La minaccia iraniana è sempre più insidiosa, tra sviluppo nucleare e operazioni cyber

Mondo

di Francesco Paolo La Bionda
L’Iran continua a rappresentare una delle principali minacce alla stabilità della regione mediorientale, sia sotto il profilo bellico convenzionale sia nelle modalità di guerra ibrida: infatti mentre accelera i progressi per lo sviluppo di un arsenale nucleare e rafforza la sua presenza militare in Siria, Teheran ha anche intensificato le operazioni contro i suoi avversari in ambito digitale.

Uranio arricchito in Iran e armi in Siria

Il 4 maggio scorso, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, durate una visita diplomatica in Grecia, ha dichiarato che l’Iran ha ormai accumulato abbastanza materiale fissile, arricchito tra il 20% e il 60%, per poter realizzare cinque bombe nucleari. Il funzionario israeliano ha anche lanciato un avvertimento al regime iraniano affinché desista dall’arricchire ulteriormente le sue scorte di uranio al 90%, soglia che ne permette l’impiego all’interno di un ordigno.

Gallant ha inoltre promesso che Israele non permetterà all’Iran di continuare i suoi sforzi per cementare la sua presenza militare in Siria, dove si ritiene che l’aviazione israeliana abbia già colpito numerosi obiettivi legati ai regimi siriano e iraniano negli scorsi mesi, compresa una recente incursione contro l’aeroporto di Aleppo. “Negli ultimi sei mesi, l’Iran ha inviato aerei in Siria su base settimanale, consegnando armi da utilizzare per il terrorismo”, ha spiegato il ministro. “Il regime siriano deve sapere che l’IDF risponderà con forza a qualsiasi attacco lanciato dal suo territorio. Non permetteremo all’Iran di stabilire una forza militare in Siria, o di costruire un’“autostrada” per la consegna di armi avanzate al Libano” ha aggiunto, riferendosi agli Hezbollah, alleati e protetti di Teheran.

I dati Microsoft sulle operazioni cyber iraniane

Il 2 maggio è stata invece Microsoft, attraverso il proprio blog, a gettare nuova luce sulle operazioni cyber portati avanti dagli hacker al soldo del regime iraniano. Il colosso informatico ha infatti rilevato una rapida accelerazione, a partire dal giugno 2022, delle cosiddette operazioni di influenza portate avanti da Teheran nel web. Si tratta di tutte quelle iniziative digitali, come campagne di disinformazione sui social, tese a influenzare l’opinione pubblica in patria e all’estero.

Gestite, secondo Microsoft, principalmente dall’azienda informatica pubblica iraniana Emennet Pasargad, queste operazioni sono dirette soprattutto contro Israele, che da solo è stato il bersaglio di un quarto del totale, e i suoi alleati Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Tra gli obiettivi degli hacker iraniani ci sono il sostegno alle fazioni palestinesi, la destabilizzazione del Bahrein e il contrasto della normalizzazione delle relazioni tra lo Stato ebraico e i paesi del Golfo, cercando anche di seminare panico e paura tra i cittadini israeliani.