Parasha

Parashat Toledot. Come Isacco con Esaù, bisogna amare i propri figli, qualsiasi cosa diventino

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Ancor prima della loro nascita, Giacobbe ed Esaù lottarono nel grembo materno. Erano destinati, a quanto pare, a essere eterni avversari. Non solo erano diversi nel carattere e nell’aspetto, occupavano anche posti diversi nell’affetto dei loro genitori: i ragazzi crebbero ed Esaù divenne un abile cacciatore, un uomo di aperta campagna, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava tra le tende. Isacco, che gli piaceva la selvaggina, amava Esaù, ma Rebecca amava Giacobbe. (Genesi 25:27-28)

Sappiamo perché Rebecca amava Jacov. Prima della nascita dei gemelli, i dolori che provava erano così grandi che “andò a consultare il Signore”. Questo è quello che le disse: “Due nazioni sono nel tuo grembo e due popoli si dirameranno dalle tue viscere; un popolo sarà più forte dell’altro e il più anziano servirà il più giovane”. (Genesi 25:23) Sembrava che Dio dicesse che il più giovane avrebbe prevalso e avrebbe portato avanti il ​​peso della storia, per questo era il più giovane, Giacobbe, che lei amava.

Ma perché, in tal caso, Isacco amava Esaù? Non sapeva dell’oracolo di Rebecca? Non glielo aveva detto? Del resto non sapeva che Esaù era selvaggio e impetuoso? Possiamo davvero prendere alla lettera l’affermazione secondo cui Isacco amava Esaù perché «gli piaceva la selvaggina», come se i suoi affetti fossero determinati dal suo stomaco, dal fatto che suo figlio maggiore gli portava il cibo che preferiva? Sicuramente no, soprattutto quando era in gioco il futuro stesso del patto con Dio.

Conosciamo la risposta classica, data da Rashi, ascoltate attentamente il testo letterale. Esaù, dice la Torà, “era esperto di caccia [yode’a tzayid]”, non solo nel senso letterale del termine, era abile nel catturare l’ingenuità del padre ponendogli domande che lo facevano sembrare molto pio. Esaù sapeva come “catturare” e ingannare suo padre con la bocca. Gli chiedeva: “Padre, come si deve dare la decima del sale e della paglia?” Di conseguenza il padre lo riteneva severo nell’osservare i precetti. (Rashi alle 25:27) Il figlio sapeva benissimo che il sale e la paglia non richiedono la decima, ma lo chiese per dare l’impressione di essere strettamente religioso. Isacco lo amava “perché mangiava ciò che cacciava [ki tzayid befiv]”, secondo Rashi l’espressione deve essere intesa nel senso di astuzia e inganno. Non lo amava perché era un cacciatore, ma perché ingannato dalla sua ipocrisia, non ne conosceva la sua vera natura. (Rashi 25:28)

Il Maggid di Dubnow aggiunse un commento acuto sul motivo per cui Isacco, ma non Rebecca, fu ingannato. Rebecca era cresciuta con l’astuto Labano. Riconobbe l’inganno quando lo vide. Isacco, al contrario, era cresciuto con Abramo e Sara. Conosceva solo l’onestà totale e per questo si lasciò facilmente ingannare. (Bertrand Russel una volta raccontò del filosofo G. E. Moore, che lo aveva sentito dire una bugia solo una volta; quando gli fu chiesto se avesse mai mentito, Moore rispose “Sì.”)

Quindi la risposta classica è che Isacco amava Esaù perché semplicemente non sapeva chi o cosa egli fosse. Ma c’è un’altra risposta possibile: che Isacco amava Esaù proprio perché sapeva cosa il figlio fosse.

Agli inizi del XX secolo qualcuno sottopose al grande rabbino Avraham Yitzhak Kook, primo rabbino capo ashkenazita del pre-stato di Israele, il seguente dilemma: Aveva dato a suo figlio una buona educazione ebraica. Aveva sempre osservato i precetti in casa. Ad un certo punto, però, si era allontanato dal giudaismo. Non osservava più i comandamenti. Non si identificava nemmeno come ebreo. Cosa avrebbe dovuto fare il padre?
“Lo amavi quando era religioso?” chiese Rav Kook. “Certamente”, rispose il padre.
“Bene allora”, disse Rav Kook, “Adesso amalo ancora di più”.

A volte l’amore può fare ciò che il rimprovero non può fare. Può darsi che la Torà ci stia dicendo che Isacco era tutt’altro che cieco riguardo alla vera natura del figlio maggiore. Ma se avete due figli, uno ben educato, l’altro destinato a finire male, a chi prestare maggiore attenzione? Con chi dovreste trascorrere più tempo?

Può darsi che Isacco amasse Esaù non ciecamente, ma ad occhi aperti. Sapeva che ci sarebbero stati momenti in cui suo figlio maggiore gli avrebbe dato un dolore, ma sapeva anche che la responsabilità morale della genitorialità richiede che non disperiamo o rinneghiamo un figlio ribelle.

L’amore di Isacco ebbe effetto su Esaù? Sì e no. È chiaro che esisteva un legame speciale tra loro. Ciò fu riconosciuto dai Saggi: Rabbi Shimon ben Gamliel disse: Nessun uomo ha mai onorato suo padre come io ho onorato il mio, ma ho scoperto che Esaù onorava suo padre ancora di più. (Devarim Rabbah 1:15) Rabbi Shimon fece derivare questo, dal fatto che di solito le persone servono i propri genitori indossando abiti normali mentre si riservano il meglio per uscire. Esaù, tuttavia, aveva tenuto pronti i suoi abiti migliori per servire a suo padre il cibo che era andato a cacciare. Ecco perché Giacobbe poté indossarli mentre suo fratello era ancora a caccia (Genesi 27:14).

Troviamo, molto più avanti nella Torà, che Dio proibisce agli Israeliti di fare guerra contro i discendenti di Esaù. Disse a Mosè: «Ordina al popolo: “Stai per passare nel territorio dei tuoi fratelli, discendenti di Esaù, che abitano in Seir”. Avranno paura di te, ma stai molto attento. Non provocarli alla guerra, perché non ti darò nulla della loro terra, nemmeno quanto basta per metterci il piede sopra. Ho dato a Esaù la regione montuosa di Seir come sua». (Deuteronomio 2:4-5) E più tardi ancora Mosè comanda agli Israeliti: “Non aborrire un edomita [cioè un discendente di Esaù], perché è tuo fratello”. (Deuteronomio 23:8) I Saggi consideravano questi comandamenti come una ricompensa duratura ad Esaù, per modo in cui aveva onorato suo padre.

Quindi Isacco aveva ragione o torto ad amare Esaù? Egli ricambiò l’amore di suo padre, ma rimase Esaù, il cacciatore, l’uomo della campagna, non l’uomo che portava avanti l’esigente alleanza con il Dio invisibile e i sacrifici spirituali che essa richiedeva. Non tutti i bambini seguono la strada dei loro genitori. Se era intenzione di Isacco che Esaù lo facesse, fallì. Ma ci sono alcuni fallimenti che sono onorevoli. Amare i tuoi figli, qualunque cosa diventino, è uno di questi, perché sicuramente è così che Dio ci ama.

Di Rabbi Jonathan Sacks zzl