Barbra Streisand

Barbra Streisand vince il premio Genesis: “Sono sempre stata mossa dal precetto ebraico di Tikkun Olam”

di David Zebuloni
Il premio Genesis annuale da un milione di dollari, soprannominato anche il Nobel ebraico dalla rivista TIME, premia quelle rare eccellenze che hanno raggiunto dei traguardi straordinari nel settore professionale al quale appartengono, contribuendo così all’umanità in nome della loro identità e dei loro valori ebraici. Tra i vincitori storici dell’ambito premio, vi sono l’attore Michael Douglas, il violinista Itzhak Perlman, il giudice della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg, l’attivista Natan Sharansky, il rabbino Jonathan Sacks e il regista Steven Spielberg. Oggi si aggiunge all’autorevole lista, la stella più brillante di Hollywood: Barbra Streisand.

Proprio lei. L’attrice, la compositrice, la regista, la produttrice cinematografica e, soprattutto, la cantante più grande di tutti i tempi. Colei che ha venduto più di 145 milioni di dischi in tutto il mondo, ottenendo due Premi Oscar, dieci Grammy Award, cinque Premi Emmy e un Tony Award. Barbra appartiene infatti ad un gruppo selezionato di artisti che sono stati onorati con tutti i premi principali del settore hollywoodiano. Barbra è inoltre l’unica cantante della storia ad avere un disco in prima classifica per sei decenni consecutivi. Poco più di mezzo secolo di successi irraggiungibili a qualunque comune mortale.

Nata in una famiglia ebraica nel ’42, a Brooklyn, la Streisand non ha mai nascosto la sua identità ebraica. Al contrario, spesso l’ha messa proprio in primo piano, nonostante lei non si sia mai definita osservante o praticante. Ad esempio, nel suo primo film da regista e produttrice, Barbra ha raccontato la storia di Yentl: una giovane ragazza che sogna di studiare il Talmud e decide di travestirsi da uomo per poter entrare in yeshivà. Yentl va così incontro ad un’infinità di peripezie, stravolgendo la vita dello shtetl nel quale vive. Più avanti nel tempo, la Streisand ha anche inciso una propria rivisitazione dell’antico canto ebraico Avinu Malkenu, raccontando poi in un’intervista di avere un rapporto molto particolare con quella canzone, in quanto le ricorda l’infanzia perduta e il padre defunto.

La fondazione del premio Genesis, nella speciale occasione del decimo anno dalla sua formazione, ha dunque deciso di celebrare i notevoli successi della grande artista statunitense nel settore della musica e del cinema, definendola uno degli artisti più amati e ammirati al mondo, e di sempre. “Barbra è inoltre una sostenitrice dei più vulnerabili, il cui senso di responsabilità per guarire il mondo nasce dalla sua eredità ebraica”, ha dichiarato la fondazione, riconoscendo nella cantante non solo la sua anima di artista, ma anche quella di attivista sociale e filantropa.

Barbra Streisand ha espresso sulle sue piattaforme sociali la sua più profonda gratitudine. “Sono incantata da questa straordinaria onorificenza e felice di poter collaborare con la fondazione Genesis, a favore di una società migliore e più umana. Sono sempre stata mossa dal precetto ebraico di Tikkun Olam, spinta dal desiderio di poter riparare il mondo. Spero di poter ispirare gli altri a fare lo stesso”, ha dichiarato la vincitrice del premio, chiedendo di indirizzare il milione di dollari a delle organizzazioni no profit che lavorano in quattro aree: la protezione dell’ambiente, la promozione della salute delle donne, la lotta alla disinformazione nei media e il sostegno al popolo ucraino.

Della Streisand, una volta, Oriana Fallaci scrisse: “Non assomiglia a nessuno, è incatalogabile come nessuno e tipi come lei capitano tutt’al più una volta in una generazione, riscattandoci dalla mediocrità, la banalità e la noia nella quale viviamo”. In occasione della vincita del prestigioso premio, queste parole risultano più opportune di sempre. Non solo per la Barbra artista, unica e irraggiungibile, ma anche per la Barbra donna, così attaccata alle sue origini, figlia e promotrice della tradizione millenaria, impegnata a costruire un futuro migliore. Per noi, e per chi verrà dopo di noi.