di Roberto Zadik
L’incredibile storia della “pittrice di Auschwitz”, Tova Berlinski morta a 106 anni. Nacque nel lager dove perse la sua famiglia e passò alla storia per aver raffigurato l’inesprimibile
Cultura e Società
Libri della memoria. Simon Stranger, l’alfabeto dell’addio
di Esterina Dana
Ambientato nella Norvegia occupata dai nazisti, narra le vicissitudini della persecuzione nazista di una famiglia ebraica, i Komissar, giunta dalla Russia in Norvegia e, attraverso cinque generazioni, ne ricostruisce la storia, supportata da ricerche documentarie.
“Mai più! Usi e abusi della memoria”, presentato il nuovo libro di Ugo Volli (16.1.2022)
di Nathan Greppi
In una recente intervista al quotidiano Avvenire, Rav Alfonso Arbib ha affermato in merito ai no vax che si paragonano agli ebrei perseguitati sotto il nazismo che “dobbiamo porci alcune domande sul processo di banalizzazione della Shoah che è stato praticato da molti. Nel corso degli ultimi anni si sono paragonate alla Shoah tutte le sofferenze e tutte le persecuzioni e la si è anche usata a fini politici. […] Con i no vax siamo a una strumentalizzazione che ho il dubbio se definire ridicola o inquietante.”
Partendo da ciò, Rav Arbib ha illustrato la necessità delle argomentazioni racchiuse nell’ultimo libro del semiologo Ugo Volli, Mai più! Usi e abusi del Giorno della Memoria (Edizioni Sonda), presentato su Zoom domenica 16 gennaio in un dibattito organizzato dalla Comunità Ebraica di Milano.
Dopo l’intervento del Rav e i saluti introduttivi di Sara Modena, Assessore alla Cultura della Comunità che ha moderato l’incontro, ha preso la parola Roberta Vital dell’associazione Progetto Dreyfus, secondo la quale il libro di Volli “ci invita ad una riflessione collettiva su quello che è il Giorno della Memoria, mostrandone l’utilità ma anche le insidie e il pericolo del relativismo, che rischia di aprire le porte ad una banalizzazione della Shoah.”
Spesso ci si dimentica che la celebrazione a livello nazionale della Giornata della Memoria non è stato un traguardo semplice, bensì il frutto di numerosi sforzi portati avanti in particolare dall’Associazione Figli della Shoah. A tale proposito, Claudia De Benedetti ha rievocato un episodio del 2004: “Eravamo con Rav Arbib in una scuola a parlare di una mostra che l’Associazione aveva organizzato sull’infanzia rubata.” Ha spiegato che un tema che condivide di Volli è come ha trattato i metodi con cui Israele tramanda alle successive generazioni il ricordo della Shoah. Volli secondo lei “ci spiega che bisogna ricordare davvero, perché la memoria deve essere un impegno reale e concreto.” Un altro aspetto che ha apprezzato del libro è che parla di temi quali l’antisemitismo feroce portato avanti per secoli ordini monastici e tutti quegli intellettuali e artisti che in alcuni casi hanno promosso le istanze che hanno portato la Shoah, nonché il tema dell’odio di sé in seno al mondo ebraico.
Volli non è stato il primo intellettuale a criticare il modo superficiale in cui oggi viene utilizzata la memoria; già Rav Giuseppe Laras disse che la Giornata della Memoria fosse “profondamente logora, abusata e corrotta, non soltanto dall’esterno ma anche dall’interno.” Queste sue parole sono state lette all’incontro dal suo allievo Vittorio Robiati Bendaud, il quale spiegò che: “Rav Laras, che sopravvisse alla Shoah e lottò per avere il Memoriale di Milano, parlò nei suoi ultimi scritti di “Shoahismo” interno alle comunità ebraiche italiane, laddove il riferimento possessivo alla memoria sia stato trasformato in qualcosa di insano.”
Ha citato un altro importante rabbino, l’americano Rav Michael Wyschogrod (1928 – 2015), che scrisse a suo tempo: “Io non penso che dalla Shoah possa essere fatta derivare alcuna voce capace di parlare a credenti e non credenti.” Se si mettesse la Shoah al centro dell’ebraismo, secondo lui, ciò “distruggerebbe l’ebraismo e darebbe a Hitler quella vittoria postuma che tutti noi vogliamo negargli.”
