di Francesco Paolo La Bionda
Degli 85 istituti già censiti un anno fa, circa il 45% ha apportato cambiamenti significativi alle policy per affrontare le attività antisemite nei campus. Quasi tutte le scuole hanno rivisto le loro direttive riguardo alle manifestazioni, a seguito delle proteste anti-israeliane che sono scoppiate nei campus di tutto il paese l’anno scorso.
hamas
Rapporto ONU su una realtà troppo a lungo ignorata: riconoscere la tortura invisibile degli ostaggi
di Nina Deutsch
Il Consiglio per i Diritti Umani denuncia le strategie di coercizione psicologica: il dolore dei familiari non può più essere ignorato. «Prendere ostaggi è un gioco crudele», dice il relatore speciale sulla tortura e chiede il rilascio immediato degli ostaggi in tutto il mondo.
Perché i media occidentali enfatizzano alcuni fatti e ne tacciono altri? Si sveglieranno mai da questa visione distorta?
di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] Peggio della disinformazione è la non-informazione. Silenzio è la parola adatta a molte testate italiane. Ci sono eventi che i media ignorano indipendentemente dalla posizione politica della testata. Un esempio particolarmente grave: gli ostaggi israeliani.
L’Ue condanna Hamas per avere rifiutato il piano Witkoff e denuncia Israele per il blocco degli aiuti umanitari a Gaza
di Ludovica Iacovacci
“Un cessate il fuoco permanente contribuirebbe al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani rimasti, garantendo al contempo l’inizio delle condizioni necessarie per il recupero e la ricostruzione a Gaza. Tutte le parti hanno la responsabilità politica di rendere questo una realtà”, ha aggiunto la dichiarazione.
Addio a Shlomo Mansour: il popolo israeliano onora il suo più anziano ostaggio assassinato da Hamas
di Redazione
L’anziano 85enne era stato rapito il 7 ottobre direttamente dalla sua abitazione nel kibbutz. Legato e trascinato via dai terroristi, ha vissuto gli ultimi momenti della sua vita nelle mani dei suoi rapitori. Sua moglie, Mazal, ha implorato per la sua vita ed è riuscita a fuggire.
“Ciao sono il dottor Hamas”: l’ex ostaggio Emily Damari racconta il “trattamento medico” ricevuto durante la prigionia
di Maia Principe
In un post su Instagram, l’ex ostaggio, fra i primi tre liberati durante la prima fase della tregua, racconta di essere stata sottoposta domenica 2 marzo a una serie di operazioni per riparare le gravi ferite che le erano state inflitte il 7 ottobre e che non erano state curate durante la sua prigionia, nonostante il dolore e il grave rischio di infezione.
BBC: sul documentario controverso su Gaza indaga anche la polizia
di Anna Balestrieri
Dopo avere sollevato le critiche della leader conservatrice Kemi Badenoch, che ha richiesto un’inchiesta per capire se Hamas abbia ricevuto finanziamenti dalla BBC, e le preoccupazioni del premier laburista Keir Starmer, ora è la polizia antiterrorismo britannica a essere entrata in scena, per esaminare le denunce relative al filmato.
«Dopo il 7 ottobre è un mondo totalmente diverso. Sono ancora pacifista? Non lo so più…»
di Ilaria Myr
Ha sempre creduto nella pace Adele Raemer, dagli anni ’70 nel kibbutz Nirim, a 2 km da Gaza. Ma dopo avere visto i crimini commessi il 7 ottobre, non sa più in cosa credere. “Dobbiamo riportare gli ostaggi a casa e dobbiamo ricostruire un ambiente in cui possiamo vivere sicuri: questa è l’unica cosa che so”.
Tornano i corpi di altri quattro ostaggi israeliani uccisi durante la prigionia di Hamas (stavolta senza parate)
di Anna Balestrieri
Itzhak Elgarat, Tsachi Idan, Ohad Yahalomi e Shlomo Mantzur sono stati presi in ostaggio da Hamas il 7 ottobre 2023 e uccisi durante la prigionia. Con questo trasferimento, il numero di ostaggi ancora trattenuti a Gaza scende a 59, di cui 35 già dichiarati deceduti.
Noa Argamani parla all’Onu dei 63 ostaggi ancora a Gaza: «Le nostre vite non possono andare avanti senza di loro»
di Michael Soncin
L’ex ostaggio Noa Argamani è diventata una delle persone simbolo del 7 ottobre 2023. Liberata nel giugno 2024, dopo essere stata prigioniera di Hamas a Gaza, è intervenuta al Consiglio di sicurezza nell’Onu: durante il suo discorso ha voluto sensibilizzare la liberazione delle 63 persone che sono ancora nelle mani dei terroristi.
“Non esistono parole per descrivere questa tragedia”. Addio a Shiri Bibas e ai suoi figli
di Anna Balestrieri, da Gerusalemme
Migliaia di persone si sono unite lungo il percorso, accompagnando la famiglia. Non solo amici e parenti, ma cittadini da tutto il paese si sono radunati per esprimere il proprio dolore e la propria solidarietà, esponendo striscioni con la scritta “scusa”. Strazianti i discorsi del marito e della famiglia e amici nella cerimonia al Kibbutz Nir Oz dove sono stati seppelliti.
Tutti in arancione per i Bibas: manifestazione davanti a Palazzo Marino
di Davide Servi
Martedì 25 febbraio è stato organizzato dalla Comunità ebraica di Milano davanti a Palazzo Marino, a Milano, un sit-in in protesta per tutti gli eventi che hanno circondato la morte dei fratellini Bibas, con tutti i partecipanti coperti di arancione: magliette, ombrelli, striscioni, tutto era del colore dei capelli dei fratellini.