Al via la Giornata europea della cultura ebraica: l’importanza del sapere (e sapersi) costantemente rinnovare

di Ilaria Myr
Sapere rinnovarsi, mantenendo però salde le proprie radici in un passato millenario: a questa capacità, che l’ebraismo da sempre dimostra e mette in pratica e che trova il suo punto massimo nella creazione dello Stato di Israele, era dedicata la Giornata europea della cultura ebraica, che a Milano si è tenuta il 18 e il 19 settembre.
All’apertura degli eventi, condotta dal giornalista Davide Romano, domenica mattina nella sinagoga centrale di via Guastalla, hanno partecipato numerose autorità istituzionali locali e della comunità ebraica.

Letizia Moratti: “Giornata importante per la cultura: la comunità dà un grande contributo”

Letizia Moratti e Davide Romano alla XXIII Giornata europea della cultura ebraica

 

“Ringrazio per il contributo che da sempre la Comunità ebraica dà alla nostra città, alla nostra Regione e al nostro Paese – ha dichiarato letizia Moratti, Vice Presidente e Assessore al Welfare della Regione Lombardia -. La cultura che oggi celebrate permette ai cittadini di conoscere la vostra grande tradizione. La mia amicizia con la comunità e Israele è di lunga data. Penso anche alle collaborazioni scientifiche che come ministro della ricerca ho avviato con tanti istituti, fino a un accordo importante di cooperazione scientifica e sanitaria, il primo che Israele ha firmato con uno stato europeo nel 2002, che prevede diversi ambiti: scambio di informazioni, ricercatori, ricerche innovative e tutte le tematiche per affrontare le complessità e le sfide a cui la sanità è chiamata, a farsi cura dei più fragili”.
La Moratti ha lodato anche la Comunità ebraica per la sua attenzione alle fragilità, ricordando la sua recente visita alla Rsa Arzaga, “che presta servizi e dà cure eccezionali con attenzione alla persona che sono davvero di esempio per tutti noi”.

“Queste – ha continuato – sono giornate importanti che aiutano a riflettere su quanto la cultura sia determinante per le nuove generazioni e per tenere saldi i principi e i valori di democrazia”.
Dopo avere ricordato la collaborazione avviata con Israele quando era sindaco di Milano e di aver dato l’avvio al Memoriale della Shoah, ha concluso accettando “l’invito a visitare lo Stato di Israele, che vedrò con interesse per tutti gli ambiti in cui Israele eccelle che potranno essere di collaborazione con la Regione Lombardia”.

 

Cappello (Comune di Milano): “Continuate a darci dialogo, cultura e amore”

Portando il saluto del sindaco Giuseppe Sala, Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del comune di Milano, ha sottolineato l’innovazione che l’ebraismo ha sempre portato ovunque nel mondo, “importante perché viene fatto in un mondo che spesso non vuole capire e disprezza per la mancanza di volontà di scoprire e conoscere e di aprirsi. Non cambiate, non mollate: continuate a sfidare culturalmente il mondo affinché ci sia la capacità di è parlare di rispetto verso il prossimo. Ne abbiamo bisogno tutti: continuate a darci cultura e amore”.

Rizzi (Regione Lombardia): “La conoscenza è la base contro l’odio”

A portare i saluti del presidente della Regione Lombardia Alan Christian Rizzi, assessore alla Casa e Housing Sociale, che ha menzionato “i diversi progetti con la Comunità ebraica di Milano che abbiamo portato a compimento, quelli su cui stiamo lavorando e lavoreremo nel futuro. La storia ci insegna che la necessità di diffondere tradizione, storia e cultura di ebraismo è opportuna e lungimirante perché permette di fare conoscere, e la conoscenza è la base contro ogni forma di odio. E farla conoscere ai giovani consente di costruire una società di pace”.

Rav Arbib: “Costruiamo il futuro sulla base della nostra identità”

Ma come si fa a essere protagonisti dell’innovazione, pur restando legati a testi millenari? C’è una contraddizione in questo?
“Gli ebrei sono stati per anni accusati di essere reazionari, legati a quello che fino a poco tempo fa veniva definito “antico” o “vecchio” testamento – ha spiegato il Rabbino Capo di Milano Rav Alfonso Arbib -. D’altra parte gli ebrei sono stati protagonisti di tutte le fasi dell’evoluzione umana: delle rivoluzioni, della innovazione in generale, come dimostra lo Stato di Israele”. Rav Arbib ha quindi citato il grande storico del 900, Yossef Yerushalmi, che dice che l’ebraismo è l’unica religione che ha fatto della memoria un valore religioso: “la memoria è uno dei 613 precetti della Torà. Ma, come diceva Rav Sacks, per costruire il futuro bisogna sapere chi si è e da dove si viene: la memoria è tutto quello ciò che ci è stato trasmesso e tutto quello che fa parte della nostra identità”.

Meghnagi: “Israele è l’esempio più grande di rinnovamento”

Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi

 

Dopo un minuto di silenzio per le vittime della tragedia di questi giorni nelle Marche, la parola è poi passata al presidente della comunità Walker Meghnagi, che ha spiegato come “la scelta di parlare di Israele in questa giornata della cultura dedicata al tema del rinnovamento era inevitabile: la nascita dello stato di Israele è l’evento di maggiore rinnovamento storico politico e culturale degli ultimi due secoli. Israele ha concretizzato una speranza che si è mantenuta nei secoli: è nata una pianta che ha saputo mantenere sempre la sua radice , in condizioni avverse e sempre più spaventose. Il rinnovamento è questo: ci siamo, ci siamo sempre stati e ci saremo sempre come una casa aperta”.

Infine Sara Modena, l’assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano, ha ringraziato i presenti, ricordando quanto questa giornata sia importante “perché ci permette di dialogare e permette di contrastare l’antisemitismo anche inconsapevole che purtroppo ha ancora spazio nella società contemporanea. Per 20 secoli l’ebraismo è stato accusato di essere un popolo vecchio, un relitto superato. Il tema di questa giornata ci permette di dimostrare che la cultura ebraica è ricca di innovazione. Gli ebrei hanno dovuto reinventarsi molte volte, conservando però  l’identità religiosa e culturale e dando un grande contributo alla cultura europea e mondiale”.

In conclusione, Milo Hasbani, vicepresidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, ha portato i saluti della presidentessa Noemi Di Segni, invitando tutti all’impegno a rinnovarsi continuamente.