di Nina Prenda
L’interrogazione parlamentare n. 3 1950 è stata presentata dal deputato Angelo Bonelli ed altri ed ha ad oggetto la posizione del governo italiano nei confronti del governo Netanyahu in relazione alla situazione a Gaza e in Cisgiordania e ai più recenti sviluppi.
Il ministro Bonelli ha promosso un’interrogazione alla Presidente Meloni domandandole se lei condannasse le azioni del governo Netanyahu (definito “un criminale”), se volesse promuovere sanzioni contro Israele, se intendesse riconoscere lo Stato di Palestina e ritirare l’ambasciatore italiano da Israele.
Meloni, mercoledì 14 maggio, ha risposto: “Fin dall’inizio del conflitto a Gaza, come sapete, il governo italiano è stato in prima fila tanto sul piano diplomatico quanto su quello umanitario. È stato un ruolo riconosciuto da tutti gli attori in campo. L’Italia ha certamente svolto un ruolo di primo piano prestando assistenza umanitaria alla popolazione civile concentrando i suoi interventi sull’assistenza alimentare attraverso Food for Gaza, l’iniziativa mediante la quale abbiamo inviato oltre cento dieci tonnellate di aiuti alimentari e sanitari.
Pochi giorni fa, il ministro degli Esteri ha chiamato il suo omologo israeliano per porre la necessità di garantire l’accesso assistenza umanitaria per la popolazione palestinese, iniziativa di cui è stato prontamente informato il primo ministro Mustafa. Ricordo anche l’impegno del nostro ministro della Difesa che ha messo a disposizione due elicotteri per il ponte aereo umanitario Sky Hope organizzato dal Re di Giordania. Nell’ultimo Consiglio dei Ministri è stato prolungato lo stato d’emergenza a Gaza, sono stati stanziati nuovi fondi e oggi abbiamo evacuato altre 34 persone, tra cui 14 bambini.
A questo impegno – aggiunge Meloni – si è affiancato uno sforzo a fianco dei mediatori per porre fine al conflitto. In questi mesi, a più riprese ho sentito il Primo Ministro Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Questa è una richiesta che rinnovo anche oggi a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà di definire sempre più drammatica e ingiustificabile. Non abbiamo condiviso diverse scelte, non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo, però, che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c’era un disegno alla base di disumani attacchi di Hamas, della crudeltà rivolta contro gli ostaggi. Quel disegno era un disegno che puntava all’isolamento e questo non può non farci riflettere su quanto sarebbe pericoloso assecondare il disegno dei terroristi che non si sono fatti scrupoli a sacrificare la vita di israeliani e palestinesi pur di perseguire i propri scopi.
Continueremo ad impegnarci ad una cessazione permanente delle ostilità, in questo quadro credo che non ci debbano essere da parte nostra ambiguità nel pretendere che Hamas rilasci immediatamente gli ostaggi, deponga le armi e nel dire che non c’è spazio per una presenza di Hamas nel futuro della Striscia e in un futuro Stato palestinese. Ribadisco – dice Meloni – quanto detto al Senato: sono convinta, sulla base dei dialoghi avuti con i leader della regione, che si possa lavorare a un quadro politico e di sicurezza regionale capace di porre fine al conflitto e aprire la strada ad un processo che conduca alla soluzione dei due Stati. Resto convinta che per farlo occorra partire dal piano di ricostruzione dei Paesi arabi. È verso questo obiettivo che il governo continua ad impegnarsi lavorando con i leader della regione, con i nostri partner europei, con gli Stati Uniti: lo faremo mantenendo con tutti un dialogo aperto, franco e se necessario anche critico. È esattamente per questo – conclude Meloni – che non è nell’interesse del governo italiano richiamare l’ambasciatore italiano in Israele”.