di Anna Balestrieri
Gli ordini di leva saranno inviati in più fasi durante il mese di luglio 2025, con appuntamenti di arruolamento distribuiti lungo l’anno di leva 2025–2026. I partiti ultraortodossi Shas e UTJ hanno minacciato di boicottare tutte le votazioni plenarie alla Knesset fino alla consegna del testo finale. Ma per il 2025, l’IDF punta a integrare almeno 4.800 haredim.
haredim
La proposta di scioglimento della Knesset fallisce: i partiti haredi si spaccano ma frenano l’opposizione
di Anna Balestrieri
Il disegno di legge sostenuto dall’opposizione per sciogliere anticipatamente la Knesset è stato respinto in prima lettura, con 61 voti contrari e 53 favorevoli. Decisivo il passo indietro della maggior parte dei parlamentari ultraortodossi, che hanno scelto di non sostenere l’iniziativa, evitando così un’accelerazione della crisi politica.
Crisi del governo Netanyahu: lo scontro sulla leva degli haredim può portare allo scioglimento della Knesset
di Anna Balestrieri, da Gerusalemme
I partiti ultraortodossi Shas e Giudaismo Unito nella Torah (UTJ) si preparano a sostenere la proposta di legge per sciogliere la Knesset, la cui lettura preliminare è prevista per oggi, mercoledì 11 giugno 2025 alle 11, ora israeliana. Salvo un cambiamento significativo nella posizione del deputato del Likud Yuli Edelstein (nella foto) riguardo la legge sulla leva obbligatoria, il voto favorevole appare certo.
Nuchem e Libbi ritornano in “Kugel”, il prequel di “Shtisel” disponibile da febbraio sulla piattaforma IZZY
di Pietro Baragiola
Scritto da Yehonatan Indurski e diretto da Erez Kravel, il nuovo spin-off segue le vicende di Nuchem Shtisel (Sasson Gabai) e della figlia Libbi (Hadas Yaron) negli anni precedenti al loro trasferimento a Gerusalemme. Ideato in seguito al successo di Shtisel, Kugel ripropone la sua stessa vincente formula con intrighi amorosi, compassione e umorismo.
Il rotolo della Torah in una mano, la spada nell’altra: nuovi soldati Haredì in Tzahal
di Ludovica Iacovacci
La nuova Brigata Hahashmonaim ha cominciato a guadagnare attenzione per aver aperto le porte ai soldati Haredim come parte di un programma di reclutamento mirato. Domenica 5 gennaio, i primi 50 soldati Haredim sono stati arruolati per il servizio regolare e formeranno il nucleo della prima compagnia della brigata. Altri 100 uomini Haredim, più anziani, sono stati arruolati nella prima compagnia di riserva della brigata per iniziare i sei mesi di addestramento di fanteria, dopo di che diventeranno parte effettiva.
Diario minimo (di un conflitto). Obiettori di (in)coscienza
di Luciano Assin
Una frattura pressoché insanabile si è formata all’interno del mondo religioso ebraico in Israele dopo il pogrom del 7 ottobre. In un periodo come quello attuale nel quale il paese è in guerra da 15 mesi, il più lungo in assoluto mai combattuto da Israele dal giorno della sua fondazione, è sempre più evidente il distacco e l’isolazionismo dei “timorati di Dio” (haredim) dal resto della società israeliana.
Migliaia di uomini Haredi si offrono volontari per servire nell’esercito israeliano. Un segno di unità nazionale
di Redazione
Un esempio di questa solidarietà è l’azione di migliaia diHaredim (ultraortodossi) che si sono offerti volontari per prestare servizio nell’esercito israeliano in seguito all’attacco ormai tristemente storico di Hamas.
Sivan Rahav Meir: «Laici e ortodossi giocano ad allontanarsi sempre di più»
di David Zebuloni
Conduce in prima serata il Tg più seguito del Paese. Ambiziosa, piena di talento, in carriera. Giornalista, mamma e moglie “ultraortodossa”, è oggi un’icona e un simbolo
Nuove opportunità offerte ai haredim nel mondo delle start-up
di Nathan Greppi
Nasce un nuovo centro per professionisti dell’high tech a Bnei Brak, città ultraortodossa nella periferia est di Tel Aviv. A progettarlo è KamaTech, un programma che vuole aiutare i lavoratori ortodossi a integrarsi nel mondo dell’innovazione, e ha ricevuto finanziamenti dalla multinazionale americana Cisco.
Tsavà e haredim: l’onere e l’esonero
di Luciano Assin
È stata una delle questioni sociali più spinose e dibattute degli ultimi anni. Un casus belli che oggi, con la nuova coalizione di governo, sembra forse in via di risoluzione. In nome di una più equa divisione degli oneri. Perché non è più accettabile, dicono in molti, che 7500 studenti di yeshivà l’anno siano esonerati dal servizio militare obbligatorio e vengano mantenuti dallo Stato