Personale di Aya Admon Mayzels

Spettacolo

Fino al 28 ottobre, la sala mostre della Comunità Ebraica di Casale Monferrato, con la collaborazione di Ermanno Tedeschi Gallery e degli Amici del Museo di Tel Aviv, ospita la personale di Aya Admon Mayzels, artista contemporanea nata in Israele e purtroppo ancora poco conosciuta in Italia, ma nota sia negli ambienti artistici del proprio paese, sia nel mondo internazionale della grafica pubblicitaria, e in particolare nell’Europa dell’Est, dove ha allestite in passato numerose personali.

Nata a Gerusalemme da una famiglia di origine polacca, in cui il padre è l’unico sfuggito alla deportazione, al termine del servizio militare Aya frequenta la Bezalel Academy of Art, e la sua prima esperienza professionale si svolge nel campo della grafica. In seguito, sospinta dal desiderio di viaggiare, lavora per diversi anni come hostess di volo, e trova in questa attività l’occasione ideale per confrontarsi con le differenti culture del mondo. Nel 1990, Aya diventa direttore di un’agenzia pubblicitaria, ed inizia a dedicarsi alla pittura, esponendo in seguito a Tel Aviv, a Bonn, in Ungheria e in Polonia.

Secondo il critico e storico dell’arte Arturo Schwartz, la pittura di Aya rappresenta “l’arte di interrogare se stessa”, e molte delle sue opere fanno infatti riferimento al suo stesso io contemplato in una duplice visione, come se avesse di fronte il proprio alter ego: una doppia e opposta natura che si fronteggia in un contesto ricco di complesse simbologie. Elemento ricorrente e caratteristico delle opere di Aya sono le quattro facce che, emergendo dallo sfondo, si impossessano dell’intero spazio occupato dal quadro, dipinte con le tinte primarie, e interpretate come un richiamo alle quattro fasi dell’opera alchemica.

Di grande significato, è la serie di opere che l’artista ha realizzate nel 2004, dedicate al tema della solitudine umana, il cui soggetto protagonista principale è la libellula, un’immagine dall’aspetto lieve, elegante e fragile in cui l’artista ama trasfigurare la propria personalità. In questi quadri, colmi della dolorosa passione che contrassegna il processo creativo di Aya, la libellula appare spesso confinata in spazi stretti e chiusi, dove le è impossibile spiccare il volo.

Per sottolineare questo aspetto malinconico dell’arte, l’artista stessa ha fatto notare come il termine “painting” racchiuda in sé la parola “pain”, dolore.

Personale di Aya Admon Mayzels
fino al 28 ottobre
Sinagoga di Casale Monferrato
Vicolo Salomone Olper 44
orario: domenica ore 10/12 e 15/17
gli altri giorni su appuntamento tel. 014271807