Il Ghetto di Venezia

Nel Ghetto di Venezia, come gli ebrei nel 1500

Italia

di Redazione
Il Ghetto di Venezia si appresta a intraprendere un importante progetto di riqualificazione e ampliamento: inizieranno infatti a ottobre i lavori per aggiungere all’attuale complesso museale, composto da undici unità immobiliari situate in otto unità edilizie, altre cinque unità immobiliari.

Come rivela la testata online Il metropolitano (e riporta il Times of Israel) il valore del progetto è di 9 milioni di euro, raccolti già al 60 per cento tra una ventina di donatori, di cui metà europei e metà americani. Dopo avere ottenuto il nulla osta della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, il progetto è stato accettato anche dal Consiglio comunale della città. I lavori inizieranno a ottobre e dovrebbero durare tre anni.

“Il progetto di costruzione è il più grande intrapreso a Venezia dopo l’emergenza del coronavirus – ha dichiarato durante la conferenza stampa di presentazione Marcella Ansaldi, direttrice del Museo ebraico di Venezia -. È un segno di rinascita dopo le inondazioni dello scorso anno e la recente pandemia. Il museo rimarrà aperto durante i lavori ”.

“Per noi è un onore aiutare un museo che si sviluppa e si consolida avendo alle sue spalle un’intera comunità – ha dichiarato il sindaco veneziano Luigi Brugnaro -. Questo progetto  completamente autofinanziato è uno splendido esempio di sussidiarietà, un dono per le generazioni future e un messaggio di fratellanza e solidarietà”.

Come nel 1500

Tra i nuovi spazi ci sarà un appartamento del 1528, situato sotto la Schola Tedesca, che sarà ricostruito sulla base dei modelli delle abitazioni ebraiche dell’epoca per ricrearne l’atmosfera: soffitti alti 170 centimetri, senza servizi igienici, con l’afa che rendeva l’aria irrespirabile d’estate e il freddo umido d’inverno. Soprattutto, sarà riaperto il passaggio verso la sinagoga, lo sbocco dove respirare un po’ d’aria non viziata e vedere la luce.

“I turisti potranno così toccare con mano quanto fosse difficile la vita per gli ebrei in quell’epoca – afferma David Landau, storico dell’arte israeliano e project manager -. Il ghetto era una prigione, ma era anche una protezione: fintanto che i residenti rimanevano all’interno, nessuno poteva far loro del male”.

La ristrutturazione di tutto il polo museale

Inoltre, gli spazi già presenti verranno riorganizzati in modo importante. Verranno utilizzati degli interspazi per avere un percorso museale collegato internamente, senza uscire e rientrare in campo come si fa ora. La sinagoga italiana, attualmente non accessibile dal museo, grazie al progetto di riqualificazione, integrerà la mostra permanente offerta dal museo.

Inoltre, il complesso sarà accessibile ai disabili, con due ascensori, per la salita e la discesa, e i bagni saranno rinnovati.
Caffetteria e biblioteca verranno spostate al piano terra in sicurezza, a prova di acqua alta al di sopra di 220 centimetri. Al termine dei lavori di ristrutturazione, saranno messi a disposizione del pubblico nella biblioteca oltre 4.000 libri e manoscritti di proprietà della comunità ebraica. L’obiettivo è quello di ricreare l’antica relazione tra gli edifici presenti all’interno del complesso museale – che un tempo aveva funzioni essenziali – con la piazza del ghetto e con la città in senso lato.

“È un sogno che diventa realtà – ha precisato il presidente della Comunità ebraica mondiale Ronald Lauder, riporta Il Metropolitano – Avevo visitato anni fa le tre sinagoghe ed ero restato a bocca aperta. Onorato che questa giunta abbia autorizzato questo ampliamento ora che il Ghetto compie 504 anni. La missione della mia vita è aiutare le comunità ebraiche a ricostruire ciò che è stato perso. Con l’ampliamento le persone vedranno tornare alla vita le sinagoghe, il canto e il sorriso dei bambini, una comunità che si ravviva, e vedranno il bene più prezioso, la vita. La storia di Venezia e la comunità ebraica sono sempre state connesse. Ora, con questo museo diffuso, lo saranno ancora di più”.