Kate Winslet in una scena del film 'Lee'

Toronto Film Festival: debutta “Lee”, il film sulla coppia di fotografi che svelò gli orrori della Shoah

Spettacolo

di Pietro Baragiola
Sabato 9 settembre nelle sale del Toronto International Film Festival, in Canada, si è mostrata la premiere mondiale di “Lee” il nuovo film con protagonista il premio Oscar Kate Winslet.

Basata sulla carriera della celebre corrispondente di guerra Lee Miller, la trama ripercorre la collaborazione tra la protagonista e il fotografo ebreo David E. Scherman per documentare gli eventi della Seconda guerra mondiale. Insieme, i due fotografi scattarono una delle immagini più iconiche del ‘900: la fotografia di Miller nella vasca da bagno di Adolf Hitler.

“Miller capiva il significato del calpestare il tappeto da bagno di Hitler con gli stivali pieni del fango di Dachau” spiegò la regista Ellen Kuras durante un’intervista al magazine Vanity Fair.

L’attore e comico Andy Samberg è stato considerato dai critici la scelta perfetta per interpretare David E. Scherman e accompagnare Kate Winslet insieme ad un cast eccezionale formato da Alexander Skarsgård, Marion Cotillard, Andrea Riseborough e Noémie Merlant.

Tratto dal libro Le vite di Lee Miller di Antony Penrose (il figlio della fotografa), Lee uscirà nelle sale cinematografiche nel dicembre 2023.

La storia di Lee Miller e David E. Scherman

Da modella e musa della rivista Vogue fino a diventare una delle più grandi fotografe di guerra del ‘900, Lee Miller è stata chiamata “la donna che visse molte vite”.

Nata il 23 aprile 1907 a Poughkeepsie, la sua infanzia fu un vero inferno psicologico vissuto tra gli abusi sessuali subiti a 7 anni e le foto ammiccanti scattate dal padre. Nel 1927 però la sua vita subì una svolta colossale grazie all’incontro a New York con Condé Montrose Nast, editore delle più grandi riviste di moda del mondo, che la salvò dall’essere investita da un pirata della strada. Folgorato dalla bellezza della donna, Nast decise subito di assumerla come modella, dedicandole la copertina di Vogue del marzo 1927. In breve tempo Lee divenne l’indossatrice più ammirata del mondo della moda finché, in seguito ad uno scandalo, decise di abbandonare la carriera di modella e trasferirsi a Parigi per imparare il mestiere di fotografa dal maestro (e in seguito amante) Man Ray.

Creando ritratti fotografici per artisti del calibro di Pablo Picasso, Fred Astaire e Marlene Dietrich, Lee affinò sempre di più le sue doti finché, nel 1932, decise di tornare a New York per aprire il suo primo studio fotografico, riallacciando la collaborazione con Vogue sia come modella che come fotografa.

“Voglio vedere le cose da vicino, voglio sporcarmi le mani. Ho bisogno di emozioni forti e non ho paura di nulla” con queste parole Lee Miller spiegò la sua implacabile passione per la fotografia che la portò, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, a scendere in prima linea come corrispondente di guerra.

Fu proprio durante la guerra che entrò in contatto con David E. Scherman, uno dei fotografi incaricati dalla rivista Life per coprire gli eventi del conflitto. Nato da una famiglia ebraica, Scherman passò alla storia come il più longevo collaboratore di Life, lavorando per il magazine dal 1936 al 1972 e diventando l’unico fotografo dello staff ad essere promosso redattore.

Tra il 1939 e il 1945 Miller e Scherman documentarono gli orrori della Seconda guerra mondiale grazie ai loro scatti audaci, arrivando per primi in territori di guerra inesplorati e segnando per sempre la storia della fotografia.

Le fotografie storiche

Molte delle fotografie scattate da Scherman e Miller, ora conservate al Paul Getty Museum di Los Angeles, al MOMA di New York e all’Art Institute di Chicago, mostrarono al mondo alcune delle battaglie più importanti della Seconda guerra mondiale (l’invasione del D-Day in Europa, lo sbarco in Normandia e la liberazione di Parigi), talvolta persino contribuendo alle vittorie degli Alleati.

Un esempio di ciò accadde nell’aprile del 1941, prima che gli Stati Uniti entrassero in guerra. In quel periodo Scherman era diretto a Città del Capo a bordo di una nave egiziana quando quest’ultima venne improvvisamente bombardata da un incrociatore nazista camuffato da mercantile. Quando i tedeschi scoprirono che c’erano alcuni americani a bordo del battello, li trasferirono su una scialuppa per essere rimpatriati ma non prima che Scherman riuscisse a scattare furtivamente alcune foto dell’incursore. Una volta in America queste immagini vennero pubblicate su Life e utilizzate dalla marina britannica per identificare l’incrociatore nazista e affondarlo una volta per tutte.

