciare gli ostaggi e riporre le armi. La pace parte dal piano dei Paesi arabi. Non ritiro l’ambasciatore italiano in Israele”
di Nina Prenda
L’interrogazione parlamentare n. 3 1950 è stata presentata dal deputato Angelo Bonelli ed altri ed ha ad oggetto la posizione del governo italiano nei confronti del governo Netanyahu in relazione alla situazione a Gaza e in Cisgiordania e ai più recenti sviluppi. Il 14 maggio la risposta della premier.
500 giorni di agonia: un digiuno di 500 minuti per accelerare l’accordo sugli ostaggi
di Anna Balestrieri
Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha dichiarato un digiuno di 500 minuti per lunedì 17 febbraio, in solidarietà con gli ostaggi, dalle 11:40 fino alle 20:00, ora locale. L’evento si sta svolgendo oggi, 17 febbraio 2025, in via Azza a Gerusalemme, per segnare i 500 giorni dall’assalto di Hamas del 7 ottobre 2023.
I più letti nel 2024. Israele: la visione di pace di David Grossman. Illuminare le tenebre nel caos delle coscienze e dei conflitti globali
di Marina Gersony
In vista della fine dell’anno, pubblichiamo un articolo al giorno fra i più letti durante il 2024. Qui il più letto di marzo.
Questo piccolo ma potente pamphlet, in cui sono stati raccolti alcuni interventi dello scrittore sulla parabola politica di Israele e sulle dinamiche che alimentano la violenza, fino all’attacco terroristico del 7 Ottobre da parte di Hamas, è un’opera densa di significato.
La Francia rifiuta i mandati d’arresto della Corte Penale Internazionale contro Netanyahu e Gallant: il caso divide l’opinione internazionale
di Marina Gersony
La dichiarazione francese è arrivata un giorno dopo che Netanyahu ha accettato un cessate il fuoco con Hezbollah in Libano, negoziato congiuntamente da Francia e Stati Uniti, suggerendo che la posizione di Parigi sui mandati della CPI potesse essere stata parte delle condizioni dell’accordo.
Libano e Israele: ore decisive per la tregua. A che punto è l’accordo con Hezbollah?
di Anna Coen
Un alto funzionario americano ha dichiarato al quotidiano israeliano Maariv che la bozza dell’accordo di cessate il fuoco, i cui dettagli saranno noti con l’annuncio definitivo nella giornata di oggi 26 novembre, include un periodo di transizione di 60 giorni, durante il quale le IDF si ritireranno dal Libano meridionale, l’esercito libanese si schiererà nelle aree adiacenti al confine e Hezbollah sposterà le sue armi pesanti a nord del fiume Litani.
Diario minimo (di un conflitto). Bibi e il suo conto aperto con la giustizia: dura lex sed lex?
di Luciano Assin
La data da tenere in osservazione è il 2 dicembre, giorno in cui Netanyahu dovrebbe cominciare a deporre la sua testimonianza rispetto ai tre processi in cui è implicato. L’attuale coalizione nel frattempo sta portando avanti un disegno di legge secondo il quale ci vorrebbe una maggioranza di 90 deputati, sui 120 che compongono la Knesset, per autorizzare un’inchiesta della polizia verso politici sospettati di un qualsivoglia reato. Praticamente un’immunità assoluta.
L’Italia alfiere della Corte penale internazionale da destra a sinistra, eccetto la Lega di Matteo Salvini
di Ludovica Iacovacci
Il ministro della difesa Guido Crosetto ha definito il mandato d’arresto“sbagliato” ma ha precisato che l’Italia, aderendo allo Statuto di Roma, è obbligata ad applicarlo, ma Matteo Salvini dice “Netanyahu è il benvenuto”. In Europa sì della Francia, Belgio Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna, Svezia; no degli Usa, Ungheria, Argentina, Paraguay. Gioisce l’Iran.
Le manette dei “crimini di guerra e contro l’umanità” della CPI che equiparano Israele a Hamas
di Anna Coen
L’emissione del mandato d’arresto internazionale teoricamente vincola gli Stati che hanno aderito allo Statuto di Roma ad attenersi alle disposizioni della Corte, quindi per il Primo Ministro israeliano e per l’ex ministro della Difesa muoversi nei 124 Paesi che hanno ratificato lo Statuto potrebbe essere problematico, poiché le autorità locali sarebbero tenute a rispettare l’obbligo generale di cooperazione con la Corte ed arrestare i soggetti qualora si rechino in uno dei Paesi.
Torna lo show satirico Eretz Nehederet: protagonisti dei nuovi sketch Netanyahu, Trump e la crisi degli ostaggi
di Pietro Baragiola
Dopo mesi di pausa il principale programma comico israeliano è tornato alla carica sul canale Keshet 12 spiazzando gli spettatori con un’aspra critica del primo ministro Benjamin Netanyahu per i presunti fallimenti di leadership durante la guerra tra Israele e Hamas.













