Visti revocati per Ye e i Bob Vylan: l’Australia e gli Stati Uniti reagiscono alle esibizioni degli artisti antisemiti

Personaggi e Storie

di Pietro Baragiola
Il rapper americano  si è visto revocare il visto per l’Australia a causa del suo ultimo brano Heil Hitler pubblicato sui social media a maggio di quest’anno in cui dice frasi come “Amo Hitler” e “Sono un nazista”. Mentre dopo il festival di Glastonbury, trasmesso dalla BBC, il Dipartimento di Stato americano ha revocato il visto dei due membri della band che avevano inneggiato alla morte dell’IDF.

 

Mercoledì 2 luglio il rapper americano Ye (a sinistra nella foto), precedentemente noto come Kanye West, si è visto revocare il visto per l’Australia a causa del suo ultimo brano Heil Hitler. Ye ha pubblicato la canzone sui social media a maggio di quest’anno e per molti ha rappresentato il culmine della lunga serie di commenti antisemiti rilasciati dall’artista negli ultimi mesi, ricchi di frasi come “Amo Hitler” e “Sono un nazista”.

Il Ministro degli Interni australiano Tony Burke e il suo team hanno finalmente deciso di agire, spiegando che, nonostante i commenti di Ye non fossero sufficienti per influire sul suo visto, il nuovo brano ha spinto i funzionari di stato a riesaminare la questione.

“È una canzone che promuove palesemente il nazismo” ha affermato Burke in una dichiarazione pubblica. “Abbiamo già abbastanza problemi in questo Paese senza importare deliberatamente il fanatismo e per questo motivo il visto di Ye non è più valido da noi.”

Parlando del visto, Burke ha aggiunto che si tratta di un pass di livello inferiore che il rapper ha usato negli ultimi anni per visitare abitualmente la famiglia della moglie, Bianca Censori, residente a Melbourne.

Non è la prima volta che il governo australiano agisce contro gli artisti stranieri antisemiti. Nell’ottobre 2024 il ministero degli interni ha bandito anche l’influencer statunitense Candace Owens per aver negato ripetutamente che i nazisti avessero condotto esperimenti medici sui loro prigionieri. “L’interesse del nostro Paese è servito meglio se Candace si trova altrove” ha affermato Burke.

La legge australiana sull’immigrazione è risoluta nel far rispettare i requisiti di sicurezza e condotta per l’ingresso nel Paese da parte dei cittadini stranieri. Il suo esempio ha ispirato anche altre realtà come gli Stati Uniti che negli ultimi giorni hanno revocato il visto al gruppo britannico Bob Vylan dopo i loro incitamenti alla violenza rilasciati a Glastonbury.

 

Il visto dei Bob Vylan

Sabato 28 giugno durante il concerto al Glastonbury Music Festival il duo punk-rap britannico Bob Vylan (a destra nella foto il frontman) ha inneggiato “morte all’IDF” nel mezzo dei suoi brani, guidando la folla con il coro “Free, Free, Free Palestine” e concludendo l’esibizione dicendo “Hell yeah, dai fiumi al mare la Palestina deve essere, anzi sarà, inshalla, sarà libera”.

In risposta a questo comportamento il Dipartimento di Stato americano ha annunciato lunedì a Fox News Digital di aver revocato il visto dei due membri della band il cui tour negli Stati Uniti era previsto per la fine del 2025: “il segretario di Stato Marco Rubio è stato chiaro: gli Stati Uniti non approveranno i visti per i simpatizzanti del terrorismo”.

“Supportiamo questa decisione” ha affermato il primo ministro britannico Keir Starmer in una dichiarazione pubblica rilasciata alla BBC. “Non ci sono scuse per questo tipo di incitamento all’odio”.

Anche la BBC ha pubblicato un comunicato scusandosi per aver continuato a trasmettere in diretta il concerto dei Bob Vylan e condannando i cori antisemiti che hanno avuto luogo durante l’esibizione.

“Il nostro team stava affrontando una situazione in diretta, ma col senno di poi avremmo dovuto interrompere subito la trasmissione e ci dispiace che ciò non sia avvenuto” sostiene il portavoce della società. “La BBC rispetta la libertà di espressione, ma è fermamente contraria all’incitamento alla violenza. I sentimenti antisemiti espressi dai Bob Vylan sono assolutamente inaccettabili e non hanno posto sulle nostre frequenze”.