Beni Gassenbauer, l’acquarellista israeliano più famoso nel mondo: l’intervista

Arte

In alto: Outside the walls, watercolor, 56x38cm

di Michael Soncin
È l’acquerellista vivente più noto in Israele, ed uno dei più grandi della sua generazione, conosciuto a livello internazionale, con lavori apparsi sulle riviste di settore, tra le più note, come l’Art de l’Aquarelle o Pratique des Arts.

Beni Gassenbauer, classe 1949, ha lasciato la Francia, dove è nato, più di quarantacinque anni fa per trasferirsi in Eretz Israel: «Vivevo nell’Alsazia a Colmar, zona vicina al confine con Germania, ed era un posto alquanto antisemita. Nel 1976 ho poi deciso di fare l’Aliyah».

Jerusalem, watercolor, 76x56cm

La magia della luce di Gerusalemme
Quando guardate un suo dipinto, in prima istanza, cercate di non farvi distogliere dalla bellezza del soggetto rappresentato, ma in particolare, quando si parla di paesaggi, tema predominante nelle sue opere, sforzatevi di cogliere un dettaglio ben preciso: la luce.

È lei la vera protagonista nelle sue rappresentazioni. Non è una luce come le altre, soprattutto quando parliamo della luce di Gerusalemme. «Questa è l’unica cosa che mi interessa rappresentare: la luce di Gerusalemme. Perché ha una luce molto speciale, molto forte, mi piace dipingerla, rappresenta il contrasto. Gerusalemme si trova a 800 metri di altezza, sopra il livello del mare; quindi, l’aria è molto pura e il contrasto è forte. Nella tecnica dell’acquarello non c’è il colore bianco, o meglio, tradizionalmente parlando, non andrebbe utilizzato. Il bianco si ottiene dalla carta. Perciò quando si dipinge la luce, si dipinge il contrasto che c’è intorno alla luce, lasciando la carta bianca», racconta con vivissima passione.

Spices, watercolor, 76x57cm

I soggetti rappresentati
Il suo è un lavoro in continua evoluzione, che continua a mutare, come i suoi soggetti: il quartiere della Città Vecchia, il villaggio di Ein Karem, il mercato con le sue spezie, i vicoli, le scalinate, la vista della città, sono i soggetti da lui dipinti, dove però il paesaggio sembra essere una costante. «Qualche anno fa dipingevo molto delle varie zone della città di Gerusalemme, mentre ora mi sto concentrando di più sui paesaggi al suo esterno».

Hope, watercolor, 38x56cm

Dalle pinzette ai pennelli
Nonostante abbia dipinto, praticamente da sempre, acqua e colori non sono stati il suo primo mestiere: «Prima ero un dentista, ma dipingevo da quand’ero bambino. Invece, all’età di 40 anni, sono diventato meno un dentista e più un pittore. Successivamente quando mia moglie è andata a lavorare in Svizzera per due anni, ho deciso in quel momento di chiudere definitivamente con la carriera medica e sono andato con lei, dove ho iniziato a impartire le mie prime lezioni di acquarello, facendo a Losanna una grande mostra».

Ed è grazie a quella mostra che dalla Cina, una delle patrie per eccellenza dell’arte dell’acquarello nel mondo, vedono i suoi lavori e lo invitano per una mostra. Finirà poi per essere chiamato da altre gallerie cinesi, andando in Cina almeno cinque volte, ad oggi, tra due mostre personali e collettive.

Looking westwards, watercolor, 76x56cm

L’acqua è il motore che accende l’ispirazione
C’è qualche gallerista che ha provato a proporgli di dipingere ad olio, spiegandogli che avrebbe potuto aggiungere qualche zero di più alla vendita dei suoi lavori. Ma pur ammirando la tecnica dell’olio, Beni Gassenbauer ha chiaramente spiegato che è l’acqua e non l’olio, a far vibrare più che mai le corde della sua creatività. «La preferisco rispetto a tutte le altre tecniche, perché dipingendo con gli acquerelli si possono ottenere tanti effetti diversi. Da asciutto su bagnato (senza inumidire la carta prima di dipingere), a bagnato su bagnato (inumidendo la carta). Io cerco di usare entrambi, per ottenere rese differenti. Parlando della grana della carta, preferisco alla liscia, la tipologia a grana grossa, che permette di ottenere la texture speciale che io tanto desidero».

