In Brasile, episodi di antisemitismo aumentati del 1000%

Mondo

di Nathan Greppi
Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, il Brasile ha adottato posizioni ambigue sul conflitto: l’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha accusato a più riprese il governo di Gerusalemme di commettere un genocidio a Gaza, al punto da venire dichiarato “persona non grata” in Israele.

Negli ultimi mesi, si è intensificata nel paese sudamericano anche l’allerta per potenziali attentati terroristici: alla fine del 2023, la polizia federale brasiliana sventò un possibile attentato pianificato da Hezbollah, che stava reclutando cittadini brasiliani per colpire la comunità ebraica, la quale in Brasile contava circa 90.000 persone nel 2023.

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva

Per capire come stanno vivendo la situazione gli ebrei brasiliani, abbiamo parlato con il team dell’Osservatorio Ebraico dei Diritti Umani del Brasile (noto anche con la sigla OJDHB), che monitora e denuncia gli episodi di antisemitismo nel paese, nonché le discriminazioni nei confronti di altre categorie (donne, omosessuali, neri, popolazioni indigene, ecc.). Nel corso della discussione, ci ha aiutati come interprete dal portoghese Graziano Mazzocchini, ricercatore e docente italiano naturalizzato brasiliano.

“L’antisemitismo è sempre esistito nella società brasiliana, già da prima del 7 ottobre, e si tratta certamente di un antisemitismo strutturale, come sono strutturali altre forme di razzismo”, racconta Claudia Heller dell’OJDHB. “Ma se in precedenza l’antisemitismo veniva veicolato soprattutto da gruppi di estrema destra e neonazisti, ciò a cui si è assistito dopo il 7 ottobre è che all’estrema destra si è aggiunto un antisemitismo proveniente da certi settori dell’estrema sinistra. Questi non si limitano a criticare le attuali politiche israeliane, ma attaccano l’esistenza stessa d’Israele”.

Dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas, “le statistiche disponibili dicono che gli incidenti di natura antisemita sono aumentati del 1000%”, dichiara la giornalista e ricercatrice Gabriela Franco. “Questo è un dato scioccante poiché, nonostante l’antisemitismo strutturale e latente, il Brasile è sempre stato percepito come un paese molto aperto e tollerante, dove la presenza ebraica era ben accetta”.

Claudia Heller

Rispetto a quello che succede ad esempio negli Stati Uniti o in Francia, spiega la Heller, “qui in Brasile l’antisemitismo, nella stragrande maggioranza dei casi, si è manifestato attraverso la violenza verbale, tramite insulti, ma per fortuna non ci sono state molte aggressioni fisiche o peggio, almeno finora. Ciò differenzia il Brasile anche da altri paesi latinoamericani, come l’Argentina, dove ci furono gli attentati all’Ambasciata israeliana nel 1992 e al centro ebraico AMIA nel 1994, del quale oggi sappiamo che i responsabili furono gruppi terroristici legati allo scacchiere mediorientale. Nulla di tutto ciò è presente qui da noi, perlomeno a quei livelli”.

A proposito dello sventato tentativo di organizzare un attentato in Brasile da parte di persone legate a Hezbollah, aggiunge che “da un lato, il pubblico ministero e la polizia federale hanno svolto un lavoro abbastanza discreto e meticoloso, come hanno dimostrato questi arresti. Ma dall’altro lato, vediamo che i consulenti dell’attuale governo brasiliano negano o minimizzano la presenza diretta di gruppi terroristici di matrice islamista qui in Brasile. Su quest’ultimo atteggiamento, esistono due possibili interpretazioni: o lo fanno per non scatenare il panico nella società, oppure è un negazionismo sistematico del fenomeno”.

Per quanto riguarda invece la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi problemi, Mazzocchini afferma che da parte dell’OJDHB “ci sono state delle iniziative nelle scuole per sensibilizzare le persone sul tema della violenza antisemita. Inoltre, l’Osservatorio lavora anche su altri tipi di violenze, come alcuni attacchi da parte dell’estrema destra. Dal 2019 viene pubblicato un report annuale, che raccoglie episodi relativi a discorsi antisemiti e neonazisti. Il report che uscirà quest’anno cercherà di tenere conto anche del nuovo spettro di discorsi antisemiti, che possono provenire anche da alcuni settori di sinistra e progressisti”.