di Nathan Greppi
C’è l’Argentina, che con Javier Milei si è avvicinata molto a Israele, mentre il Brasile di Lula è molto distante dall’amicizia che aveva sotto Bolsonaro. La Colombia ha interrotto le relazioni diplomatiche, mentre El Salvador, il cui presidente ha origini palestinesi, mantiene rapporti molto buoni. Intervista all’esperto Gaston Saidman.
Iran
Arresti e fedeltà forzata: la difficile prova degli ebrei iraniani
di Davide Cucciati
Nelle ultime settimane le autorità iraniane hanno avviato una vasta operazione di arresti e perquisizioni nelle case di famiglie ebree a Teheran, Shiraz e Isfahan. Una nuova ondata di repressione che colpisce una comunità già ridotta a circa 10.000 persone, rispetto agli 80.000 ebrei presenti nel Paese prima della Rivoluzione islamica del 1979.
Il Mossad offre gratuitamente consulenza di telemedicina agli iraniani
di Nina Prenda
“Caro popolo iraniano, un cessate il fuoco è stato implementato”, si legge nella dichiarazione su X del portavoce in lingua persiana del Mossad. “In questo momento, il regime è concentrato sulla sua élite, non sulla cura dei suoi cittadini. Noi siamo con voi”. Il messaggio annuncia la formazione di una squadra di medici specializzati le cui consulenze saranno offerte ai cittadini iraniani.
Il dissidente Ashkan Rostami: “In Iran abbiamo più paura del cessate il fuoco che della guerra. Netanyahu? Ha dato un grande aiuto al popolo”
di Davide Cucciati
Ashkan Rostami è uno dei più autorevoli esponenti della diaspora iraniana in Europa: rappresenta all’estero il Partito Costituzionalista dell’Iran e da tempo prende parte al Consiglio di Transizione dell’Iran. La sua voce, spesso ospite di testate internazionali, offre un quadro lucido e spietato del dissenso iraniano. Qui un’intervista, in cui ci racconta che cosa pensano gli iraniani di Trump e Netanyahu, e di quanto l’occidente non capisca il pericolo dell’IRGC.
L’Iran arresta più di 700 persone e impicca 3 uomini presunte “spie del Mossad”
di Nina Prenda
La Repubblica islamica in Iran, negli ultimi 12 giorni, ha arrestato più di 700 persone accusate di avere legami con Israele, secondo i media legati allo Stato, dopo l’annuncio del cessate il fuoco tra i due Paesi che ha interrotto quasi due settimane di guerra.
Dietro il dilemma Khamenei: eliminarlo o non eliminarlo? E chi verrà dopo di lui?
di David Zebuloni
“L’eventuale eliminazione della Guida Suprema è, prima di tutto, un gesto simbolico” spiega Yosef Kuperwasser, direttore del Jerusalem Institute for Strategy and Security. Ma è anche strettamente coinvolto nella costruzione dell’anello di fuoco attorno a Israele, ed è anche il promotore del programma nucleare iraniano e dello sviluppo dei missili balistici.
“Non credete a ciò che vedete”: tutto quello che c’è da sapere sulla propaganda di guerra iraniana
di David Zebuloni
La Repubblica Islamica divulga fake news per trasmettere al popolo iraniano un’immagine di grande vittoria. “Questa è una guerra di narrativa a tutti gli effetti -, sottolinea Tamar Eilam Gindin, esperta di Iran -. La narrativa del regime è che Israele è il male, ma che loro stanno vincendo. Ma la maggior parte del popolo non ci crede”.
Israele e Iran: L’escalation colpisce il cuore del regime, ma le Guardie Rivoluzionarie tengono gli israeliani in ostaggio
di Anna Balestrieri
La giornata del 23 giugno 2025 segna un momento di rottura e ridefinizione strategica per il Medio Oriente e il panorama internazionale. Con Israele che colpisce obiettivi simbolici e militari nel cuore dell’Iran, Teheran che risponde con raffiche mirate e la crescente ingerenza di attori come USA, Russia ed Europa, il conflitto rischia di trasformarsi in uno scontro multilaterale e prolungato.
Midnight Hammer: la notte in cui l’America ha colpito la Repubblica Islamica dell’Iran
di Davide Cucciati
La notte tra il 21 e il 22 giugno, gli Stati Uniti, con l’operazione Midnight Hammer, hanno attaccato tre siti nucleari del regime iraniano: Fordow, Natanz e Isfahan. Con un messaggio pubblicato sulla piattaforma Truth Social, il Presidente degli Stati Uniti ha rivendicato la responsabilità dell’operazione. Trump ha scritto che il raid è stato portato a termine “con successo”
Gli Stati Uniti colpiscono l’Iran al fianco di Israele. La Repubblica Islamica risponde con minacce e una pioggia di missili
di Anna Balestrieri
Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 giugno 2025, gli Stati Uniti hanno bombardato tre impianti nucleari iraniani: Fordo, Natanz e Isfahan. L’intervento, condotto in stretto coordinamento con Israele, segna l’ingresso ufficiale di Washington nel conflitto scoppiato il 13 giugno.
Negoziati con l’Iran, ma «con i terroristi non si tratta». Intervista a Rayhane Tabrizi
di Sofia Tranchina
Missili e droni si inseguono tra i cieli di Iran e Israele, mentre l’Occidente lancia appelli al dialogo e prepara nuovi colloqui diplomatici. Ma a cosa serve trattare ancora, se il regime islamico resta al potere, armato, isolato, feroce? L’opposizione alla Repubblica Islamica riunisce da decenni migliaia di iraniani dentro e fuori dal Paese
Reza Ciro Pahlavi: «Il mio sogno è liberare il mio paese dai suoi tiranni». L’intervista a Mosaico del novembre 2023
di David Zebuloni
In questi giorni di guerra fra Israele e Iran, è su tutti i giornali per la sua opposizione al regime islamico e la possibilità di un suo ruolo se cade il regime. Ripubblichiamo quindi l’intervista che gli abbiamo fatto nel novembre 2023, in cui diceva, fra l’altro: «Non ho alcuna fantasia di tornare in Iran e mettermi la corona. La mia missione di vita è garantire che il mio popolo possa andare a votare democraticamente e scegliere il proprio destino».