Consiglio della Comunità: clima teso e chiusura anticipata

di Redazione

Uno dei Consigli più partecipati della storia recente della Comunità, con quasi 80 persone collegate via zoom, è iniziato seguendo l’ordine del giorno per poi accendersi nel finale in toni esasperati ed estremamente tesi. Nonostante la convocazione del Consiglio facesse capire che l’argomento più scottante (il messaggio del presidente Walker Meghnagi alla convention di Fratelli d’Italia, che ha sbattuto la CEM sulle prime pagine dei quotidiani nazionali) sarebbe stato trattato “a porte chiuse”, il pubblico, così come i consiglieri di Milano ebraica, hanno manifestato il loro disappunto per questa scelta. “Meghnagi, in quanto presidente, ha coinvolto tutta la Comunità nel suo messaggio a La Russa e Meloni: abbiamo il diritto di ascoltare il dibattito su questo argomento”, è stato detto da parte di diversi iscritti.

Esattamente alle 9:05 minuti, con già 50 iscritti collegati, che saliranno a 80 nel corso del dibattito, Sara Modena, coordinatrice del Consiglio presenta il primo  punto all’ordine del giorno (approvazione dei verbali precedenti) che è stato approvato. Il punto successivo, più lungo e dettagliato, è stato quello sulla Scuola con l’assessore  Dalia Gubbay che ha parlato del grande lavoro fatto con il nuovo Preside Camerini, dei progetti di valorizzazione del lavoro del personale della scuola e della creazione di focus di gruppo su diverse tematiche. La massima attenzione viene data ai docenti,  alla loro formazione e aggiornamento. “Cerchiamo di tenere con noi i più validi, anche se quasi tutti i docenti stanno facendo i concorsi per passare alla scuola pubblica. Però è molto importante tenere la qualità alta dell’insegnamento a scuola.
Ci sono alcuni problemi come una percentuale anormalmente alta di ragazzi e bambini con DSA, disturbi dell’apprendimento, su cui stiamo lavorando con specialisti per analizzare il fenomeno e rispondere con gli strumenti adeguati, per portare i ragazzi a lavorare, integrarsi al meglio a scuola. Questo progetto è finanziato dalla Fondazione Scuola”. Inoltre – dice ancora Gubbay – si sta pensando anche di reintrodurre la logopedista in Istituto.
“Poi c’è un progetto esterno per migliorare il benessere di chi lavora a scuola, mettendo in evidenza i nostri valori. C’è un’idea di assegnare borse di studio non solo al merito, come è stato  fatto in memoria di Giorgio Sinigaglia per le quarte liceo; ma anche (grazie a un donatore) si sta pensando a una borsa di studio per valori etici e morali, di solidarietà, tzedakà, aiuto agli altri; è un tema nuovo molto importante e stiamo pensando di dare ai bambini stessi la possibilità di fare un sondaggio e votare per i loro compagni che ritengono meritevoli di questa di questa borsa di studio, di questo riconoscimento. Ci sono molti altri progetti in corso, alcuni che erano stati lasciati indietro per il Covid e ora saranno ripresi mentre, per esempio, il progetto del viaggio in Polonia è sospeso per la guerra. Prosegue invece  il progetto I Respect con Gabrielle Fellus che è finanziato dalla Fondazione ed è contro il bullismo ma non solo, anche contro l’autolesionismo, i disturbi del comportamento alimentare ed è seguito da specialisti, non solo psicologi ma anche un avvocato e altri tipi di specialisti a seconda delle problematiche che emergono. Il progetto I Respect era nato per licei ma si è pensato di estenderlo almeno per alcuni aspetti alla scuola media. Un altro progetto molto importante e accolto favorevolmente dai genitori è il Summer Camp da un’idea del Preside Camerini,  cioè due settimane estive di campo estivo, da tenersi tutto in inglese, dalla mattina alla sera, per elementari e medie.
A breve sarà anche online il nuovo sito della scuola un progetto nato con Timna Colombo e Vanessa Alazraki, che avuto una lunghissima gestazione ma finalmente è arrivato al termine ed è in  fase di revisione da parte del Preside.
Ci sono poi da fare diverse ristrutturazioni, per esempio il laboratorio di chimica e la sala arte che saranno finanziati da un donatore, in cui ci saranno strutture adeguate ad una vera aula di arte, con grandi tavoli e strumenti adatti;  è già stato ristrutturato tutto il secondo piano dei licei e andrà affrontato il problema del terrazzo delle elementari per cui abbiamo chiesto dei preventivi. Ci tengo a dire che tutti questi progetti sono sono finanziati da donatori e quindi non gravano sul bilancio della comunità. C’è un progetto anche per il nido dove occorre rifare diversi mobili e migliorare alcune cose strutturali, anche questo con un donatore.
Infine vorremmo che a scuola fossero sviluppate di più le lingue e con la creazione di un vero Dipartimento e che le certificazioni diventino curricolari cioè con lo studio nelle ore di didattica normale, questo per l’inglese e per l’ebraico. Lo scopo è quello che i ragazzi escano dalla scuola ebraica dopo il ciclo del liceo parlando perfettamente inglese ed ebraico. Un progetto molto bello e molto importante che è stato portato avanti con EFI è quello del Debate, un progetto internazionale che ha portato i nostri ragazzi ad Atene: la discussione su temi di ebraismo completamente in inglese. Riprenderemo poi i viaggi e altri progetti internazionali.
Abbiamo contatti con altre scuole per confrontarci su idee; per esempio, con una scuola che ha classi separate per maschi e femmine, con la quale la cosa interessante per noi è fare una riflessione sul senso di appartenenza, in modo da implementare l’unità e la solidarietà tra gli alunni.
Il numero degli  iscritti a scuola è in linea con gli ultimi anni: 450. Purtroppo anche quest’anno non riusciamo ad aprire il liceo Linguistico e questa difficoltà, che riscontriamo ormai da diversi anni, ci porterà a fare diverse riflessioni su altri percorsi di studio.  C’è poi grande attenzione ai ragazzi stranieri che arrivano a scuola, con un progetto di accoglienza finanziato da UCEI, con la preparazione di fascicoli in inglese ed ebraico; va tutto strutturato a seconda della provenienza, dell’età”.

