Una delegazione pachistano-americana visita Israele. Ma il governo non approva

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di Francesco Paolo La Bionda
Una delegazione di dodici rappresentanti pachistano-americani è arrivata domenica 18 settembre in Israele per una visita di sei giorni, volta a promuovere lo sviluppo dei rapporti tra i due paesi, che non hanno mai stabilito relazioni diplomatiche.

La visita è stata organizzata dall’ American Muslims and Multifaith Women’s Empowerment Council (AMMWEC) e da Sharaka, un’organizzazione nata sulla scia degli Accordi di Abramo per promuovere la pace e la cooperazione nella regione mediorientale.

L’obiettivo del viaggio, secondo gli organizzatori, è quindi quello di permettere ai partecipanti di visitare ed esplorare Israele di persona, così da raccontare quanto appreso e visto all’opinione pubblica pachistana, per fornire informazioni rilevanti e contribuire al dibattito in corso sull’opportunità che anche il Pakistan possa aderire agli Accordi di Abramo.

Acqua e agricoltura al centro dell’interesse

Devastanti inondazioni hanno colpito il Pakistan a partire da giugno, interessando un terzo dell’intero paese e causando 40 miliardi di dollari di danni. I visitatori quindi hanno focalizzato il tour dello Stato ebraico sulle eccellenze israeliane in ambito di gestione delle risorse idriche e mitigazione dei disastri naturali, oltreché sul settore agritech.

In quest’ambito, uno dei leader della delegazione, Nasim Ashraf, medico ed ex ministro pakistano dello Sviluppo, dopo aver visto le tecnologie agricole utilizzate nella regione vicina al confine con Gaza, ha lodato i progressi degli agricoltori israeliani, dicendo che “stanno trasformando il deserto in terreno agricolo a costi molto bassi” e che gli stessi metodi potrebbero essere applicati anche in Pakistan.

Incontri con le istituzioni israeliane

Benché la visita non abbia carattere ufficiale e sia stata organizzata da privati, i partecipanti hanno comunque avuto modo di incontrare i vertici delle istituzioni israeliane, incluso il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid.

Nonostante la diffusa ostilità presente in Pakistan contro Israele, soprattutto tra gli influenti circoli islamisti, alcune voci si sono levate recentemente per promuovere una normalizzazione delle relazioni bilaterali come già hanno fatto i paesi firmatari degli Accordi di Abramo.

Tra queste quelle dei giornalisti televisivi Ahmed Quraishi, che a giugno scorso ha anche visitato Israele, e Imtiaz Mir, che ha suggerito che il Pakistan segua l’esempio di Emirati Arabi Uniti e Bahrein nel normalizzare le relazioni con Gerusalemme così da non restare tagliato fuori dal nuovo assetto regionale.

Il governo pachistano si dissocia

Il ministero degli Esteri pachistano si è comunque voluto dissociare dall’iniziativa e giovedì 22 settembre ha rilasciato una dichiarazione ufficiale, nella quale ha attribuito la visita della delegazione a “un’ONG straniera che non è basata in Pakistan” e ha rimarcato come la posizione ufficiale del paese sulla questione palestinese non sia in discussione.

Islamabad si rifiuta infatti ancora oggi di riconoscere Israele come stato legittimo finché non sarà creato uno stato palestinese nei confini precedenti alla guerra dei Sei Giorni e con Gerusalemme Est come capitale. Ufficiosamente però i due paesi hanno interagito in molteplici occasioni, solitamente incontrandosi presso le reciproche rappresentanze diplomatiche in Turchia.