7 ottobre 2023

La famiglia di Yarden Bibas lancia una campagna per aiutarlo a ricostruirsi una vita dopo il 7 ottobre

Israele

di Maia Principe
La raccolta fondi ha raggiunto più di 1,7 milioni di dollari lunedì 17 a mezzogiorno, dopo due giorni dal lancio. I fondi, raccolti attraverso la fondazione Lehosheet Yad (Lend a Hand), serviranno a fornire all’uomo, che ha perso quel giorno moglie, figli e casa “supporto professionale, assistenza per la salute mentale e risorse finanziarie per riacquistare gradualmente un senso di normalità”.

Valsesia, la “Terra Promessa” in provincia di Vercelli, è la nuova casa degli israeliani in fuga dal conflitto

Italia

di Pietro Baragiola
In un territorio a rischio di desertificazione demografica, un ebreo italiano residente in Israele ha sviluppato il progetto Baita per accogliere i tanti israeliani che stanno lasciando il Paese. Nel 2024 più di 80 famiglie si sono trasferite e 400 di loro sono soci del Progetto. Un esempio di iniziativa e integrazione con la gente della zona, che apprezza questa novità.

Ieri come oggi, il Keren Hayesod a fianco di Israele per (ri)costruirsi e pensare al domani

di Ilaria Myr
Più di 270 persone hanno riempito le Officine del Volo il 10 marzo per stringersi intorno allo storico ente che da 105 anni aiuta il popolo ebraico e lo Stato di Israele, impegnato oggi a ricostruire la propria resilienza dopo il 7 ottobre. Come ha evidenziato la toccante testimonianza di un riservista, rimasto ferito a Gaza, oggi disabile e affetto da PTSD.

Antisemitismo da record nei campus americani ma le università cominciano a rispondere. Mentre Trump taglia i fondi alla Columbia

Mondo

di Francesco Paolo La Bionda
Degli 85 istituti già censiti un anno fa, circa il 45% ha apportato cambiamenti significativi alle policy per affrontare le attività antisemite nei campus. Quasi tutte le scuole hanno rivisto le loro direttive riguardo alle manifestazioni, a seguito delle proteste anti-israeliane che sono scoppiate nei campus di tutto il paese l’anno scorso.

L’inferno sotto Gaza e il ritorno alla tragedia: la storia di Eli Sharabi, che incontrerà Trump alla Casa Bianca

di Marina Gersony
L’ex ostaggio, liberato l’8 febbraio, in un’intervista di un’ora al canale Keshet 12 ha raccontato i dettagli della sua lunga prigionia nei tunnel di Gaza, affamato, incatenato, picchiato. E non lo fa per sé, ma per chi è ancora là sotto, intrappolato nell’oscurità. Lo fa per il suo giovane amico Alon Ohel e per tutti gli ostaggi ancora intrappolati. «Nessuno, nessuno, là sotto deve essere lasciato indietro. Nessuno va dimenticato».