Tutto è relativo: scoperto un nuovo amore di Einstein

Personaggi e Storie

L’Università Ebraica, nei cui archivi sono conservate le lettere di Einstein, ha reso pubblica una parte della sua corrispondenza finora inedita perché sotto sigillo. Infatti, in ottemperanza alle volontà espresse nel testamento di Margot, figliastra e confidente dello scienziato, l’epistolario non avrebbe potuto essere reso pubblico se non 20 anni dopo la sua morte, avvenuta appunto l’8 luglio1986.

Si tratta di qualcosa come 1300 lettere, 3500 pagine di corrispondenza, scritte tra il 1912 e il 1955 che, più che sulle scoperte scientifiche, getta nuova luce sull’aspetto privato della vita di Einstein: i suoi amoreggiamenti e il rude, anzi crudele comportamento verso la prima moglie Mileva nonché quello di padre indifferente che rifiuta di assumersi gli impegni vero i figli.

Dalla lettura di questo nuovo materiale veniamo a sapere dell’esistenza di una certa Ethel M., una socialista berlinese molto più giovane di lui, che si legò sentimentalmente allo scienziato tra la fine degli anni 20 e i primi anni 30, tanto da seguirlo fino in Inghilterra. “La signora M. mi ha seguito in Inghilterra e questa sua caccia è ormai fuori controllo” si lamenta lui in una lettera del 1931.

Di Einstein si sa che ebbe una decina di amanti, oltre alle due donne che sposò dopo aver avuto varie avventure con loro. Questa Ethel e le altre – fra cui una Margarete, una Estella, due Toni e una Betty – facevano viaggi, leggevano, andavano ai concerti e altro col grande scienziato, ma la cosa più straordinaria emersa dalla recente pubblicazione delle lettere, è il modo con cui Einstein discuteva apertamente delle sue avventure extraconiugali con la sua seconda moglie Elsa e con la figliastra Margot.

Einstein fu uno dei fondatori dell’Università ebraica a cui lasciò in legato la sua proprietà letteraria e le carte personali: l’università detiene i diritti dell’immagine, della voce e delle citazioni dello scienziato. Diritti che hanno reso all’istituto negli ultimi 15 anni una ingente somma.

Dalle lettere emerge anche tutta la storia del denaro vinto col Premio Nobel per la fisica del 1921. Secondo i termini del divorzio, dalla somma depositata in una banca svizzera Mileva avrebbe potuto ritirare il denaro necessario per lei e i due figli. Secondo i nuovi documenti, invece, Einstein investì il grosso della somma negli Usa, ma la maggior parte andò perduto con la Grande Depressione.

L’uomo universalmente noto per l’equazione E=mc2 sembra che non solo alle donne ma neppure alla formula volle restar legato in eterno. Scrive a Elsa nel 1921: “Sono stufo di relatività. Anche queste cose perdono valore quando uno c’è troppo coinvolto”.