Sara Modena annuncia che i punti all’ordine del giorno sul Progetto di comunicazione istituzionale e sulle feste di Lag BaOmer sono stati rimandati.

Quindi dà la parola a Ilan Boni per parlare delle Maccabiadi. “Sono stato contattato dal presidente del Maccabi il Milano Alfonso Nahum sulla possibilità di selezionare dei ragazzi di Milano per le Maccabiadi di luglio in Israele; i ragazzi sono stati a Roma a confrontarsi con i loro compagni romani, si sono divertiti, è andato tutto molto bene. Abbiamo  incontrato  la presidente della comunità Ruth Dureghello,  visitato il museo. Stiamo facendo in modo che anche per altri ragazzi di Milano di fare dei provini per la partecipazione alle Maccabiadi che si terranno dalla seconda alla terza settimana di luglio in Israele. La cosa bella è far conoscere questi ragazzi tra di loro perché anche se sono molto diversi per usanze, religiosità, ceto sociale eccetera quando scendono in campo devono fare squadra, le differenze scompaiono ed è molto bello vedere come lo sport unisca questi ragazzi. Voglio ringraziare Alfonso Nahum, Botticella, Rubini, Di Porto e tutti quelli che ci hanno accolto a Roma e speriamo di ricambiare a Milano”.

Interviene Milo Hasbani, che dice che aveva lavorato su Maccabi con Carlotta Jarach e “mi dispiace di sapere tutto questo, molto bello, solo in Consiglio perché appunto ho lavorato sul progetto Maccabi ed è molto triste venirlo a sapere così; se non servo, se non vengo coinvolto è inutile che stia in questo Consiglio”.

Si passa alle Varie ed eventuali e Roberto Jarach legge un comunicato di Milano Ebraica (Il testo integrale in calce a questa cronaca) in merito alla questione che ha portato quasi 80 persone a seguire il Consiglio, con numeri ben diversi dal solito. La questione è quella nota, uscita su tutti i giornali, cioè del messaggio di Walker Meghnagi che è stato letto da La Russa al convegno di Fratelli d’Italia; nonostante il presidente Meghnagi avesse detto che si trattava di un messaggio personale è stato presentato da La Russa come un messaggio del “capo della comunità ebraica di Milano”.