Lee Miller nella vasca di Adolf Hitler

 

Negli anni a seguire Scherman e Miller furono i primi fotoreporter ad entrare nella città di Norimberga e a svelare gli orrori dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau. La più iconica di tutte queste serie fotografiche venne scattata proprio poche ore dopo la liberazione di Dachau, il giorno del suicidio di Adolf Hitler.

Era il 30 aprile 1945 quando nella città di Monaco di Baviera, Miller e Scherman raggiunsero il 179° Reggimento del 45° Corpo d’Armata americano, facendo irruzione al numero 16 di Prinzregentenplatz: l’appartamento privato del Führer. Aggirandosi tra i numerosi oggetti di porcellana e argenti con incise le iniziali A.H. e la svastica nazista, i due fotografi arrivarono nella stanza da bagno dove Miller, sentendo il bisogno di lavarsi di dosso il fetore dei campi di concentramento, riempì la vasca e vi si immerse.

Durante questo bagno purificatore, su sua richiesta, Scherman le scattò una serie di 7 fotografie, tutt’ora considerate tra le più controverse del XX secolo. Ogni minimo dettaglio di queste immagini fu curato alla perfezione da Miller: la donna era al centro della vasca mentre alla sua sinistra si trovava un dipinto del Führer e alla sua destra una statuetta di Venere. Nella foto lo sguardo di Hitler sembra rivolto verso Lee mentre lei guarda da tutt’altra parte, ignorando completamente gli occhi implacabili del dittatore e continuando a lavarsi la spalla con un panno umido.

“Ho lavato via lo sporco di Dachau nella sua vasca” affermò Miller spiegando che, per puro sfregio, decise di lasciare gli stivali incrostati del fango del campo di sterminio sul tappetino bianco del bagno.

Nella seconda serie di scatti, la fotografa cedette il posto nella vasca a Scherman, riprendendolo mentre si lavava con vigore nella doccia. “Quest’immagine ha un grande impatto emotivo in quanto Scherman era ebreo e quella mattina lui e mia madre erano stati a visitare un tipo di doccia ben diverso: le camere a gas di Dachau” raccontò Antony Penrose, figlio di Miller, soffermandosi sul fatto che, per aggiungere significato alla foto, il ritratto di Hitler venne spostato dietro ad un portasapone, per rievocare le brutalità commesse nei campi. “Era un modo per segnare in maniera simbolica la fine del Reich e lavarsi via gli orrori della guerra senza dimenticarne le atrocità”.

Antony raccontò le imprese di Scherman e Lee nel suo libro Le vite di Lee Miller che venne adattato sul grande schermo nel film Lee, il debutto alla regia di Ellen Kuras.

Kate Winslet, protagonista in “Lee”

La trama del film inizia nel 1938 quando, con la minaccia del conflitto imminente, Lee segue l’amore della sua vita, Roland Penrose (Alexander Skarsgard), a Londra, trovando lavoro come fotografa per British Vogue. Con lo scoppio della Seconda guerra ,ondiale, frustrata dai limiti della sua nuova posizione, Lee ottiene un accredito di guerra e si dirige in prima linea a documentare la devastazione delle battaglie in Europa. Dopo essere sopravvissuta a stento all’assedio di Saint-Malo, la fotografa unisce le forze con l’amico e collega David E. Scherman (Andy Samberg) dando vita agli scatti che raccontarono gli orrori e la disfatta del nazismo.

L’idea del film nacque dopo che Ellen Kuras finì di leggere il libro di Penrose e, avendo trovato numerose somiglianze tra il carattere di Lee Miller e quello di Kate Winslet (con cui aveva precedentemente lavorato al pluripremiato Se mi lasci ti cancello), decise di mandare una copia del racconto all’attrice. Diversi anni dopo Winslet si dimostrò entusiasta di adattare la storia sul grande schermo e contattò Kuras per iniziare insieme il progetto.

“Lee Miller aveva un grande senso dell’ironia. Anche se non l’abbiamo visto nelle fotografie, volevamo essere in grado di catturarlo” spiegò Kuras, orgogliosa del suo debutto alla regia.

Le riprese iniziarono nel settembre 2022 in Croazia ma vennero subito interrotte in seguito ad una caduta della protagonista il primo giorno durante la scena del bombardamento di Saint-Malo. Nonostante ciò le riprese ricominciarono presto e vennero concluse con successo agli inizi di dicembre grazie alla grande tenacia di Kate Winslet di portare a termine il suo lavoro nonostante tutto: una determinazione che, secondo Kuras, la rese perfetta per il ruolo dell’intrepida Lee Miller.