Vita Ebraica

Le parole del Rav, la Comunità che tutti vogliamo

Ebraismo

In un mondo dove quasi tutti pretendono di improvvisarsi qualcosa che non sono (e che non possono essere), incontrare qualcuno che esprime opinioni fondate è un’emozione sempre più rara. In un pianeta, come quello dove abitiamo, dove i tromboni hanno sempre fiato da sprecare, non facciamo mai abbastanza sforzi per ascoltare chi parla a bassa voce. Si potrà o meno concordare di caso in caso con quanto dice, ma il rav Alfonso Arbib, il rabbino capo di Milano, appartiene certamente a quella rara categoria di persone che non ci assordano di parole pronunciate a sproposito. Non alza la voce, non sgomita per apparire, non si sente in dovere di dare pareri irrevocabili su tutto e tutti. Parla poco, agli occhi di qualcuno corre il rischio di sembrare quasi timido. Eppure in due recenti occasioni ha messo giù concetti solidi come le pietre angolari necessarie a sostenere le grandi costruzioni.
E proprio per queste ragioni i suoi interventi devono essere considerati con la massima attenzione.

Crescere da ebrei

Ebraismo


C’è davvero una ricetta ebraica per il problema dell’educazione? Evidentemente c’è e le testimonianze che la nostra cultura millenaria ci offre incessantemente non sono ferme agli antichi testi ereditati dai nostri padri. Proteggere le nuove generazioni e aiutarle a crescere in una maniera equilibrata costituisce una sfida fondamentale e inevitabile per qualunque cultura umana. E’ tanto vero che là dove si fanno più vaghe le idee su cosa abbiamo da trasmettere ai nostri figli e là dove prendono piede le confusioni di ruoli di ogni genere, le società finiscono per esprimere tassi di natalità particolarmente bassi. Questo è quanto avviene, per esempio, nell’Italia contemporanea che abitiamo e di cui facciamo parte: una società che esprime uno dei tassi di natalità più bassi fra quelli mai effettivamente registrati in una cultura umana.

La lezione di Purim

Feste/Eventi


Amalek, il prototipo biblico del mostro antisemita che semina odio per mascherare la propria pochezza, non è una leggenda. Nei mesi che ci siamo lasciati alle spalle ne abbiamo potuto raccogliere una nutrita serie di testimonianze. C’è chi lo ha visto nei folli deliri del dittatore di Teheran che minaccia il mondo di distruzione atomica, chi nelle oscene affermazioni dei negazionisti, chi nell’ottusa scia di dolore che si lasciano alle spalle gli estremisti islamici. E c’è chi lo ha visto nell’impegno profuso da alcuni mezzi di informazione nello strumentalizzare affermazioni farneticanti, come quelle contenute in un recente saggio storico che tenderebbe ad avvalorare la grottesca accusa degli omicidi rituali a carico di alcuni ebrei che vissero alla fine del XV secolo.

La lezione di Giacomo Debenedetti

Personaggi e Storie


(1901-1967) è stato uno dei maggiori critici letterari del Novecento italiano. Fu tra i primi a comprendere il ruolo della psicanalisi e delle scienze umane in generale nell’interpretazione dei testi, oltre a scoprire, in Italia, un autore come Proust. Interlocutore dei maggiori scrittori del secolo scorso,tra i suoi moltissimi saggi ricordiamo il Romanzo del Novecento, tratto da una serie di lezioni tenute a Roma

La nostra identità? E’ in tavola

Cucina e Kasherut


“Non tralasci completamente di mangiare carne e di bere vino, poiché ti basta ciò che la Torah ha proibito. Però, nel momento del pasto, quando ha ancora appetito, lasci del cibo in onore del Creatore di quanto gli fa gola e non mangi a volontà. Questo metodo potrà trattenerlo dal peccare

Pensieri per Reizi

Ebraismo


avete visto quanta gente vi vuole bene? Le malheur de votre fille, come diceva Malherbe quattro secoli fa, il lutto di vostra figlia è stato anche il nostro lutto, tutti abbiamo pregato e sperato e alla fine abbiamo pianto con voi, come piangevano senza freni quei rabbini austeri che di solito parlano in yiddish, ma l’altro giorno

Rosh Hashanà

Feste/Eventi


Un anno buono e dolce come la mela intinta nel miele. Un anno di testa e non di coda. Un anno di meriti ed elementi positivi numerosi come i chicchi della melagrana. Gli auguri che ci scambiamo in occasione del nuovo anno ebraico sono