Questo ha fatto insorgere  buona parte della comunità, c’è stata una raccolta di firme contro questo messaggio di Walker Meghnagi a Fratelli d’Italia ma anche inviti alla mediazione.

Quindi questa questione sarebbe dovuta essere confinata ad un Consiglio chiuso che doveva iniziare alle 22.00, ma Milano Ebraica, vista anche la partecipazione degli iscritti a questo Consiglio per un evidente interesse a essere informati su questo tema, ha letto un comunicato.

Sara Modena e Luciano Bassani hanno cercato di interrompere la lettura, ribadendo che dell’argomento il Presidente, per sua prerogativa, aveva deciso di parlare “a porte chiuse”. Ma quando hanno detto che “questo non è un argomento da varie ed eventuali”, è stato loro replicato che proprio Bassani, in un drammatico Consiglio che aveva portato alla caduta della precedente “legislatura” comunitaria, aveva letto il comunicato delle dimissioni di tutti i consiglieri di Wellcommunity proprio nelle “varie ed eventuali”.

Nonostante i tentativi di chiudere il Consiglio ancora prima delle 22.00,  Roberto Jarach ha avuto la possibilità di leggere integralmente il comunicato di Milano Ebraica dove si chiede un passo indietro a Walker Meghnagi e a tutta la lista Beyahad, in modo da ridefinire i rapporti.

Interviene Silvio Tedeschi dicendo che al comunicato di Milano ebraica si risponderà nel Consiglio chiuso; molti iscritti insorgono. Claudia Terracina chiede al presidente Walker Meghnagi i motivi della chiusura della riunione. Anche nella chat che accompagna il Consiglio su Zoom ci sono molti interventi del pubblico, arrabbiato per questa chiusura.

Silvio Tedeschi cerca di rispondere dicendo che prima ne vogliono parlare con i consiglieri di Milano ebraica in separata sede, ma che poi tutto sarà comunicato; salgono i toni, si scalda l’atmosfera perché molti iscritti dicono di essere  stati direttamente coinvolti dalla lettera di Meghnagi a Fratelli d’Italia perché, rivestendo il ruolo di Presidente, rappresenta tutta la Comunità. “È stato lui a coinvolgere gli iscritti e adesso non si possono trincerare dietro il silenzio e dietro le porte chiuse di un Consiglio secretato”.

Tra i vari interventi prima della chiusura c’è quello di  Roberta Vital che ha il ruolo, da esterna, di portavoce del Presidente; sottolinea come questo errore di Walker Meghnagi abbia travolto tutti e “sono stata male fisicamente perché ho curato tutta la comunicazione della CEM in questi sei mesi con comunicati equilibrati e rispettosi di tutta la comunità e privi di qualsiasi connotazione politica; c’è stata questa richiesta di dimissioni anche a livello pubblico, prima che fosse gestita in Consiglio e quindi le cose non sono andate come sarebbero dovute andare. Invito tutti a riflettere sul modo di rappresentarci all’esterno”.  Dino Foà sottolinea che Walker Meghnagi non ancora chiesto scusa a tutta la comunità per questo messaggio, di cui molti iscritti evidentemente si vergognano, e che le conseguenze gravi per la comunità ci sono già state: essere portati sulla stampa nazionale per una questione così grave. In chat molti interventi sono veramente furiosi. Roberto Guetta chiede il perché questo consiglio a porte chiuse e Sara Modena dice che si tratta di argomenti delicati. Roberto Guetta ribadisce che “tutti noi vogliamo il bene della comunità ma non vedo perché non se ne possa parlare apertamente di questo errore di Walker”. Interviene Rami Galante dicendo che si parla dell’onorabilità di una persona che tutti conosciamo e quindi vi preghiamo di darci in maniera serena la possibilità di parlare con Milano ebraica. Pia Jarach conclude dicendo “vorrei che fosse chiaro una cosa:  abbiamo chiesto la convocazione di un Consiglio urgente il 1 maggio, ci è stato negato e la data è stata procrastinata fino ad oggi, quando era già previsto il consiglio; siete voi che l’avete voluto chiuso e questo è sintomatico”.

