Parashà della settimana

Parashat Terumà. Dio vive nel cuore di chi dona

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Da qui la parola speciale che dà il nome a questa parashà: Terumà. Significa “qualcosa che sollevi” dedicandolo a una causa sacra. Lo sollevi, poi ti solleva. Il modo migliore per scalare le vette spirituali è semplicemente dare in segno di gratitudine per il fatto che ti è stato dato. Dio non abita in una casa di pietra. Vive nel cuore di chi dona.

Parashà Yitrò. L’antidoto all’invidia è la gratitudine

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il decimo comandamento dice: “Non essere invidioso della casa del tuo prossimo. Non invidiare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna altra cosa che sia del tuo prossimo”. Almeno in superficie questo è diverso da tutte le altre regole, che implicano la parola o l’azione.

Parashat Bo. La fede e l’appartenenza cominciano nelle famiglie

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Il lungo cammino verso la libertà, suggerisce la parashà di questa settimana, non è solo una questione di storia e politica, per non parlare dei miracoli. Ha a che fare con il rapporto tra genitori e figli. Si tratta di raccontare la storia e trasmetterla attraverso le generazioni. Si tratta di un senso della presenza di Dio nelle nostre vite.

Parasha

Parashat Vaerà. Per l’ebraismo il benessere fisico è fondamentale per raggiungere quello spirituale

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Alleviare la povertà, curare le malattie, garantire lo stato di diritto e il rispetto dei diritti umani: questi sono compiti spirituali non meno della preghiera e dello studio della Torà. Certo, questi ultimi sono più alti, ma i primi sono precedenti. Le persone non possono ascoltare il messaggio di Dio se il loro spirito è spezzato e il loro lavoro è duro.

Parashat Shemot. Trasformare la debolezza in forza è una virtù del popolo ebraico

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La storia ebraica non è semplicemente una storia di ebrei che sopportano catastrofi che avrebbero potuto segnare la fine di gruppi meno tenaci. Dopo ogni disastro, gli ebrei si sono rinnovati. Hanno scoperto una riserva di spirito fino ad allora nascosta, che ha alimentato nuove forme di autoespressione collettiva come portatori del messaggio di Dio al mondo.

Parashat Vayechi. Siamo liberi perché siamo fatti a immagine di D-o

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Siamo liberi perché non siamo semplici oggetti. Siamo sudditi. Rispondiamo non solo agli eventi fisici, ma anche al modo in cui li percepiamo. Abbiamo menti, non solo cervelli. Abbiamo pensieri, non solo sensazioni. Reagiamo ma possiamo anche scegliere di non reagire. C’è qualcosa in noi che è irriducibile a cause ed effetti materiali, fisici.

Parashat Vayggash (Peter von Cornelius, “Giuseppe rivela la sua identità ai fratelli”)

Parashat Vayggash. Non possiamo cambiare il passato, ma cambiando il modo in cui pensiamo al passato, possiamo cambiare il futuro.

Parashà della settimana

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Josef aveva rielaborato tutto il suo passato. Non si vedeva più come un uomo offeso dai suoi fratelli. Era giunto a considerarsi un uomo incaricato da Dio di una missione salvifica. Tutto ciò che gli era successo era necessario affinché potesse raggiungere il suo scopo nella vita: salvare un’intera regione dalla fame durante una carestia e fornire un rifugio sicuro alla sua famiglia.