7 ottobre 2023

“Stupro come arma di guerra”: il nuovo report che inchioda Hamas per violenze sessuali sistematiche 

Israele

di Anna Balestrieri
Attenzione: prima di procedere con la lettura del seguente articolo, è importante avvertire il lettore della natura estremamente impressionante e sconvolgente del suo contenuto, che potrebbe urtare la sensibilità di alcuni lettori. Un nuovo rapporto redatto dal Dinah Project documenta in modo dettagliato e scioccante l’uso della violenza sessuale da parte di Hamas durante l’attacco del 7 ottobre 2023.

Cinque soldati israeliani uccisi e 14 feriti in un’operazione a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza 

Israele

di Anna Balestrieri
Cinque soldati israeliani sono rimasti uccisi e altri quattordici feriti lunedì sera durante un’operazione dell’IDF nella zona di Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. “Erano ragazzi di valore, tutti haredi. Spesso non hanno il sostegno delle loro famiglie, ma dimostrano una dedizione incredibile. Meritano rispetto e il pieno supporto della società”

poster ostaggi israeliani (foto ©Anna Balestrieri)

Verso una tregua a Gaza? Segnali di apertura tra Hamas, Israele e Stati Uniti

Mondo

di Anna Balestrieri
La proposta di tregua prevede: lo scambio di prigionieri (10 ostaggi vivi e18 corpi in cambio di terroristi palestinesi); ritiro dell’IDF alle posizioni precedenti al 2 marzo; ripristino del meccanismo ONU per gli aiuti umanitari; impegno a proseguire i negoziati anche nel caso in cui non si arrivi subito a un’intesa complessiva sulla fine della guerra.

Vite e storie di un paese multiforme

Libri

di Nathan Greppi
Nonostante le sue sfaccettature, dopo il 7 ottobre ha iniziato a prevalere nell’immaginario collettivo una percezione piatta e superficiale dello Stato Ebraico, che rifiuta la complessità e inquina il dibattito pubblico. Una percezione alla quale ha cercato di opporsi il giornalista David Parenzo, il quale ha dedicato a questo argomento il suo ultimo libro, Lo Scandalo Israele.

Due ostaggi israeliani uccisi il 7 ottobre: recuperati i corpi a Khan Younis

Israele

di Anna Balestrieri
Uno dei corpi identificati è quello di Yair Yaakov, 59 anni, rapito da casa sua nel kibbutz Nir Oz e assassinato da membri del gruppo estremista Jihad Islamica Palestinese durante l’assalto. Il secondo corpo appartiene anch’esso a un abitante di Nir Oz, anch’egli rapito e ucciso nella stessa giornata; il nome sarà reso pubblico successivamente.

Israele oltre i 600 giorni: tra conflitto, critica e responsabilità condivisa

Eventi

di Davide Servi
L’evento, promosso dall’Associazione Italia Israele di Milano, in collaborazione con Lech Lechà e con il patrocinio dell’Associazione Italiana Amici dell’Università di Gerusalemme, ha voluto offrire non solo una fotografia della crisi, ma anche uno spazio di riflessione critica e costruttiva su ciò che Israele, la sua diaspora e la comunità internazionale possono e devono ancora fare.

La presidente dell'Ucei Noemi Di Segni

Ucei. “Manifestazioni per Gaza: cosa ci aspettiamo”

Italia

di R.I.
In un comunicato accorato, la presidente Noemi Di Segni esprime le preoccupazioni del mondo ebraico italiano per la guerra a Gaza, i civili morti da ambedue le parti, ma anche per la scelta di portare solo le bandiere palestinesi nelle manifestazioni del 7 giugno. E non solo.

Il confine che resiste: voci e volti di Sderot. Il racconto di un viaggio in una città ferita che vuole vivere

Personaggi e Storie

di Davide Cucciati
Il racconto del mio secondo viaggio a Sderot dal 7 ottobre. Qui si combatteva casa per casa. Ora si incrociano i soliti bunker: tanti, ovunque. Ma rispetto al passato, noto qualcosa di nuovo. Alcuni sono stati trasformati, resi belli e decorati con disegni, con colori vivaci, con raffigurazioni di tramonti, di animali, persino di cani sorridenti. Probabilmente Sderot non vuole vivere nei bunker ma con i bunker.

Il ritorno a casa di Gadi e Judy Haggai: un dolore che chiede giustizia

Israele

di Anna Balestrieri
Gadi, 73 anni, e Judy, 70, sono stati uccisi mentre passeggiavano nei pressi del kibbutz. La famiglia, in una dichiarazione pubblica, ha espresso sollievo per la possibilità di dare loro una degna sepoltura in patria, ma ha aggiunto che “i nostri cuori non saranno interi finché tutti i 12 ostaggi di Nir Oz – e i 56 in totale – non saranno riportati a casa”.