Transatlantic, arriva su Netflix la storia vera degli eroi che salvarono 2000 profughi dalla Francia nazista

di Pietro Baragiola
Il 7 aprile, il colosso streaming Netflix ci riporta nel vivo della II Guerra Mondiale con Transatlantic: una limited-series di 7 episodi che racconta la storia vera dei giovani fondatori dell’Emergency Rescue Committee (ERC), il gruppo che, tra il 1940 e il 1941, aiutò 2000 profughi a scappare dalla Francia nazista per trovare la salvezza negli Stati Uniti.

La serie, ispirata al romanzo The Flight Portfolio pubblicato nel 2019 dall’autrice americana Julie Oringer, è stata scritta e diretta grazie alla rinnovata collaborazione di Netflix con Anna Winger, la sceneggiatrice ebrea che nel 2020 ha riscosso un grande successo grazie alla miniserie Unorthodox.

Girata in inglese, francese e tedesco per rimanere il più vicino possibile alla realtà multiculturale della Marsiglia degli anni ’40, Transatlantic porta in scena un cast internazionale costituito dall’attrice svizzera Deleila Piasko (Money Murder Zurich), i francesi Ralph Amoussou (Missions) e Gregory Montel (Call My Agent!), l’austriaco Lucas Englander (Parlement), gli americani Gillian Jacobs (Community) e Cory Michael Smith (Gotham) e dall’attore israeliano Amit Rahav (Unorthodox), protagonisti di questa vicenda che ha salvato innumerevoli vite.

Varian Fry e l’ERC

Dopo aver assistito agli abusi perpetrati dei nazisti nei confronti degli ebrei durante un viaggio di lavoro Berlino, il giornalista americano Varian Fry (“Oscar” nella serie) iniziò a raccogliere fondi a supporto dei movimenti europei anti-nazisti.

Poco dopo l’invasione tedesca della Francia, nel 1940 Fry, con il supporto della First Lady Eleanor Roosevelt, fondò l’Emergency Rescue Committee per aiutare tutti coloro che si trovavano schiacciati dalla morsa del nazismo.

La serie si concentra sul periodo tra il 1940 e il 1941 in cui Fry si trasferì a Marsiglia come rappresentante dell’ERC per aiutare artisti e civili presi di mira dalla Gestapo e farli scappare negli Stati Uniti, aggirando persino le autorità francesi che non concedevano loro i visti di espatrio. Tra gli artisti salvati ci sono personalità celebri come il poeta André Breton e i pittori Marc Chagall e Max Ernst.

Transatlantic si fa carico di mostrare anche la difficile posizione americana riguardante questo esodo di profughi nel proprio paese grazie alla magistrale interpretazione di Corey Stoll che ricopre il ruolo del console americano di Marsiglia che considera i rifugiati una minaccia ai valori statunitensi.

Era chiaro sin da subito che Fry non sarebbe riuscito da solo nella sua missione ma il destino entrò in gioco sulle strade di Marsiglia, facendogli incontrare una persona che avrebbe reso possibili i progetti dell’ERC: Mary Jane Gold.

L’ereditiera

Mary Jane Gold aveva poco più di trent’anni quando contribuì alla causa di Fry.

Nata nel 1909 da una ricca famiglia di Chicago, dopo aver completato gli studi tra gli Stati Uniti e l’Italia, Gold era solita pilotare il suo aereo personale attraverso l’Europa, alternando soggiorni in hotel di lusso a vacanze sulle Alpi.

Quando ricevette la notizia che Parigi era stata occupata dai nazisti, Mary Jane, insieme al suo fedele cane Dagobert, si ritirò a Marsiglia che nel 1940 era diventata base operativa della resistenza e punto di ritrovo di chiunque intendesse scappare dal paese attraverso il suo celebre porto collegato a Londra e agli Stati Uniti.

Grazie alla studentessa d’arte e amica Miriam Davenport, Gold incontrò Varian Fry e da quel momento, nonostante avesse la possibilità di lasciarsi alle spalle l’inferno nazista imbarcandosi per l’America, decise di restare a Marsiglia e usare la sua caparbietà e il suo patrimonio illimitato per sostenere l’ERC.

Il capitale di Mary Jane si rivelò indispensabile per acquistare passaporti falsi per i profughi ma i soldi non costituirono l’unico contributo dell’ereditiera alla causa: Gold si adoperò personalmente a portare messaggi ai rifugiati nascosti per Marsiglia, informandoli sugli orari e i luoghi dove raggiungere l’ERC per fuggire dal paese.

Si dice che arrivò persino a sedurre il comandante di un campo di concentramento per convincerlo a rilasciare quattro prigionieri.

Nella serie il personaggio di Mary Jane Gold verrà chiamato “Madeline” (Gillian Jacobs) che, insieme ad Oscar (Cory Michael Smith) e ai loro famosi protetti, occuperà una villa ai margini della città, dove la minaccia del nazismo lascia il posto a collaborazioni inaspettate e amori coinvolgenti.

Rimanere fedeli alla storia

Nonostante il cambio dei nomi dei protagonisti lasci già intendere la libertà creativa dietro alla regia di Transatlantic, bisognerà aspettare la sua uscita sulla celebre piattaforma streaming per capire quanto la vicenda sia accurata rispetto ai fatti realmente accaduti.

The Flight Portfolio, il romanzo da cui la serie è ispirata, si è preso a sua volta delle libertà nel raccontare il biennio del 1940-41 di Varian Fry a Marsiglia. Uno dei centri nevralgici del libro è la relazione tra Varian e l’amico di lunga data Elliott Grant che arriva a Marsiglia per supplicare Fry di aiutarlo a far scappare il figlio di un conoscente preso di mira dalla Gestapo. Questo incontro è il catalizzatore per far riaccendere l’amore tra Varian e Elliot, un amore che è puramente frutto delle congetture dell’autrice.

Anna Winger ha già confermato che, tra le libertà creative prese dalla serie, si troverà un umorismo che ricorda molto quello di Humphrey Bogart nel capolavoro cinematografico Casablanca: questa vena ironica è utilizzata per alleggerire il clima di terrore vissuto dai protagonisti, tormentati dal costante dilemma se la vita di un’artista ha la priorità di essere salvata rispetto a quella del comune cittadino.

Una cosa è certa: Transatlantic rimarrà fedele nel descrivere l’atto eroico compiuto dall’ERC nel salvare quasi 2000 profughi, garantendogli la fuga in America.

Un periodo che ha cambiato tantissime vite, tra cui certamente quella di Mary Jane Gold che, prima di morire, confidò a un suo caro amico che solamente un anno della sua vita le era sembrato degno di essere vissuto, quello a Marsiglia aiutando Fry.