25 aprile nelle piazze di Milano e Roma: i pro-Palestina attaccano la Brigata Ebraica

Italia

di Redazione
Come sempre, più che mai: gli attacchi contro la Brigata Ebraica che eravamo abituati a vedere a Milano, negli ultimi anni, all’angolo tra Corso Venezia e Piazza San Babila ad opera di ex terroristi italiani e qualche gruppuscolo propal, oggi si sono moltiplicati nell’esaltazione collettiva degli estremisti islamici, “studenti” palestinesi e frange dell’estrema sinistra dei collettivi e centri sociali.

La Comunità ebraica di Milano ha deciso di non sfilare con il proprio gonfalone, “essendo state disattese le condizioni essenziali di rispetto della giornata e dello spirito del ricordo”.

“Parole malate portano a comportamenti malati. – È il commento di Davide Romano, presidente del Museo della Brigata Ebraica di Milano – Negli scorsi mesi abbiamo denunciato in tutti i modi l’utilizzo inappropriato di parole come ‘genocidio’. Su questo Roberto Cenati si è dimesso dall’ANPI così come Daniele Nahum si è dimesso dal Partito democratico. I media e troppi politici (soprattutto a sinistra) devono fare una riflessione seria perché stanno giocando con il fuoco. Basta con la propaganda antisemita a reti unificate, non si possono promuovere cattivi maestri in prima serata in televisione e sui vari media”.

Sinistra per Israele era oggi in piazza a Milano per festeggiare il 25 aprile e onorare la memoria di chi con coraggio ha liberato l’Italia.
“Abbiamo deciso di portare in piazza lo striscione ‘Due popoli due Stati’ – dichiarano – cioè la sintesi di chi vuole la pace contemplando i due diritti, e non uno solo. Il benvenuto che ci è stato da una parte del corteo in Piazza del Duomo sono state contestazioni verbali fino a quelle fisiche e violente da parte di un gruppo non meglio identificato di giovani violenti. Non saranno certo queste aggressioni violente e queste contestazioni a modificare la nostra posizione sul conflitto in Medio Oriente, oppure la nostra storica convinzione di due popoli per due Stati o ancora ad accettare che il simbolo della stella di David non possa avere cittadinanza il 25 Aprile. Serve una condanna unanime senza se e senza ma di chi, sedicente  difensore dei palestinesi, utilizza il 25 Aprile per negare il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, o il diritto alla presenza degli ebrei antifascisti che ricordano i martiri della Brigata Ebraica. Senza quella condanna le tensioni di questa giornata saranno sempre più acute. Viva il 25 Aprile, Viva la liberazione dal nazifascismo”.

Eyal Mizrahi, presidente della Associazione Amici di Israele ADI, da anni in prima fila nel corteo del 25 aprile, commenta: “Sono molto amareggiato che una giornata come quella della festa del 25 aprile sia diventata un terreno di scontro e di attacchi vili ai rappresentanti della Brigata Ebraica, medaglia d’oro al valore militare e alla Resistenza. Noi abbiamo, come sempre, sfilato in pace, senza rispondere agli attacchi e alle urla offensive lungo il percorso del corteo, ma arrivati in piazza Duomo siamo caduti in una imboscata di una trentina di ragazzi arabi, che bloccando lo spezzone della Brigata Ebraica hanno cominciato a strappare le bandiere dalle mani dei partecipanti, calpestarle, sputare e picchiare selvaggiamente la gente. Io mi sono precipitato a salvare uno dei nostri, un signore in pensione che è stato circondato da una decina di questi teppisti e anch’io sono uscito un po’ contuso nella ricerca di dividere e di calmare gli animi. Le forze dell’ordine sono arrivate solo dopo 5 minuti che ci sembravano infiniti. Per fortuna non ci sono scappati dei feriti gravi ma c’è mancato poco”. Grazie ai City Angels che si sono frapposti con coraggio e determinazione.

Presenti al corteo, determinati e coraggiosi come ogni anno, i ragazzi del movimento giovanile sionista socialista Hashomer Hatzair.

“È intollerabile – commenta un partecipante al corteo – che gli arabi, che nella Seconda guerra mondiale erano alleati di Hitler e del nazismo, e che oggi fiancheggiano Hamas e il suo progetto genocida verso Israele e tutti gli ebrei, si siano permessi di ‘occupare’ le piazze italiane antifasciste del 25 aprile con i loro slogan violenti e bugiardi contro Israele e il sionismo”.

Noemi Di Segni, Presidente UCEI – Unione della Comunità Ebraiche Italiane, ha dichiarato pochi giorni fa all’ANSA che il 25 aprile non è il giorno dei palestinesi: «Resti festa della Liberazione per la quale combattemmo».

«Non ci faremo dire da nessuno che noi siamo i nuovi fascisti. Abbiamo combattuto per la Liberazione con i nostri partigiani e con la Brigata ebraica, nonostante le persecuzioni e il tradimento nei nostri confronti con le leggi razziali. I concetti di Liberazione e libertà oggi non sono scontati. E chiediamo che non vengano nemmeno abusati o dissociati per portarli in altri contesti, contro gli ebrei e contro Israele. Non possiamo sentirci dire che questo è il giorno della liberazione dei palestinesi, su quello si può lavorare altri 364 giorni l’anno. Non il 25 aprile, non nelle piazze dove omaggeremo il ricordo dei caduti. Il 25 aprile resti il 25 aprile e non ci sia violenza o contestazione del valore e del contribuito ebraico per la liberazione dal nazifascismo», ha sottolineato Noemi Di Segni.

Milano, Italia: manifestazione filo-palestinese e anti-israeliana
C’era una bandiera rossa issata vicino al palco della parte propal del corteo.  È la bandiera dell’organizzazione terroristica Fronte popolare per la liberazione della Palestina. La prima organizzazione palestinese che ha dato inizio al terrore dei dirottamenti aerei negli anni ’60 del secolo scorso (tre episodi di dirottamento) ed è stata quella a causa della quale sono state rafforzate le procedure di sicurezza negli aeroporti, nel tentativo di prevenire ulteriori dirottamenti. Tra gli attacchi compiuti dall’organizzazione figurano l’omicidio del ministro Rehavam Zeevi nell’ottobre 2001 e l’omicidio della giovane Rena Schnarev nel 2019.

Una manifestante araba si è presentata al corteo del 25 aprile con una pentola a pressione. Il riferimento è all’attentato islamista di Boston del 2013 che fu perpetrato con delle bombe artigianali ricavate da pentole a pressione

 

Credit
Foto in alto © Daniele Mascolo per Sinista per Israele