Personaggi e Storie

L’israeliano Yarin Shriki vince l’oro nel jiu-jitsu e dedica la vittoria all’amico ucciso al Nova Festival

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di David Fiorentini
Dopo aver sconfitto i francesi Yael Truffandier e Samuel Chagny, ha affrontato l’ucraino Kostiantyn Shutko nella finale dei -69kg, trionfando negli ultimi trenta secondi di un epilogo mozzafiato. In un’intervista al Jerusalem Post, ha dichiarato di essere molto orgoglioso di rappresentare il suo paese, specialmente in luoghi dove la maggioranza non lo sostiene.

La storia dell’ostaggio di Hamas a Gaza diventato monaco buddhista

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di Redazione
Rapito insieme ad altri lavoratori agricoli sequestrati nei kibbutz intorno alla Striscia, Natthaporn ha vissuto giorni di terrore, implorando Buddha ogni giorno per la sua salvezza. In quelle ore oscure ha fatto una promessa a sé stesso: se avesse visto l’alba di un nuovo giorno sarebbe diventato monaco buddhista.

La madre dell’ostaggio Hersh Goldberg-Polin nella classifica del TIME delle 100 persone più influenti del mondo

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di Redazione
L’inclusione della madre di Hersh Polin riconosce l’impatto che lei, suo marito Jon Polin, insieme a centinaia di altre famiglie di ostaggi rapiti da Hamas, e milioni di persone in tutto il mondo hanno avuto nel sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla crisi degli ostaggi. Riconosce inoltre i loro sforzi incessanti per continuare a lottare per il rilascio di Hersh e di tutti gli ostaggi.

Biennale di Venezia: l’artista israeliana Patir chiude il padiglione. Chiede un accordo sugli ostaggi e il cessate un fuoco

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di Redazione
La mostra presso il Padiglione Israeliano alla Biennale di Venezia rimarrà indisponibile fino a ulteriori sviluppi sulla liberazione degli ostaggi. La scelta non si traduce nella cancellazione dell’esposizione, ma piuttosto rappresenta un gesto di solidarietà nei confronti delle famiglie dei rapiti e della vasta comunità israeliana che invoca un mutamento.

“Buongiorno dottore, mi fa male qui”. Un racconto

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di Ghila Piattelli
Inauguriamo la pubblicazione di racconti di finzione legati a temi di attualità. Qui Ghila Piattelli, italiana residente in Israele, affronta il dolore di una madre riguardo al trauma e alle sofferenze patite dal figlio, dopo gli attentati del 7 ottobre.

“Dal 7 ottobre la vita degli israeliani è cambiata completamente. Ma ancora una volta Israele risorgerà dalle ceneri”

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di Davide Romano
Ayelet Nahmias-Verbin è una di quelle donne speciali, non credo sia capace di stare ferma. Giurista, mamma di tre figli, manager di aziende, parlamentare alla Knesset tra il 2015 e il 2019, è stata anche assistente di Yitzhak Rabin. La sua visita a Milano è legata al fatto che da 4 anni gestisce il “Fondo per le vittime del terrorismo”, che con il pogrom del 7 ottobre ha visto un’impennata di richieste. ui un’intervista esclusiva.

“Screams before Silence”: il documentario girato dall’ex COO di Facebook racconta le violenze sessuali subite dalle vittime di Hamas

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di Pietro Baragiola
Subito dopo il 7 ottobre  l’imprenditrice si è recata in Israele dove, nel giro di cinque giorni di riprese, ha avuto l’occasione di parlare con primi soccorritori, esperti forensi, testimoni oculari e ostaggi liberati. Prodotto dalla casa di produzione israeliana Kastina Communications, verrà lanciato online nel mese di aprile portando alla luce le interviste inedite agli ostaggi liberati e ai testimoni oculari del terrificante attacco del 7 ottobre.

Wikipedia e Israele: una ricerca rivela i pregiudizi dell’enciclopedia online

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di Nathan Greppi
Pagine sul conflitto israelo-palestinese totalmente sbilanciate per i palestinesi, dove non si menzionano anche fonti israeliane. Mentre di pagine sui massacri compiti da Hamas il 7 ottobre si chiede la chiusura. Ma anche: la solidarietà per il popolo palestinese, “contro il genocidio”, espressa con la chiusura per un giorno della pagina in arabo. Mentre per gli israeliani è sempre più difficile usare l’enciclopedia online, tutt’altro che neutrale.

In ricordo dello scrittore Sami Michael, paladino delle minoranze oppresse

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di Anna Balestrieri
Nato a Baghdad, in Iraq, nel 1926 con il nome di Kamal Salah Menashe, Michael si è distinto non solo come autore prolifico, ma anche come drammaturgo, traduttore, attivista sociale e presidente dell’Associazione per i Diritti Civili in Israele. La sua produzione letteraria, tradotta in numerose lingue e adattata per teatro, cinema e televisione, lo ha reso una delle figure di spicco della letteratura ebraica contemporanea.