L’International Legal Forum chiede le dimissioni della funzionaria ONU Francesca Albanese

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di David Fiorentini
L’International Legal Forum, un ente di oltre 4000 avvocati, ha chiesto le dimissioni dell’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, Francesca Albanese.

In una lettera indirizzata al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si accusa Albanese di “giustificare il massacro, lo stupro, la tortura e il rapimento di israeliani, comprese donne e bambini”, in maniera “ripugnante, inaccettabile e inscusabile”.

La richiesta arriva in seguito all’ennesima polemica scaturita dalla funzionaria ONU, la quale ha retwittato un post del presidente francese Macron che definiva il massacro perpetuato da Hamas il 7 ottobre come il peggiore incidente antisemita del secolo. “Il peggiore massacro antisemita del secolo? No, signor Presidente”, ha scritto Albanese su X. “Le vittime del 7/10 sono state uccise non a causa del loro ebraismo, ma in risposta all’oppressione di Israele.”

Una posizione inaccettabile per il Forum, che citando l’episodio continua: “Lei stesso, signor Segretario Generale, ha affermato più volte che non può esserci ‘giustificazione’ per gli abominevoli crimini di Hamas. Eppure ecco un funzionario, agendo per conto delle Nazioni Unite, cercare di fare proprio questo.”

Le parole di Albanese hanno immediatamente ricevuto la condanna di vari esponenti della Comunità Internazionale, a partire dal ministro degli Esteri francese e dal suo omologo tedesco.

“Fare dichiarazioni del genere in veste di rappresentante delle Nazioni Unite” – spiega Berlino – “è una vergogna e va contro tutto ciò per cui le Nazioni Unite si battono”.

Forte dissenso a cui è seguito anche quello del ministro Tajani: “Non condivido le parole di Francesca Albanese perché l’attacco di Hamas è stato un attacco militare che puntava alla caccia all’ebreo e che ha avuto risvolti disumani con violenze e profanazioni di cadaveri, cose mai viste. Non è esatto quello che dice la signora Albanese e comprendo la reazione d’Israele”.

Parallelamente, anche lo Stato di Israele ha preso provvedimenti nei confronti dell’Inviato Speciale, negandole il visto necessario per entrare nel paese. In un post su X, il ministero degli Esteri Israel Katz e il ministro dell’Interno Moshe Arbel hanno fatto seguito alle richieste nei confronti di Guterres, affinché Albanese sia rimossa “immediatamente dalla sua posizione”.

Non è la prima volta che Albanese si è trovata nell’occhio del ciclone. Dalla sua nomina nel maggio 2022, ha accusato Israele di essere una “conquista coloniale” e ha descritto l’opinione pubblica americana come “sottomessa alla lobby ebraica”.

Oltre ad essere apparsa in un canale televisivo affiliato a Hezbollah (nella foto uno screenshot dell’intervista), il gruppo terroristico affiliato all’Iran che opera nel Libano meridionale, ha anche sostenuto che Israele non abbia il diritto all’autodifesa dal terrorismo palestinese.

Allorché, nell’aprile 2023, quando tale dichiarazione aveva come sfondo l’attentato sul lungomare di Tel Aviv, in cui perse la vita anche l’italiano Alessandro Parini, il senatore Giulio Terzi inviò una lettera al ministero Tajani, invocando già al tempo le dimissioni dell’Inviato Speciale.

Nel frattempo, il divieto posto dalle autorità israeliane non sembra aver fermato l’impeto di Francesca Albanese, che ha ribadito le sue intenzioni e ha dichiarato di voler entrare nella Striscia il mese prossimo, tramite il valico di Rafah in Egitto.