Fumetti/ Captain Israel, un supereroe per i nostri tempi.

Mondo

di L.B.

“Per quasi duemila anni, nessuno stato o nazione si è formato in Palestina: si sono succeduti imperi e popoli che l’hanno colonizzata, governata e poi sono scomparsi. — ma le comunità ebraiche dureranno lungo i secoli…”.

Si apre così, con queste parole, il primo numero di Captain Israel, un nuovo fumetto a colori – chiaramente ispirato al Captain America degli anni ’50 – prodotto negli Stati Uniti e pensato soprattutto, a quel che si può intuire, per i lettori europei e americani – che possono trovarlo allegato come supplemento al giornale di tutti giorni (come accade in Olanda) o distribuito dagli strilloni per le strade (come in Gran Bretagna).

“Dotato della forza di Sansone e della saggezza di Salomone, Capitan Israele, con la forza del suo spirito e la sua determinazione, combatte contro l’antisemitismo e e l’antisionismo, per proteggere la vita e le tradizioni e la cultura degli ebrei, di Israele e dei suoi amici in tutto il mondo”.

Nel primo numero, Captain Israel, eroe immortale, si presenta ai lettori: in un pugno il Maghen David come scudo e nell’altro una lancia a forma di Menorah; i tremila anni di storia degli ebrei, vissuti fra vessazioni, persecuzioni e stermini, ma alla fine, sempre vittoriosi sul nemico – sono il suo discorso.
Nel secondo numero invece, a quanto si sa, Captain Israel sarà chiamato ad affrontare (e sconfiggere, si spera) uno dei principali nemici di Israele, quello per il quale il nostro eroe, pare, sia stato creato: il boicottaggio economico di Israele.

L’idea di Captain Israel infatti – uscito dalla penna (digitale) di Arlen Schumer, già illustratore  e disegnatore di supereroi per il Wall Street Journal e per la rivista Wired –  è nata nell’ambito di StandwithUs, l’associazione no-profit e pro-Israele con base a Los Angeles, che ha come suo principale obiettivo la lotta contro il movimento per il boicottaggio di Israele (Boycott, Divestment and Sanctions movement).

Il nuovo fumetto, disponibile anche in versione digitale, si rivolge ad un pubblico di giovani e giovanissimi e sembra riprendere alcuni dei temi e dei caratteri che già troviamo presenti anche in un’altro fumetto americano, Israel Man, creato da Eli Valley, artista e collaboratrice, fra gli altri, della rivista Forward. La Valley, intervistata dal Jerusalem Post proprio in merito all’uscita del primo numero di Captain Israel, ha lasciato trasparire qualche riserva, più sul personaggio Captain Israel, che sull’operazione e l’idea che ne stanno alla base. “Ogni popolo ha bisogno (e dunque ricerca) una ‘narrativa eroica’ con cui rivolgersi ai giovani”, ha dichiarato. “Tutte le culture ricorrono e possiedono narrative ‘monocromatiche’ che vengono utilizzate per diffondere i valori del patriottismo e dell’orgoglio nazionale, senza tenere conto delle sfumature”. Captain Israel, se ne deduce, appartiene a questo filone narrativo.

Insomma, se osservato in una certa prospettiva, se osservato da un punto di vista strettamente israeliano, sembra dire la Valley, il lancio di questo nuovo fumetto si può capire e giustificare. Rimane tuttavia un dubbio. Captain Israel pare pensato e prodotto non tanto per i ragazzi israeliani, e, forse, nemmeno per i giovani ebrei della Diaspora, quanto piuttosto, come s’è detto all’inizio, per un pubblico di lettori europei e americani, digiuni o quasi, di storia (e cultura) ebraica. Ragazzi e ragazzini che incamerano e fanno proprie idee distorte su Israele, i suoi diritti, la sua politica attraverso una molteplicità di mezzi – dalla tv, ai siti internet, ai libri (incluso qualche manuale scolastico).

Se così fosse, però, viene da chiedersi se davvero un supereroe vecchio stile – per forme e contenuti – come Captain Israel, sia forte abbastanza da poter sconfiggere tanti e tali nemici.