la dichiarazione di rav Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, dopo il comunicato vaticano sulla preghiera per gli ebrei.
Vita Ebraica
Rav Laras: una pausa di riflessione nel dialogo
che intendiamo adoperare per riflettere su quanto accaduto e per coglierne implicazioni e prospettive”. Nel dialogo Ebraico-Cattolico una interruzione è necessaria dopo l’iniziativa papale sulla preghiera per gli ebrei.
Rav Mehlman commenta il digiuno del 10 Tevet
La commemorazione del giorno del digiuno del Asara b-Tevet il decimo giorno del mese ebraico di Tevet, è legata direttamente ad un singolo evento nella storia del nostro popolo.
Inaugurato a Roma il più grande fast food kasher
a Roma il più grande fast food kasher
Tradizione religiosa e progresso scientifico
accenderà la chanukkià in piazza San Carlo. In questa occasione Aurelio Ascoli, primo collaudatore in Italia di una pila a combustibile ci ha scritto: Tradizione culturale e religiosa e progresso
Un polo per l’ebraismo del Centro Italia
giovane presidente della Comunità ebraica di Bologna, è ottimista per il futuro. Guida una comunità con 200 iscritti, ma un potenziale di 1500.
Legge ebraica e pena di morte
è la Giornata Mondiale contro la pena di morte. L’iniziativa italiana all’ONU ha riaperto il dibattito su questo tema, che interessa in modo trasversale tutto il pianeta, perché viene applicata sia da Paesi democratici sia da regimi autoritari e ha sostenitori e oppositori in tutti i continenti.
Memoriale alla Stazione Centrale
la convenzione che dà lavvio ufficiale ai lavori per il Memoriale della Shoah alla Stazione Centrale.
Abbiamo incontrato Liliana Picciotto, storica della Fondazione Cdec, per parlare del significato di questo progetto che vede coinvolte per la sua realizzazione enti e istituzioni diverse: “Il progetto di memoriale della Shoah alla stazione centrale di Milano ha, rispetto agli altri musei e memoriali sparsi in Europa, in Israele e negli Stati Uniti, una valenza tutta particolare poiché sorge non solo in una città come Milano che ha visto, tra il 1943 e il 1945 centinaia di arresti di ebrei, ma nel luogo stesso teatro delle deportazioni. Non avrà quindi bisogno di vero e proprio percorso espositivo, ma sarà esso stesso una struttura espositiva ed evocativa”.
Di seguito i commenti di Renzo Gattegna, presidente Ucei, e Leone Soued, presidente della Comunità di Milano.
Rosh Hashanà e la via del ritorno
Dopo il peccato del primo uomo, Dio gli chiede: Dove sei?. Ovviamente Dio sa benissimo dove fisicamente luomo si trovi ma vuole fargli capire che si è spiritualmente allontanato da Lui e chiedergli di tornare, di fare teshuvà.
Riconquistare la libertà
A Pèsach ricordiamo la Yetziàt Mitzràim, luscita degli ebrei dallEgitto. Questo evento centrale della nostra storia non viene ricordato solo a Pèsach ma ogni giorno, più volte al giorno. Lo shabbàt e quasi tutte le feste ricordano questo avvenimento, la mitzvà dei tefillìn e la lettura dello shemà servono a perpetuarne la memoria.
Un grande maestro del Cinquecento, il Maharal di Praga, si chiede perché la tradizione ebraica insista tanto su questo ricordo. Il motivo di tanta insistenza, secondo il Maharal, è che con la Yetziàt Mitzràim, abbiamo smesso di essere schiavi di altri uomini e la libertà è la premessa necessaria al Matàn Torà (dono della Torà). Non si può ordinare di osservare dei precetti a una persona le cui scelte dipendono dalla volontà degli altri, non si può costruire una propria identità se si è soggiogati da un altro popolo. Però, obietta il Maharal, la liberazione dalla schiavitù egizia è solo un momento della nostra storia. Dopo lEgitto gli ebrei hanno subito altre persecuzioni, altre schiavitù. Eppure hanno continuato a festeggiare il zemàn cherutènu (il tempo della nostra libertà) e a ricordare luscita dallEgitto anche nei momenti peggiori. Che senso ha festeggiare la libertà se non si è liberi? Esistono, dice il Maharal, due tipi di libertà, la libertà esteriore e la libertà interiore.