di Anna Balestrieri, da Gerusalemme
Sei ostaggi israeliani sono stati rilasciati sabato 22 febbraio dopo una lunga prigionia nelle mani di Hamas. Quattro di loro – Eliya Cohen, Omer Shem Tov, Tal Shoham e Omer Wenkert – tornano a casa dopo 505 giorni di prigionia. Gli altri due, Hisham al-Sayed e Abera Mengistu, sono stati liberati dopo quasi un decennio di detenzione a Gaza. Restituito anche il corpo di Shiri Bibas.
Israele
Dolore e orrore: identificati i corpi di Ariel e Kfir Bibas, uccisi brutalmente. Ma il terzo non è della madre Shiri
di Anna Balestrieri
Secondo quanto emerso dalle analisi dell’istituto di Medicina Legale israeliano, i due bambini sono stati uccisi brutalmente circa un mese dopo il loro rapimento. Israele condanna la violazione degli accordi da parte di Hamas, che ha restituito un corpo di una persona non identificata. E scoppiano autobus nel centro di Israele.
La Croce Rossa si presta al progetto comunicativo di Hamas, che viene così legittimato
di Ugo Volli
Nelle tragiche e grottesche coreografie ripetutamente allestite nelle scorse settimane da Hamas per la restituzione su riscatto degli israeliani rapiti c’era un elemento in più, oltre ai terroristi ben armati. Erano le automobile bianche della Croce Rossa
Attacco terroristico sventato: bombe su cinque autobus, esplosioni coordinate previste per questa mattina. Sfiorata la strage
di Anna Balestrieri
Gli ordigni, ognuno contenente 5 kg di esplosivo, erano programmati per detonare contemporaneamente nella mattinata di oggi 21 febbraio. Arrestati tre sospetti, tra cui un cittadino israeliano. Allerta massima nei trasporti pubblici. Su uno degli ordigni non detonati è stato trovato un messaggio con la scritta: “Vendetta da Tulkarem”.
Giorno di lutto per Israele. Hamas restituisce i cadaveri dei Bibas e di Oded Lifshitz, identificato
Su un palco, i terroristi di Hamas con quattro bare e dietro di loro un grande manifesto con Beniamin Nethanyahu ritratto come un vampiro e le immagini di Shiri Bibas (34 anni), Ariel Bibas (6 anni), Kfir Bibas (due anni) e Oded Lifshitz (85 anni). Di quest’ultimo sono stati identificati i resti e si è saputo che è stato ucciso dalla jihad Islamica durante la prigionia.
Ostaggi in pericolo: un resoconto dell’orrore, il grido delle madri e la crudeltà di Hamas
di Sofia Tranchina
Sono proprio le mamme le prime vittime del terrorismo psicologico di Hamas, l’organizzazione terroristica che gestisce i negoziati spostando nomi propri di persona tra la lista dei condannati e la lista di chi verrà liberato. Costrette a implorare compromessi difficili mentre il destino dei loro figli è una pedina nelle mani di chi governa, vengono trasformate in strumenti di pressione nel disegno utilitarista di Hamas, e sono in prima linea nella lotta per riportarli a casa.
Israele ritira ufficialmente le truppe dalla maggior parte delle aree del Sud del Libano
di Anna Balestrieri
Le truppe israeliane si sono ritirate dalla maggior parte delle aree meridionali del Libano, permettendo così all’esercito libanese di stabilire la piena autorità nella regione, con l’aiuto dell’UNIFIL e altre forze temporanee, senza la presenza del terrorismo di Hezbollah. L’IDF mantiene però presidi militari in cinque località strategiche.
Israele, allarme per la salute psicologica a 500 giorni dal 7 ottobre
di I.E.R.
Dal rapporto emerge che il 38% degli intervistati ha riportato almeno un sintomo di disturbo da stress post-traumatico. Di questo 38%, il 16% ha dichiarato di soffrirne a un livello grave. Dure le considerazioni nei confronti del sistema sanitario dati i tempi molto lunghi per l’assistenza psicologica.
Israele: giovedì la restituzione dei corpi di quattro ostaggi e sabato di sei vivi. Hamas: “fra i morti i Bibas”
di Anna Balestrieri
Fra i quattro corpi ci sarebbero quelli di Shiri Bibas e i suoi figli Ariel (6 anni) e Kfir (2 anni). La tragica notizia è stata data dai media italiani mentre quelli israeliani ancora non si sbilanciano. Si ritiene che i sei che verranno liberati sabato siano gli ultimi ostaggi vivi della lista di quelli da liberare nella prima fase.
Ostaggi incatenati ai piedi per mesi, l’isolamento, la fame come strumento di tortura: gli ostaggi liberati raccontano
di Ilaria Myr
“Ci sono ostaggi che non possono muoversi. Sono stati incatenati ai piedi per mesi, al buio”, rivela uno degli ex ostaggi. “All’inizio pensavamo che fosse per paura che stessimo cercando di scappare o di ribellarci. Poi abbiamo capito che tutto veniva fatto per umiliarci e torturarci fisicamente e psicologicamente”.
500 giorni di agonia: un digiuno di 500 minuti per accelerare l’accordo sugli ostaggi
di Anna Balestrieri
Il Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi ha dichiarato un digiuno di 500 minuti per lunedì 17 febbraio, in solidarietà con gli ostaggi, dalle 11:40 fino alle 20:00, ora locale. L’evento si sta svolgendo oggi, 17 febbraio 2025, in via Azza a Gerusalemme, per segnare i 500 giorni dall’assalto di Hamas del 7 ottobre 2023.
Diario minimo (di un conflitto). È la mia strada (che porta a te)
di Luciano Assin
In una soleggiata ma ventosa mattina invernale decine di famiglie con bambini, anziani e haverim in generale hanno interrato olivi, alberi da frutto, vigne e quant’altro per simboleggiare la fine di oltre 15 mesi di esilio forzato e la volontà di riprendere più forti di prima la nostra esistenza.














