Mezzo secolo fa la Guerra del Kippur devastava Israele: le migliori canzoni che ne furono la cupa “colonna sonora”

di Roberto Zadik

Gli anni ’70 per Israele furono sicuramente un decennio assai difficile in cui il Paese venne lacerato da eventi tragici come la Guerra del Kippur, senza dimenticare la strage di atleti alle Olimpiadi di Monaco l’anno prima e l’eroica Operazione Entebbe nel luglio 1976. Nonostante questo, proprio in quelli anni, musicalmente lo Stato ebraico stava vivendo un periodo estremamente vivace, con un’esplosione di talenti e di canzoni memorabili.

 

Mentre nell’ottobre 1973, Egitto e Siria si scatenavano contro lo Stato ebraico, alcuni fra i più grandi cantautori del Paese iniziavano ad affermarsi influenzati, soprattutto da parte ashkenazita, dal rock angloamericano dell’epoca e dal desiderio di abbandonare il retaggio famigliare, per creare una nuova identità israeliana anche attraverso la musica. Fra i successi di quell’anno, citando la lista apparsa lo scorso 21 settembre sul sito plus6j.au e commentata dal giornalista Shahar Burla ci furono melodie decisamente malinconiche e assai poetiche che riflettevano la tensione e il senso di delusione e smarrimento che serpeggiava specialmente fra i giovani del Paese, dopo i trionfi e l’euforia della Guerra dei Sei Giorni avvenuta nel giugno 1967 solamente sei anni prima.

Ma quali furono queste canzoni? Il testo inizia dall’acclamata poetessa Naomi Shemer, famosa per Yerushalaim shel zahav (Gerusalemme d’oro) successo trionfale della Guerra dei Sei Giorni che firmò, nel 1973 l’emozionante Lu Ye Hi (Lascia che sia) portata al successo dalla talentuosa cantante ebrea polacca Chava Alberstein.

 

Inizialmente la Shemer pensava nell’estate di quell’anno a una versione in ebraico di Let It Be, struggente brano che siglava lo scioglimento dei Beatles nel 1970, ma allo scoppio della Guerra tutto cambiò. Fu il suo secondo marito, Mordechai Horowitz, a spingerla a riscrivere il testo adattandolo a quello che stava accadendo e il brano venne eseguito per la prima volta alla tv israeliana durante la festività di Sukkot

 

Proseguendo fra i grandi interpreti della canzone israeliana che si ispirarono alla Guerra del Kippur,  citiamo  la bellissima Milchama Achrona (L’ultima guerra) eseguita dal carismatico frontman di origini turche Yeoram Gaon. Il cantante decise di eseguire il brano sul Sinai davanti ai soldati commossi invitando sul palco il compositore della musica del brano, Dobi Setzer a stare accanto a lui durante l’esibizione. Il pubblico non perse tempo e chiese che i due componessero un nuovo brano dedicato ai paracadutisti dell’esercito. Assieme a Naomi Shemer e Yeoram Gaon, un’altra grande firma della musica pop israeliana che emerse in quel periodo fu il cantautore melodico di origini romene Shlomo Artzi che realizzò la splendida Shir Haial (Il canto del soldato) utilizzando il testo scritto, nell’ottobre 1973 dal capitano dell’Idf Nimrod Gaon che venne ucciso allo scoppio della Guerra nelle vicinanze del Canale di Suez.

 

Le parole della futura canzone di Artzi furono prese dalla biografia di Gaon scritta dai suoi genitori Sono un soldato, ragazza mia non piangere, che conteneva questa poesia che il militare dedicò alla fidanzata Amalia poco prima di morire. Un testo profondo e colto, con vari rifermenti alla musica americana anni ’70 e a Janis Joplin, pieno di solitudine e di nostalgia verso la famiglia, che colpì talmente tanto Artzi che decise di trasporlo in musica.

 

Proseguendo nella lista delle canzoni della Guerra dell’ottobre 1973 va ricordato il cantautore di alto livello come Meir Ariel, poeta sornione e lucidamente pessimista, che prima della fama raggiunta nel 1978 con la sua splendida Canto del dolore (Shir Ke’ev), scrisse durante quell’anno Laila Shaket Avar Kohoteinu Be Suez (Una notte tranquilla per il nostro esercito a Suez). Oltre che carismatico cantautore, scomparso nel 1999 a soli cinquantasette anni per una rara infezione, Ariel prestò servizio nell’esercito come riservista sul Sinai. Nel testo, nella prima parte, c’è un brano tratto dal grande Hemingway e dal suo romanzo, uscito nel 1970, Isole nella corrente mentre nel resto della sua composizione egli racconta della sua esperienza come militare, mentre osservava il nemico col binocolo nelle lunghe ore di attesa sul fronte.

 

In conclusione, l’articolo di   plus6j.au cita anche un importante paroliere della canzone israeliana contemporanea recentemente scomparso come Yeonatan Geffen, che collaborò a lungo con il chitarrista David Broza e che qui viene nominato con una sua canzone minore come Atem Zochrim et ha Shirim? (Vi ricordate delle canzoni?) e che descrive il senso di disillusione, di sofferenza e di paura che colpirono Israele dopo quella Guerra così breve e tragica. Apparsa sul quotidiano Maariv nel febbraio 1974, il brano era dedicato ai bambini dell’insediamento Nahalal che perse sette dei suoi membri in quel conflitto.