Improvvisamente, 10 minuti prima delle 22.00,  il collegamento Zoom è stato interrotto.

 

Il comunicato di Milano ebraica letto da Roberto Jarach

I Consiglieri di Milano Ebraica dopo aver tentato invano, con ripetute richieste a partire da domenica 1/5 di indire un Consiglio straordinario urgente e aperto a tutti gli iscritti, con richiesta di dimissioni del Presidente Meghnagi, dopo aver partecipato a un tentativo di mediazione proposto da Rav Arbib ai due capilista, al quale il Presidente Meghnagi non si è presentato inviando due suoi delegati, ritengono di non poter continuare a fare parte di un Consiglio dove non sono rispettate le regole della condivisione democratica.

Non ci riconosciamo in un Consiglio il cui Presidente espone la nostra Comunità a prese di posizione di parte. Questo ultimo episodio è di particolare gravità e ad oggi il Presidente Meghnagi non ha manifestato alcuna volontà di confronto né con noi né con i membri della Comunità.

Quanto sopra esposto si aggiunge a mesi di gestione in cui alla minoranza sono stati tagliati ponti, rapporti, possibilità di attivarsi e fare a favore della nostra Comunità. Pur rappresentando di fatto il 50% dell’elettorato della Comunità ebraica di Milano, pur contando tra i suoi candidati eletti persone con ampio consenso dell’elettorato stesso, dalla prima riunione del nuovo Consiglio abbiamo dovuto assistere e subire un approccio discriminatorio e poco pronto a soluzioni di effettivo ascolto ed inclusione della minoranza. Spazio esisteva visto che si è fatto ampio riferimento per incarichi operativi a tutti i candidati non eletti di Beyahad. Forse l’esempio più evidente della totale mancanza di volontà di condivisione.

Le proposte di condivisione di incarichi di Giunta sono state avanzate con la pretesa da parte della maggioranza di attribuire gli assessorati a membri di Milano Ebraica da loro stabiliti, ponendo veti inaccettabili, adducendo una non meglio precisata “incompatibilità” con gli altri Consiglieri. In questi primi sei mesi le pochissime riunioni di Giunta e Consiglio che si sono tenute, non ci hanno permesso di essere compiutamente e dialetticamente al corrente di ciò che la maggioranza ha portato avanti sia per l’ordinaria amministrazione sia per i progetti per il futuro.

Nonostante le delibere che hanno istituito commissioni miste per lavorare su specifici progetti, come quella formata per la modifica del regolamento elettorale della CEM e il futuro dello stabile di via Eupili, le stesse non hanno ancora avviato i lavori pur essendo state create da circa due mesi. L’informazione su specifiche richieste è stata spesso nulla o incompleta. Non siamo stati coinvolti e spesso neanche informati, se non a posteriori, su iniziative e eventi anche pubblici e di interesse dell’intera Comunità dove era lecito presupporre un approccio condiviso e comune. Alla luce di quanto esposto, attendiamo e auspichiamo per il bene della Comunità un passo indietro del Presidente Meghnagi e di tutta la lista di maggioranza, affinché si possa ripartire con la costituzione di un nuovo Consiglio e di una nuova Giunta.

I Consiglieri di Milano Ebraica
Rosanna Bauer Biazzi Timna Colombo Rony Hamaui Milo Hasbani Pia Masnini Jarach Roberto Jarach Daniele Misrachi Antonella Musatti

 

 

Il messaggio del presidente Meghnagi letto durante il Consiglio chiuso
(pubblicato sulla pagina facebook della lista Beyahad e qui ripreso con la sua autorizzazione)

Di seguito il mio intervento durante il Consiglio Straordinario tenutosi questa sera:

Gentili Consiglieri, Segretario Generale,

con il permesso del Rabbino Capo.

Questi ultimi giorni sono stati per me molto difficili, colmi di tensioni, collera, riflessioni e davvero umanamente e familiarmente provanti.

Un messaggio strettamente personale, che tale doveva rimanere, è stato reso pubblico davanti ad una platea di persone. Un messaggio che è stato da parte mia inviato a persona a me cara, strettamente personale.

