(Sinagoga italiana di Venezia prima (a sx) e dopo il restauro)
di Ilaria Ester Ramazzotti
Proseguono i lavori di riqualificazione e ampliamento del Museo Ebraico di Venezia, museo diffuso che include diverse aree site in campo di Ghetto Novo e tre storiche sinagoghe della città lagunare, italiana, tedesca e canton. Si darà vita a un percorso di visita continuo e inclusivo che prevede anche un appartamento tipo del ghetto cinquecentesco. Il piano è internazionale, ha ricevuto finanziamenti privati in parte europei e in parte statunitensi e lo scorso mese di luglio ha visto aggiungersi la partecipazione del governo italiano con uno stanziamento di 1,65 milioni di euro elargiti dal ministero della Cultura, che lo ha inserito nel piano strategico Grandi Progetti Culturali.
Mosaico ha incontrato la direttrice del Museo Ebraico di Venezia Marcella Ansaldi, che spiega: “I lavori sono ripartiti in maniera importante negli scorsi mesi di marzo e aprile, dopo le interruzioni causate prima alla pandemia da Covid e poi a rallentamenti dovuti ai molti cantieri che ci sono in città. Altri rallentamenti erano invece stati voluti per non mettere a repentaglio le finanze comunitarie: finché non ci sono in cassa i fondi dei finanziamenti, non si dà avvio ai lotti successivi dei lavori”.
“Oggi siamo soddisfatti perché abbiamo la possibilità di avere il progetto definitivo di tutto il complesso museale – prosegue -. Eravamo infatti stati costretti a dividere il piano, che oltre alle tre sinagoghe cinquecentesche e il vecchio museo comprende oggi degli appartamenti confinanti con la sinagoga tedesca che abbiamo dovuto acquistare. Si tratta di appartamenti che in passato appartenevano alla comunità, ma che nel dopoguerra erano stati venduti. Un altro ampio appartamento attiguo alla sinagoga italiana diventerà invece area museale. Già di proprietà della comunità, è tuttavia totalmente da ristrutturare, dal solaio al pavimento. E in questi casi a Venezia il tessuto fragile della città richiede il triplo delle attenzioni. Abbiamo inoltre inserito nel progetto il rifacimento delle facciate”.
La buona riuscita della raccolta dei fondi privati è dovuta all’opera dello storico dell’arte e fundraiser David Landau, che ha dal principio coinvolto il World Jewish Congress attraverso il suo presidente Ronald Lauder. “Il costo totale del progetto complessivo del Ghetto Novo ammonta a circa 12 milioni di euro – evidenzia la direttrice Ansaldi -. L’avvio della raccolta dei fondi è stato complesso, ma il nostro iscritto David Landau che ha raccolto da privati i denari che finora hanno finanziato i lavori svolti per oltre cinque milioni e mezzo”.
“In questo contesto sono benvenuti i denari da parte del Ministero della Cultura, che ha voluto valorizzare questo importante progetto che riguarda la storia dell’ebraismo e della città di Venezia – sottolinea -. Il merito va all’iniziativa del presidente della Comunità Ebraica di Venezia Dario Calimani che ha sottoposto al Ministero la parte progettuale relativa a tutta l’area della sinagoga tedesca e all’area sottostante. Uno spazio già di proprietà del Museo ebraico, precedentemente destinato a deposito, che tornerà area espositiva. Lì ricostruiremo un appartamento tipo del ghetto cinquecentesco: dal Cinquecento ad oggi non ha subito interventi edilizi, se non d’urgenza, e presenta tutte le caratteristiche delle pareti e del soffitto tipici del ghetto. È fra quelli che furono abbassati per poter ospitare l’elevato numero di famiglie che arrivarono in ghetto fra il Cinquecento e il Seicento”.
Non mancheranno nuovi e rinnovati servizi per l’accoglienza dei visitatori. “Il piano terra di tutta quest’area riprodurrà l’originale ingresso della sinagoga tedesca con lo sviluppo di una struttura di sicurezza a destra e di un nuovo bookshop sulla sinistra. Questa è l’area oggetto del finanziamento del ministero, che tuttavia non sarà sufficiente per sostenere i costi di tutti i lavori: la sola sinagoga tedesca necessita di lavori di restauro per 900 mila euro, quindi dovremo aggiungere fondi privati – conclude Ansaldi -. Sotto, sopra e accanto alla sinagoga tedesca si intreccia l’architettura tipica del ghetto cinquecentesco. Il progetto assume così grande valore per la cultura della città e per la narrazione storica del ghetto”.
Qui il link al video di approfondimento prodotto dall’Istituto Italiano di Cultura di New York, in cui il presidente Fabio Finotti delinea la storia del ghetto veneziano insieme a David Landau, che ne presenta il progetto di restauro, e a Marcella Ansaldi, direttrice del Museo ebraico di Venezia.