Gaza

Dialogo ebraico-cristiano per il Giubileo. Rav Arbib: “È un momento di crisi per il dialogo interreligioso”

Italia

di Nathan Greppi
“Quest’anno c’è stata una scarsa empatia e una sottovalutazione della questione dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo – ha dichiarato il rav in merito al dopo 7 ottobre -. “se anche il mondo religioso avesse fatto una pressione maggiore per la liberazione degli ostaggi, forse oggi saremmo ad un punto diverso da tutti i punti di vista”. E per le migliaia di sfollati israeliani, ha sottolineato, non c’è stata la stessa solidarietà verso Gaza.

Negoziati tra Israele e Hamas a Doha: a fatica verso la tregua

Mondo

di Anna Balestrieri
La prima fase prevede il rilascio di 33 ostaggi “umanitari” (donne, bambini, anziani, malati e soldatesse) in 42 giorni. La maggior parte degli ostaggi è presumibilmente viva, ma non ci sono conferme ufficiali sul loro stato. Le donne saranno le prime a essere liberate. L’accordo include uno scambio: 50 prigionieri palestinesi per ogni soldatessa (di cui 30 con ergastolo) e 30 prigionieri per ogni civile israeliano, per un totale di 1.000 prigionieri palestinesi.

Sul sentiero dei papaveri. Visita al Memoriale del Nova Festival a Re’im

Personaggi e Storie

di Nathan Greppi
Ad oltre un anno dai fatti del 7 ottobre, sono in molti coloro che ogni giorno si recano nei luoghi dove sono avvenuti i massacri, e in particolare al Memoriale realizzato a Re’im, nel luogo in cui quel giorno si teneva il Nova Music Festival. Qui, sono state trucidate centinaia di persone, per la maggior parte giovani, durante quella che avrebbe dovuto essere una giornata di gioia e spensieratezza, ma che in breve tempo si è trasformata in un incubo. Qui il racconto della visita.

L’antisemitismo non risparmia nemmeno le vittime della Shoah: vandalizzato il Memoriale di Varsavia

Mondo

di Roberto Zadik
La scritta Varsavia 1943=Gaza 2025 è apparsa sui muri dell’edificio, situato nella capitale polacca  a Umschangplatz, viale della deportazione, martedì 7 gennaio. La scritta sarebbe stata aggiunta da sconosciuti sotto il versetto biblico dal Libro di Giobbe “Terra non coprire il mio sangue, non ci sia luogo di riposo per il mio grido” presente su uno dei muri dell’edificio.

“Gli ospedali sono per Hamas un rifugio, perché non possono essere colpiti dai militari”. La confessione di un terrorista operativo nell’ospedale Kamal Adwan a Gaza

Mondo

di Redazione
Nel filmato dell’interrogatorio, Anas Muhammad Faiz Al-Sharif, un terrorista di Hamas fermato durante l’attività delle truppe nell’area dell’ospedale Kamal Adwan ha presentato il suo ruolo all’interno di Hamas e ha descritto nei dettagli come i suoi terroristi operano nell’area dell’ospedale, compreso il trasferimento di armi da e verso l’ospedale.

Ministero della Salute israeliano all’ONU: condizioni inaccettabili per gli ostaggi liberati da Hamas

Personaggi e Storie

di Anna Coen
Il rapporto dipinge un quadro devastante della vita degli ostaggi nelle mani di Hamas. Testimonianze raccolte da medici e psicologi raccontano di torture fisiche, abusi sessuali, privazioni estreme e un’umiliazione costante, ripetitiva, senza via di uscita. Provate a immaginare bambini legati e colpiti, adolescenti marchiati con oggetti roventi, donne abusate e uomini denutriti al punto di non riconoscersi più.

Reportage di Al jazeera su Gaza

Come i media arabi rappresentano Israele. L’esperienza in prima persona di Suzan Quitaz

Mondo

di Nathan Greppi
Nata in una famiglia curda costretta a lasciare l’Iraq sotto il regime di Saddam Hussein, dal 2014 al 2021 ha lavorato presso l’emittente televisiva qatariota Al-Araby, ha collaborato con la rivista saudita Al-Majalla e il MEMRI. Oggi risiede in Israele, dove lavora come ricercatrice presso il Jerusalem Center for Public Affairs (JCPA).

Donald Trump

“Se non li rilasciate, scatenerò l’inferno”: qual è la vera strategia di Donald Trump per liberare gli ostaggi israeliani?

Mondo

di David Zebuloni
“Nel caso di Trump, tutto inizia con un tweet e poi si sviluppa la strategia,” spiega Rotem Oreg, esperto di politica americana e direttore dell’associazione LIBRAEL, in un’intervista a Makor Rishon. “È chiaro a tutti che gli americani non attaccheranno nella Striscia di Gaza per conto di Israele. Tuttavia, il governo americano può senza dubbio creare una pressione tale da favorire i negoziati a favore del rilascio degli ostaggi”.

sede del quotidiano Le Monde (Foto Wikimedia Commons. Autore: Arthur Weidmann)

Il caso Le Monde: polemiche e accuse di schieramento ideologico tra filo-palestinismo e critica a Israele. Redazione spaccata

Mondo

di Marina Gersony
All’interno degli spazi comuni della redazione di Le Monde, un angolo è stato ribattezzato “il muro di Gaza” dove campeggiano immagini di bambini palestinesi, articoli di denuncia e slogan come “Stop al genocidio” e “Non lasciate che vi dicano che tutto è iniziato il 7 ottobre 2023”. A dimostrazione della crescente polarizzazione delle posizioni anche nel mondo dell’informazione, che rischia di compromettere l’autorevolezza della testata.