Vedete, nella sfera privata di ognuno di noi ci sarebbero cose che se rivelate pubblicamente potrebbero non andare bene agli altri componenti di questo consiglio. Parole, frasi, epiteti che se rivelati pubblicamente incrinerebbero rapporti e ci esporrebbero a critiche.

Tale messaggio, di carattere privato, tale doveva rimanere.

Cosi non è stato e io pur non avendo responsabilità in tale divulgazione me ne scuso. Mi scuso nei confronti dei miei compagni di lista ai quali ho chiesto di ribadirmi la loro vicinanza e supporto, mi scuso nei confronti di Roberta Vital, mia portavoce che non avevo informato. Mi scuso nei confronti dei singoli iscritti che si sono sentiti mal rappresentati e mi scuso nei confronti dei singoli consiglieri della Lista Milano Ebraica.

Capisco e comprendo bene il vostro senso di smarrimento alla lettura di quel messaggio. Capisco e comprendo come non vi siate sentiti rappresentati a dovere. Ritengo però piuttosto gravi le modalità con cui è stata portata avanti una gogna mediatica nei confronti del Presidente ma soprattutto dell’Uomo.
Cosa che ha investito la mia famiglia e le persone a me care. Ma questo sarà un aspetto che non ritengo di dover trattare in questo tempo, in questo luogo.

Sebbene abbia fin dall’inizio fatto intendere che tale messaggio aveva natura privata, mi rendo conto che la mia fiducia sia stata tradita e per questo mi assumo le mie responsabilità davanti al Consiglio, davanti a ogni singolo iscritto.

Una accusa non posso però sopportarla, quella di “portare” la CEM verso un partito piuttosto che un altro.

Ritengo infatti che da parte di ogni iscritto che ne ha la possibilità ci sia il dovere rappresentare al meglio nei confronti della Politica, delle Istituzioni e della Pubblica Amministrazione la nostra Comunità.
Sono infatti grato ai tanti che oggi e negli anni passati hanno cosi ben lavorato (talvolta senza alcun ruolo comunitario) per avvicinare tutti i partiti politici alle nostre istanze, ai nostri bisogni, alle nostre necessità. Ci troviamo ascoltati e rispettati a Milano e in Italia in quasi tutto lo spettro parlamentare grazie a queste attività di lobbying e moral suasion.

Mi rivolgo ai consiglieri di Milano Ebraica che meglio mi conoscono, e non sono pochi: posso non riscuotere le vostre simpatie come Presidente ma ritengo difficile non ammettiate quante volte mi sono adoperato per aiutare persone senza distinzione politica della nostra comunità.
Semplici amici che avevano bisogno di aiuto e, ironia della sorte, alcuni li trovate tra i firmatari della mia richiesta di dimissioni.

Tutte le volte che ho avuto modo di chiedere e ottenere qualcosa l’ho fatto attraverso canali e persone a me conosciute che erano nella posizione e nella possibilità di aiutarmi e di aiutarci.

Venendo quindi alla vostra richiesta di dimissioni non ritengo che sussistano i presupposti per dimettermi sulla base del fatto che una persona ha reso pubblico un messaggio di natura privata.

Non ho commesso reati, non sono ricattabile ma soprattutto tale messaggio è stato inviato proprio a fronte del diniego da parte mia a partecipare a tale kermesse politica. Un messaggio che voleva ribadire la gravità di quanto accaduto in Italia in un determinato periodo storico con la condanna delle “orrende leggi razziali”.

Non ritengo quindi che questo rappresenti motivo per dimettermi da Presidente della Comunità che solo sei mesi fa su preciso mandato politico mi ha affidato l’onore di condurla per i prossimi 4 anni con le tante cose fatte, le tantissime che dovremo ancora fare per le quali fin dalle prossime settimane auspico il coinvolgimento dell’opposizione sulla base di precise e generose proposte a loro indirizzate che fino ad ora hanno riscosso il loro diniego.

Non è il momento di dividere il consiglio con liti intestine ma al contrario è il tempo dì costruire insieme e realizzare progetti dì interesse per l’intera Kehila.

Walker Meghnagi