ebraismo

Trovare l’amore e il matrimonio nell’era dei social

Feste/Eventi, Kesher

di Simona Nessim
Durante la serata intitolata ‘Shidduch in chat’ organizzata da Kesher, martedì 29 maggio si è discusso di come i Testi Sacri intendono il matrimonio e quanto questa visione sia in contrasto con le nuove modalità di incontro messe a disposizione dai social network e da internet.

Gli ebrei nel deserto nel dipinto di Jacopo Tintoretto

Parashat Beha’alotèkhà. A volte dal lamento nasce il problema

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Torà non si oppone all’uomo che si lamenta, che critica e reclama, purché abbia una ragione specifica e concreta per farlo. In varie occasioni il popolo di Israele si è lamentato davanti a Dio ed Egli ha accettato le sue lamentele. La Torà ci fa notare che anche Abramo si lamentò di fronte al Creatore, così come, più volte, si lamentò lo stesso Moshé.

La parola shalom

Parashat Nasò: “Che Dio volga su di te lo sguardo e ti conceda shalom”

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Nella Parashat Nasò si parla di “Shalom”, che non ha lo stesso significato di pace. Pace è la negazione della guerra, è uno stato di non violenza. Shalom, invece, proviene da “shalem”, da “shelemut”, che significano completezza ed integrità. Shalom, per essere tale, presuppone uno stato di tranquillità, sostegno, quiete, calma, concordia, armonia, amicizia. Il concetto di shalom lascia la sua manifestazione visibile nella realtà congiunturale, mentre pone le proprie radici più nel profondo, nel mondo dei sentimenti e delle attitudini vitali dell’uomo.

Il deserto, protagonista della Parashat Bamdibar

Parashat Bamidbar

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Parashat Bamidbar inizia il quarto libro della Torah: “Bemidbar”, “Nel deserto” (Numeri). Il Libro precedente “Vaikrà” (Levitico) è stato dedicato all’insieme delle Leggi sacerdotali, per l’istituzione e l’organizzazione del Tabernacolo, attorno al quale ruota tutta la vita, per i sacerdoti e per il popolo. Ora l’argomento cambia completamente e tratta dell’organizzazione della vita in un posto ostile e inospitale, il deserto, nel quale i B’né Israel dovranno restare per quaranta anni.

Parashà Behar Sinai

Parashat Behar Sinai Bechukotai

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
Articolo di Rabbi Jonathan Sacks dal titolo “Minority Rights”, commento parasha Behar Sinai
Uno degli aspetti più significativi della Torah è l’enfasi che essa pone sull’amore e sulla protezione rivolti al gher, lo straniero: Non opprimere lo straniero; voi conoscete l’animo dello straniero, poiché siete stati stranieri in terra d’Egitto (Esodo 23:9).
La preparazione del lechem hapanim di cui si parla nella parashat Emor

Parashat Emor

Appunti di Parashà a cura di Lidia Calò
La Parashàh di Emor descrive gli standard di purità e perfezione che deve tenere il Cohen; specifica i dettagli fisici necessari in un sacrificio e cosa bisogna fare se un’offerta ha un difetto; vengono proclamate le festività di Shabbat, Pesach, Shavuot, Rosh HaShanàh, Yom HaKippurim e Sukkot.

Magris: «L’ebraismo mi ha insegnato il senso della speranza, la fede nel futuro»

Personaggi e Storie

di Marina Gersony
Tra i grandi scrittori e protagonisti del nostro tempo, Claudio Magris verrà premiato come Uomo dell’Anno 2018 dall’Associazione Museo D’Arte di Tel Aviv (AMATA).
In un’epoca “gommosa”, dove tutto si trasforma, dobbiamo riconquistare uno sguardo fecondo e progettuale sulla vita, dice lo scrittore triestino. E combattere sfiducia e pessimismo, senza mai arrenderci

heinrich Heine, di cui esce ora per Giuntina 'Melodie ebraiche'

Esce per Giuntina “Melodie ebraiche”, l’omaggio di Heinrich Heine a una tradizione ebraica millenaria

Libri

di Marina Gersony
Le Melodie ebraiche, scritte da Heinrich Heine ormai prostrato da una paralisi progressiva che lo aveva tenuto per anni inchiodato a letto («un sepolcro di materassi»), è il piccolo gioiello pubblicato da Giuntina a cura di Liliana Giacoponi con la prefazione di Vivetta Vivarelli (Per la traduzione delle Melodie ebraiche è stata usata la traduzione di Giorgio Calabresi, in H. Heine, Romanzero, Laterza, 1953).