di Pietro Baragiola
In queste registrazioni due residenti di Gaza raccontano ad un ufficiale dell’Amministrazione di coordinamento e collegamento (CLA) come l’organizzazione terroristica Hamas compia atti di terrorismo, propaganda e manipolazione con l’obiettivo di sabotare e interrompere le attività di distribuzione degli aiuti umanitari lungo la Striscia.
Martedì 1° luglio il Coordinamento israeliano per le attività governative nei territori (COGAT) che supervisiona gli sforzi umanitari e civili a Gaza ha reso pubbliche due conversazioni telefoniche rivelatrici sulla situazione nei centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF).
In queste registrazioni due residenti di Gaza raccontano ad un ufficiale dell’Amministrazione di coordinamento e collegamento (CLA) come l’organizzazione terroristica Hamas compia atti di terrorismo, propaganda e manipolazione con l’obiettivo di sabotare e interrompere le attività di distribuzione degli aiuti umanitari lungo la Striscia.
“Hamas spara vicino a questi siti, diffonde false informazioni sull’IDF, pubblica dati sbagliati e fa circolare filmati modificati” afferma il testimone anonimo della prima registrazione rilasciata dal COGAT. “È così che opera Hamas: spara deliberatamente ai civili e vuole far sembrare che sia l’esercito a farlo, in modo che nessuno si avvicini a queste aree”.
Il secondo testimone (anche lui rimasto anonimo) ha approfondito questo concetto nella sua registrazione, raccontando di come spesso i palestinesi che cercano di ottenere aiuti ‘finiscono per incontrare criminali lungo la strada che ogni volta uccidono 2, 3 o 5 persone per gruppo’ ma i media di Hamas ribaltano questi racconti scaricando la responsabilità sui soldati dell’IDF e ingigantendo il numero delle vittime.
“Hamas sfrutta i propri media per cambiare la narrativa e instillare idee nella mente del pubblico a casa in modo che la Gaza Humanitarian Foundation fallisca nella sua missione di aiutare i civili a riprendere in mano le loro vite” conclude il residente nella sua testimonianza.
La Gaza Humanitarian Foundation e le sfide di Hamas
Sin dai suoi esordi, la Gaza Humanitarian Foundation ha dovuto affrontare numerose sfide a causa delle continue segnalazioni di episodi violenti presso i suoi siti.
La portavoce del Dipartimento di Stato Tammy Bruce in questi giorni ha ufficialmente affermato che queste segnalazioni sono ‘tutte false’ e ‘opera di Hamas’.
“Sono solo un tentativo di distruggere la GHF, perché il nostro modello funziona” ha affermato Bruce durante la sua intervista con il canale Fox News Digital. “Ad oggi non c’è stata una sola vittima palestinese nei siti della Fondazione. Molti dei presunti incidenti non avevano alcuna correlazione con queste aree, bensì rientravano in una tecnica di disinformazione orchestrata dal Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas.”
La portavoce statunitense ha anche accusato l’organizzazione terroristica di aver ucciso alcuni membri dello staff della GHF per rallentarne l’operato: “i terroristi hanno messo una taglia sui lavoratori americani e minacciato i civili che accettano aiuti. Hamas è un’organizzazione brutale disposta a tutto per impedire il successo della nostra distribuzione di cibo a Gaza, mettendo persino in pericolo la sua popolazione pur di mantenere il controllo sulla Striscia”.
Secondo la Gaza Humanitarian Foundation la soluzione a questa situazione sempre più critica sta nell’aumentare gli aiuti umanitari.
“Se altri gruppi si unissero a noi, potremmo portare molte più risorse e collaborare con l’ONU su nuovi metodi” ha affermato la GHF in un suo recente comunicato. “In questo modo ci assicureremmo che gli aiuti raggiungano chi ne ha davvero bisogno e che Hamas non ne entri mai in possesso.”