La star israeliana Noa Kirel porta il suo brano “Unicorn” alla finale di Eurovision 2023

di Pietro Baragiola
Martedì 9 Maggio la cantante pop israeliana Noa Kirel ha ufficialmente superato le semifinali della 67° edizione dell’Eurovision Song Contest. Il celebre festival di musica internazionale è l’evento non sportivo più seguito al mondo e quest’anno si svolge presso la Liverpool Arena di Liverpool nel Regno Unito, dopo che l’Ucraina (vincitrice della scorsa edizione) è stata dichiarata “non sufficientemente sicura” per ospitare la competizione, in seguito agli eventi dell’invasione russa.

Per emergere in questa nuova edizione, Israele ha deciso di abbandonare la formula adottata negli ultimi anni di mandare un cantante amatoriale selezionato da un contest televisivo, scegliendo invece di affidarsi allo “star power” che l’affermata cantante Noa Kirel porta con sé.

Il suo nuovo brano Unicorn ha ottenuto abbastanza voti da qualificarsi per la tanto agognata finale che si terrà sabato 13 maggio. Un’eventuale vittoria sarebbe un grande risultato per Israele che, dalla sua prima partecipazione al festival nel 1973, è riuscita a vincere l’evento 4 volte.

“Prometto che farò tutto il possibile per portare gioia al popolo di Israele in questa grande finale” spiega Kirel nella sua intervista a The Times of Israel, orgogliosa di rappresentare il suo paese nella competizione.

La storia di Noa Kirel

A soli 22 anni, la giovanissima Noa Kirel è già considerata una star del panorama israeliano, essendosi affermata come cantante, attrice e conduttrice televisiva.

Nata a Ra’anana da una famiglia ebraica di origini austriache e marocchine, Kirel ha sempre inseguito la passione per la musica e il sogno di diventare una cantante sin dalla tenera età. A soli 10 anni Noa decide di partecipare insieme alla sua famiglia al programma televisivo israeliano Pocherz, in cui i genitori aiutano i figli a realizzare i loro sogni. Questo si rivelerà un vero trampolino di lancio per la piccola Noa, permettendole all’età di 13 anni di fare il suo debutto ufficiale nel panorama musicale israeliano con il suo primo singolo Medabrim. Seguono presto una serie di successi musicali che culminano nel suo primo album Kfula, pubblicato nel 2018. Dal 2015 ad oggi sono oltre 30 i brani pubblicati da Kirel che, ogni mese, vanta oltre un milione di ascoltatori sulla piattaforma streaming Spotify.

Non tutti i suoi brani però sono stati subito acclamati dalla folla: agli albori della sua carriera, Noa divenne protagonista di uno scandalo quando, a soli 14 anni, pubblicò il brano Killer. Secondo l’opinione pubblica israeliana il testo della canzone e le immagini mostrate nel video erano troppo provocanti per una ragazza della sua età e questo dibattito provocò così tanto scalpore da essere discusso persino all’interno del Parlamento di Israele.

Terminata la leva obbligatoria nell’esercito, Kirel ha ripreso il percorso musicale, dedicandosi all’ideazione e pubblicazione di nuovi brani tra cui il suo nuovo e acclamatissimo Unicorn.

Unicorn a Eurovision 2023

Scritto insieme a Doron Medalie, Yinon Yahel e May Sfadia, Unicorn è un inno alla fiducia in sé stessi e al coraggio di essere diversi e unici in un mondo che troppo spesso richiede di sottostare alla sua conformità. Il testo è scritto in inglese con alcune frasi in ebraico e gioca sulle parole “feminine” e “phenomenal”.

Ho il potere dell’Unicorno, che si erge da solo e sarò fenomenale” queste le parole del brano di Noa Kirel che, prima di partire per Liverpool, ha incontrato il Presidente Isaac Herzog a Gerusalemme per spiegargli che la canzone riflette l’orgoglio di essere ebreo dinanzi al mondo. Un messaggio di forza e speranza che la cantante ha ritenuto fondamentali per rappresentare e sostenere Israele nel difficile periodo storico che sta affrontando.

È importante notare che Kirel non è l’unica partecipante di origine ebraica in gara quest’anno: la britannica Mae Muller, che si esibirà con il brano I Wrote a Song, ha parlato spesso di come suo nonno sia sopravvissuto ai campi di concentramento della Germania nazista. Inoltre, un’altra partecipante israeliana prenderà posto sul palco in uno degli intervalli della finale di sabato: Neta Barzilai, la cantante che ha portato Israele alla vittoria nel 2018 con il brano Toy, si esibirà insieme ad altri cinque iconici vincitori del contest. “Eurovision mi ha richiamato e non potevo dire di no” ha postato Barzilai sul suo profilo Instagram lo scorso mese.

Le previsioni di quest’anno dicono che Israele si piazzerà al 7° posto del contest, ma è ancora tutto nelle mani del pubblico. Per la prima volta nella storia dell’Eurovision, infatti, anche i cittadini dei paesi non qualificati avranno il permesso di votare la loro canzone preferita.

Durante la finale Unicorn dovrà affrontare non solo i vincitori delle semifinali di martedì ma anche coloro che supereranno le semifinali di giovedì sera, seguiti dai 5 finalisti di diritto, detti “Big Five”, (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna) e l’Ucraina, vincitrice della scorsa edizione.

Una sfida musicale ricca di sorprese che Noa Kirel è pronta ad affrontare con orgoglio e fiducia in sé, ricordando come l’ultima volta che il contest si è tenuto nel Regno Unito nel 1998 abbia portato alla vittoria di Israele con la canzone Diva di Dana International.

“Forse è un buon auspicio, non lo so ancora – io mi concentro sul lato positivo” conclude Kirel.