di Michael Soncin
Notizie che non fanno altro che influenzare erratamente l’opinione pubblica su larga scala, soprattutto quando a diffonderle è uno dei quotidiani più letti al mondo: il New York Times. A fronte di 1561 articoli analizzati, tra il 7 ottobre 2023 e il 7 giugno 2024, è emersa prevalentemente una narrazione a senso unico dove gli Israele viene descritto come l’aggressore principale e i palestinesi il popolo che soffre.
hamas
Israele-Hamas: lavori in corso per mantenere la tregua e la liberazione degli ostaggi sabato
di Anna Balestrieri
Alcune questioni pendenti sono state risolte grazie agli sforzi congiunti di Egitto, Qatar e dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff. Israele ha approvato l’ingresso nella Striscia di carburante e attrezzature mediche. Se giovedì dovesse arrivare il consenso israeliano, Hamas potrebbe annunciare venerdì i nomi dei tre ostaggi da rilasciare il giorno successivo.
Sofferenza strumentalizzata: la manipolazione di Hamas e la coraggiosa condanna degli intellettuali arabi liberali
di Anna Coen
Dopo la liberazione degli ostaggi israeliani in gravi condizioni fisiche, sono state diffuse fake news volte a incolpare Israele per trattamenti analoghi sui palestinesi. Una strategia di comunicazione di Hamas, criticata però da molti giornalisti e intellettuali arabi.
Accordo a rischio: gli ultimatum di Hamas e di Trump
di Sofia Tranchina
Lunedì 10 febbraio Hamas ha annunciato che il rilascio dei tre ostaggi previsto per sabato 15 verrà posticipato “fino a nuovo avviso”, accusando Israele di aver violato gli accordi per il cessate il fuoco e Trump di aver mosso proposte di pulizia etnica della striscia di Gaza.
Liberazione ad alto prezzo: le testimonianze strazianti degli ostaggi israeliani e il dramma di chi è ancora prigioniero
di Anna Coen
Affamati deliberatamente, lasciati scalzi per tutta la durata della prigionia, torturati fisicamente, spesso isolati e senza mai uscire dal tunnel: sono dettagli terribili quelli che cominciano a emergere dai racconti dei tre ostaggi liberati l’8 febbraio da Gaza, che fanno temere per le condizioni degli ostaggi ancora prigionieri.
Rilascio degli ostaggi tra dure polemiche: emaciati e denutriti, sono l’ombra di loro stessi
di Anna Balestrieri
Tre ostaggi israeliani rapiti il 7 ottobre 2023 sono stati rilasciati sabato da Hamas dopo 16 mesi di prigionia. Eli Sharabi, 52 anni, Or Levy, 34, e Ohad Ben Ami, 56, sono apparsi estremamente magri e debilitati mentre venivano consegnati alla Croce Rossa nella città di Deir al-Balah, a Gaza.
Israele attende da Hamas la lista degli ostaggi da liberare domani. Ma teme una violazione dell’accordo dopo le dichiarazioni di Trump
di Redazione
Tra gli ostaggi potenzialmente interessati ci sono sette uomini di età compresa tra i 50 e gli 85 anni, tra cui Ohad Ben Ami, Eliyahu Sharabi e Itzik Elgert. Altri dieci ostaggi, considerati malati o feriti, sono sulla lista, tra cui Avraham Mengistu e Hisham al-Sayed, detenuti a Gaza da quasi un decennio. Potrebbero anche essere liberati Shiri e i bambini Bibas, ma non si sa se vivi o morti.
Europarlamentari all’Onu: “UNRWA è da chiudere: ha contravvenuto a tutte le sue missioni”
di Ludovica Iacovacci
La lettera dei 30 europarlamentari fa notare che l’agenzia delle Nazioni Unite “ha contravvenuto a tutte le sue missioni” consentendo al gruppo terroristico Hamas nella Striscia di Gaza “di nascondere ostaggi, il che è politicamente, moralmente e legalmente altamente riprovevole” e propone di trasferire le responsabilità sui rifugiati palestinesi all’UNHCR, l’agenzia che si occupa di tutti gli altri rifugiati a livello globale.
La famiglia Bibas: “Yarden ci chiede dove sono la moglie e i figli, ma non abbiamo risposta”
di Redazione
I familiari dell’ostaggio Yarden Bibas, liberato il 1 febbraio insieme a Ofer Calderon e Keith Siegel, hanno chiesto lunedì 3 febbraio al governo di fornire risposte sulla sorte di sua moglie e dei suoi figli, ancora in cattività. “Tutto sembra molto fragile”, ha dichiarato Ofri Bibas, sorella di Yarden, durante una conferenza stampa.
Netanyahu a Washington: si spera nella realizzazione della seconda fase del cessate il fuoco
di Anna Balestrieri
Le trattative sulla seconda fase dell’accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco, che prevedono il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza e dal corridoio di Philadelphi, sono in corso e stanno, secondo il presidente americano Trump, progredendo, ma Netanyahu sembra riluttante ad attuarle senza prima eliminare Hamas. Le autorità israeliane puntano a trasformare queste negoziazioni in un processo più ampio di normalizzazione regionale.
La Giordania chiede l’espulsione di Ahlam al-Tamimi, la mente dell’attentato alla pizzeria Sbarro
di Redazione
Tamimi era stata condannata in Israele nel 2003 a 16 ergastoli per l’attentato alla pizzeria: aveva effettuato una ricognizione del luogo e condotto il terrorista con la cintura esplosiva. Rilasciata nello scambio per il rilascio del soldato Gilad Shalit, dal 2011 ha vissuto liberamente in Giordania, dove ha la cittadinanza, ospitando un programma televisivo, tenendo conferenze e facendo numerose apparizioni pubbliche per esaltare l’attentato.
Diario minimo (di un conflitto). La rimozione automatica dell’intellighenzia italiana
di Luciano Assin
Questa rimozione automatica di qualsiasi forma di critica nei confronti della leadership palestinese presente nella maggior parte dell’intellighenzia italiana è una macchia etica che sarà difficile smacchiare ma a quanto pare non provoca particolari crisi di coscienza per chi la esercita.