Non si fa scrupoli, se fosse per lui continuerebbe, con la passione che lo contraddistingue, a raccontarci i segreti del suo mestiere, come se niente fosse. Un sapere che ama condividere anche nei suoi laboratori, conosciuti all’inglese con il nome di ‘workshop’, dove gli acquerellisti o aspiranti tali, possono assistere ad una sua dimostrazione mentre esegue un dipinto, per imparare nuove tecniche da rielaborare successivamente nella propria arte. Una sorta di bottega che negli ultimi anni diversi artisti hanno sempre più messo in pratica. Oltre ai workshop, che tiene in diverse località, Gassenbauer ha all’attivo a Gerusalemme dei corsi di acquerello, per preparare le nuove generazioni israeliane cultrici come di acqua e pigmenti.

Grove at sunset, watercolor, 76x56cm

 L’acquerello in Israele: una tecnica da promuovere partendo – anche – dall’Italia
Il maestro spiega che al momento non c’è un vero riconoscimento per questa tecnica in Israele, perché i galleristi, come del resto in molti altri paesi, sono maggiormente interessati ai lavori ad olio. «È risaputo il posto ideale è l’Estremo Oriente: Cina, Giappone, Corea. Lì, un pittore che adopera gli acquerelli è visto come una celebrità.

Da quando ha iniziato a partecipare al festival internazionale Fabriano in Acquarello, che si tiene ogni anno in Italia – partendo da Bologna per poi arrivare a Fabriano, ha scovato nuovi pittori israeliani interessati all’acquerello. «Ora siamo in molti a promuovere l’arte dell’acquerello in Israele, così si comincia, questo è l’inizio! Forse questo porterà nuove persone a questa tecnica, anche attraverso il mio studio dove insegno a Gerusalemme».

Locked, watercolor 56x38cm (opera esposta a Fabriano in Acquarello 2024)

A Fabriano in Acquarello si trovano artisti provenienti da ogni angolo del globo. Per l’edizione 2024 sono presenti 1846 artisti da 82 paesi. Ogni paese è formato da un insieme di artisti selezionati e capitanato dal suo artista leader, come Beni Gassenbauer che assieme al suo gruppo di acquerellisti rappresenta la squadra israeliana. Durante queste giornate, oltre a vedere esposti dal vivo i lavori degli artisti è possibile assistere ai loro workshop e conoscere ed incontrare i rappresentanti dei marchi di acquerelli più pregiati arrivati apposta per la manifestazione, da tutto il pianeta. Dal sito ufficiale dell’evento, non solo si possono trovare maggiori informazioni, ma è possibile vedere la mostra online con tutti i lavori selezionati: artista per artista, nazione per nazione. Dopo previa registrazione gratuita si può inoltre votare l’acquerellista preferito, cliccando semplicemente sul dipinto.

Gai Ben Hinom, watercolor, 76x56cm

I miei artisti
Tutti compresi i più grandi maestri hanno dei modelli di riferimento, anche generalmente parlando, degli artisti, che sono stati per loro d’ispirazione. Gassenbauer menziona in primis il maestro per antonomasia dell’acquarello William Turner; l’artista americano Andrew Wyeth (1917-2009), «un magnifico del realismo»; Anna Ticho (1894-1980) pittrice israeliana di origini austriache del Novecento, nota per i suoi bellissimi disegni paesaggistici di Gerusalemme; Marek Yanai (1946), artista della tecnica ad olio e acquarello, senior lecturer alla Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme.

Shana Tova, watercolor

Innamorato del Belpaese
«Amo l’Italia. La cultura, il passato, ogni posto qui è così bello. Puoi dipingere qualsiasi cosa». Racconta anche che sta pensando di fare un workshop, probabilmente nella terrà dei cedri, cioè in Calabria, dove Tropea è una delle tappe.

Beni Gassenbauer

Per conoscere le opere di Beni Gassenbauer potete consultare il sito personale di riferimento, oltre alla pagina Facebook e Instagram, cliccando direttamente sui rispettivi.

Crediti fotografici: Beni Gassenbauer