di Simona Nessim
Durante la serata intitolata ‘Shidduch in chat’ organizzata da Kesher, martedì 29 maggio si è discusso di come i Testi Sacri intendono il matrimonio e quanto questa visione sia in contrasto con le nuove modalità di incontro messe a disposizione dai social network e da internet.
ebraismo
Parashat Beha’alotèkhà. A volte dal lamento nasce il problema
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Torà non si oppone all’uomo che si lamenta, che critica e reclama, purché abbia una ragione specifica e concreta per farlo. In varie occasioni il popolo di Israele si è lamentato davanti a Dio ed Egli ha accettato le sue lamentele. La Torà ci fa notare che anche Abramo si lamentò di fronte al Creatore, così come, più volte, si lamentò lo stesso Moshé.
A Gerusalemme, Rav Bahbout di Venezia porta alla Knesset la questione ‘conversioni’
di Redazione
Lunedì 28 maggio il rabbino capo di Venezia Scialom Bahbout si è recato alla Knesset per protestare contro il rifiuto del Rabbinato capo di riconoscere la sua corte rabbinica ortodossa e le sue conversioni all’ebraismo.
Arte permessa e vietata nell’ebraismo a centro della serata Kesher (22 maggio)
di Roberto Zadik
“Immagini permesse e immagini vietate” è il titolo della serata di Kesher del 22 maggio condotta da Rav Della Rocca e che ha avuto come ospiti il Rabbino Capo di Torino, Ariel Di Porto e l’esperto di arte Daniele Liberanome.
Parashat Nasò: “Che Dio volga su di te lo sguardo e ti conceda shalom”
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Nella Parashat Nasò si parla di “Shalom”, che non ha lo stesso significato di pace. Pace è la negazione della guerra, è uno stato di non violenza. Shalom, invece, proviene da “shalem”, da “shelemut”, che significano completezza ed integrità. Shalom, per essere tale, presuppone uno stato di tranquillità, sostegno, quiete, calma, concordia, armonia, amicizia. Il concetto di shalom lascia la sua manifestazione visibile nella realtà congiunturale, mentre pone le proprie radici più nel profondo, nel mondo dei sentimenti e delle attitudini vitali dell’uomo.
Parashat Bamidbar
Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Parashat Bamidbar inizia il quarto libro della Torah: “Bemidbar”, “Nel deserto” (Numeri). Il Libro precedente “Vaikrà” (Levitico) è stato dedicato all’insieme delle Leggi sacerdotali, per l’istituzione e l’organizzazione del Tabernacolo, attorno al quale ruota tutta la vita, per i sacerdoti e per il popolo. Ora l’argomento cambia completamente e tratta dell’organizzazione della vita in un posto ostile e inospitale, il deserto, nel quale i B’né Israel dovranno restare per quaranta anni.
Parashat Behar Sinai Bechukotai
Parashat Emor
Un maestro del Sionismo religioso: Joseph Dov Beer Soloveitchik. Il Kol dodì dofek
di Ugo Volli
Esce in edizione italiana Kol dodì dofek – Ascolta, il mio amato chiama, Belforte editore, tradotto da Vittorio Bendaud, con una illuminante prefazione postuma di Rav Laras
Magris: «L’ebraismo mi ha insegnato il senso della speranza, la fede nel futuro»
di Marina Gersony
Tra i grandi scrittori e protagonisti del nostro tempo, Claudio Magris verrà premiato come Uomo dell’Anno 2018 dall’Associazione Museo D’Arte di Tel Aviv (AMATA).
In un’epoca “gommosa”, dove tutto si trasforma, dobbiamo riconquistare uno sguardo fecondo e progettuale sulla vita, dice lo scrittore triestino. E combattere sfiducia e pessimismo, senza mai arrenderci
Dilemma Spinoza: traditore o paladino della libertà di pensiero?
di Paolo Castellano (video di Orazio Di Gregorio)
“Il caso Spinoza e l’ebreo altro” è il titolo della serata organizzata da Kesher il 7 marzo dedicata al filosofo ebreo. A parlarne lo studioso Corrado Augias, il filosofo Mino Chamla e il moderatore Rav Roberto Della Rocca.
Esce per Giuntina “Melodie ebraiche”, l’omaggio di Heinrich Heine a una tradizione ebraica millenaria
di Marina Gersony
Le Melodie ebraiche, scritte da Heinrich Heine ormai prostrato da una paralisi progressiva che lo aveva tenuto per anni inchiodato a letto («un sepolcro di materassi»), è il piccolo gioiello pubblicato da Giuntina a cura di Liliana Giacoponi con la prefazione di Vivetta Vivarelli (Per la traduzione delle Melodie ebraiche è stata usata la traduzione di Giorgio Calabresi, in H. Heine, Romanzero, Laterza, 1953).