Vita Ebraica

Relazioni ebraico-cristiane

Ebraismo


la dichiarazione di rav Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, dopo il comunicato vaticano sulla preghiera per gli ebrei.

Rav Laras: una pausa di riflessione nel dialogo

Ebraismo


che intendiamo adoperare per riflettere su quanto accaduto e per coglierne implicazioni e prospettive”. Nel dialogo Ebraico-Cattolico una interruzione è necessaria dopo l’iniziativa papale sulla preghiera per gli ebrei.

Tradizione religiosa e progresso scientifico

Ebraismo


accenderà la chanukkià in piazza San Carlo. In questa occasione Aurelio Ascoli, primo collaudatore in Italia di una pila a combustibile ci ha scritto: “Tradizione culturale e religiosa e progresso

Legge ebraica e pena di morte

Ebraismo


è la Giornata Mondiale contro la pena di morte. L’iniziativa italiana all’ONU ha riaperto il dibattito su questo tema, che interessa in modo trasversale tutto il pianeta, perché viene applicata sia da Paesi democratici sia da regimi autoritari e ha sostenitori e oppositori in tutti i continenti.

Memoriale alla Stazione Centrale

Feste/Eventi


la convenzione che dà l’avvio ufficiale ai lavori per il Memoriale della Shoah alla Stazione Centrale.
Abbiamo incontrato Liliana Picciotto, storica della Fondazione Cdec, per parlare del significato di questo progetto che vede coinvolte per la sua realizzazione enti e istituzioni diverse: “Il progetto di memoriale della Shoah alla stazione centrale di Milano ha, rispetto agli altri musei e memoriali sparsi in Europa, in Israele e negli Stati Uniti, una valenza tutta particolare poiché sorge non solo in una città come Milano che ha visto, tra il 1943 e il 1945 centinaia di arresti di ebrei, ma nel luogo stesso teatro delle deportazioni. Non avrà quindi bisogno di vero e proprio percorso espositivo, ma sarà esso stesso una struttura espositiva ed evocativa”.
Di seguito i commenti di Renzo Gattegna, presidente Ucei, e Leone Soued, presidente della Comunità di Milano.

Rosh Hashanà e la via del ritorno

Ebraismo


Dopo il peccato del primo uomo, Dio gli chiede: “Dove sei?”. Ovviamente Dio sa benissimo dove fisicamente l’uomo si trovi ma vuole fargli capire che si è spiritualmente allontanato da Lui e chiedergli di tornare, di fare teshuvà.

Riconquistare la libertà

Personaggi e Storie


A Pèsach ricordiamo la Yetziàt Mitzràim, l’uscita degli ebrei dall’Egitto. Questo evento centrale della nostra storia non viene ricordato solo a Pèsach ma ogni giorno, più volte al giorno. Lo shabbàt e quasi tutte le feste ricordano questo avvenimento, la mitzvà dei tefillìn e la lettura dello shemà servono a perpetuarne la memoria.
Un grande maestro del Cinquecento, il Maharal di Praga, si chiede perché la tradizione ebraica insista tanto su questo ricordo. Il motivo di tanta insistenza, secondo il Maharal, è che con la Yetziàt Mitzràim, abbiamo smesso di essere schiavi di altri uomini e la libertà è la premessa necessaria al Matàn Torà (dono della Torà). Non si può ordinare di osservare dei precetti a una persona le cui scelte dipendono dalla volontà degli altri, non si può costruire una propria identità se si è soggiogati da un altro popolo. Però, obietta il Maharal, la liberazione dalla schiavitù egizia è solo un momento della nostra storia. Dopo l’Egitto gli ebrei hanno subito altre persecuzioni, altre schiavitù. Eppure hanno continuato a festeggiare il zemàn cherutènu (il tempo della nostra libertà) e a ricordare l’uscita dall’Egitto anche nei momenti peggiori. Che senso ha festeggiare la libertà se non si è liberi? Esistono, dice il Maharal, due tipi di libertà, la libertà esteriore e la libertà interiore.