Per concludere, lo stesso Volli ha sottolineato il fatto non banale che la Giornata della Memoria è stata istituita a livello legislativo in Italia nel 2000, 55 anni dopo la caduta del nazismo. “Sono stati anni in cui gli ebrei hanno combattuto molto per non far dimenticare quello che era accaduto.” Secondo lui, il fatto che il Memoriale della Shoah parli del fatto che lì sono morti degli antifascisti e comunisti prima che degli ebrei “sostanzialmente occulta il carattere ebraico della Shoah.” Ha aggiunto che se si è gradualmente iniziato a parlare di più dei crimini avvenuti, ciò è anche merito della scelta di Ben Gurion di organizzare il processo ad Eichmann non solo sulle sue colpe personali, bensì come un processo all’antisemitismo nazista in senso ampio, il che non era avvenuto a Norimberga.
L’esperienza del dolore: un corso online racconta cinque personalità che vissero la Shoah
Il corso è dedicato al dolore per come è stato esperito da cinque figure di intellettuali, scrittori e pensatori, che hanno vissuto l’olocausto, sopravvissuti e non: Primo Levi, Jean Amery, Bruno Bettelheim, Germaine Tillion ed Etty Hillesum.
Di che cosa parliamo quando diciamo “mai piu”
di Fiona Diwan
Ugo Volli: per un uso non burocratico della memoria: «Bisogna ricordare in maniera non notarile, non burocratica, non occasionale, non retorica, soprattutto non strumentale. Bisogna comprendere in profondità un fenomeno che coinvolge l’identità europea e occidentale ma anche quella islamica».
Space X di Elon Musk lancia 8 satelliti costruiti da studenti liceali israeliani
di David Fiorentini
A bordo dell’ultimo razzo Falcon 9, lanciato dall’azienda del magnate da Cape Canaveral in Florida, c’erano otto piccoli satelliti costruiti da studenti liceali israeliani nell’ambito di una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Israeliana e il Ministero della Scienza e della Tecnologia.
Libri della memoria. Bernard, il ragazzo del bunker
di Nathan Greppi
Bernard Mayer è un ragazzo ebreo di 15 anni che sopravvisse allo sterminio operato nel ghetto di Drohobycz, quando la sua famiglia e quella degli Schwartz costruirono un bunker sotterraneo, dove si nascosero assieme ad altri ebrei fino al termine della guerra.
Libri della memoria. Il libro ritrovato di Lia Levi bambina
di Esterina Dana
Venticinque pagine ingiallite legate con un cordoncino viola e vergate da una scrittura infantile. È il manoscritto che Lia Levi scrisse dodicenne e donò ai suoi genitori all’indomani della Liberazione di Roma, come dimostra il titolo Dal pianto al sorriso. Breve storia di nove mesi di dominazione tedesca.
Vedi alla voce: sopravvissuto. Il riverbero della Shoah nelle opere di Yehoshua e Grossman
di Cyril Aslanov
[Ebraica. Letteratura come vita] Due dei maggiori rappresentanti della letteratura israeliana – Avraham B. Yehoshua e David Grossman – sono riusciti a trovare un modo originale per raccontare la Shoah. Invece di affrontare direttamente il tema, i due scrittori hanno usato delle deviazioni narrative
Libri della memoria. Quando le parole non reggono il peso della vita
di Ilaria Ester Ramazzotti
Polacca di lingua tedesca, tra Shoah e quotidianità, i versi di Tamar Radzyner restano “scolpiti” nel tempo: una poesia “notturna” e potente.
La deportazione italiana ad Auschwitz, un racconto corale
di Ilaria Myr
Una nuova opera ampiamente documentata analizza le condizioni dei deportati italiani, ebrei e politici, nel lager, offrendoal lettore la ricostruzione di una storia plurale e composita di vittime e un quadro molto più complesso di quello che è stato Auschwitz nella sua polivalenza e nella sua pluralità di funzioni.
Nuovi linguaggi per studiare la Shoah: al via un percorso inedito
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Il futuro della Memoria: puntare su formazione e didattica. Queste le priorità per l’Associazione Figli della Shoah. Grazie anche a una nuova piattaforma online. Intervista a Daniela Dana Tedeschi, presidente della Associazione Figli della Shoah