Una terapeuta, i suoi pazienti e il retaggio del trauma

Libri

di Michael Soncin

Una psicoanalista di origini israeliane ci conduce nel vortice delle emozioni, per suggerirci come uscire dal trauma ereditato dai nostri famigliari e rompere il ciclo intergenerazionale del dolore

Una psicoanalista di origini israeliane conduce i lettori nel vortice delle emozioni, raccontando le testimonianze dei suoi pazienti, per suggerirci come uscire dal trauma ereditato dai nostri famigliari, che vive, a volte a nostra insaputa, dentro di noi. Un trauma si può ripercuotere di generazione in generazione, ma fortunatamente, seppur con un certo sforzo, il ciclo intergenerazionale della sofferenza può essere spezzato. Del resto, è una speranza di tutti che in futuro “non si dica più: I padri hanno mangiato uva acerba e i denti si sono allegati” (Ger. 31,29). La frase del profeta Geremia posta all’inizio di questo libro ne anticipa il suo contenuto.
Fino a non molto tempo fa i biologi escludevano un possibile legame tra i fattori ambientali, quali le esperienze, e la loro influenza sul DNA, ritenendo che lo sviluppo della psiche fosse scisso dalla nostra eredità genetica, e che quest’ultima fosse immutabile. Al contrario, l’epigenetica suggerisce che esiste una compenetrazione tra le parti, dove l’essere umano risponde agli stimoli dell’ambiente a livello molecolare; una sorta di memoria raccolta dai nostri geni e trasmessa ai successori. Le ricerche della psicanalisi contemporanea hanno permesso di aggiungere nuove importanti pagine, portando alla luce che la psicoterapia può “riprogrammarci” sanando gli effetti biologici distruttivi del trauma.

Esistono esperienze così dolorose, così indicibili, che la mente umana non riesce ad elaborare e comprendere pienamente, e ciò fa sì che questo marchio emotivo vada a trasferirsi sulla ceralacca ancora vergine dei nostri figli e a sua volta dei loro figli, inclusi quelli che non sono ancora nati. Numerosi studi condotti dalla dottoressa Rachel Yehuda nei figli sani dei sopravvissuti alla Shoah, hanno individuato livelli bassi di cortisolo, l’ormone che consente al corpo di reagire in seguito a un trauma. È emerso che livelli inferiori di questa molecola in confronto ai loro pari rendono gli individui più inclini all’ansia, o di andare incontro a sintomi legati al disturbo da stress post-traumatico (PTSD), dopo avere vissuto eventi scioccanti. Gli eredi di tale bagaglio emotivo finiranno per manifestare i sintomi altrui. Episodi che in prima persona non sono mai stati vissuti saranno percepiti come se il trauma fosse personale, persino nel caso in cui i genitori non ne avessero mai riferito una singola parola, quindi senza esserne a conoscenza.
Il più delle volte siamo portati erroneamente a pensare che nascondere i segreti spiacevoli e lancinanti del passato dentro una botola sia il modo migliore per cancellarli; ebbene, il non detto, in un modo o nell’altro, riaffiora sempre.
L’esperienza della Shoah, l’abuso sessuale, un figlio non voluto, la paura della morte, il suicidio: le storie dei pazienti di Galit Atlas, brillante psicoanalista newyorkese di origini israeliane, colpiscono per la loro intensità, dando coraggio a chi non l’ha mai avuto e consapevolezza nel combattere i fantasmi del passato. Innesti che ci siamo ritrovati dentro il nostro corpo e dentro la nostra mente.
Le vicende degli analizzati si intrecciano alla vita dell’analizzante. I suoi genitori emigrarono in Israele quando erano ancora bambini, la madre dalla Siria e il padre dall’Iran.

Atlas, nata il 12 settembre del 1971, aveva soltanto due anni quando nel 1973 scoppiò la guerra del Kippur, ed era già abbastanza grande quando scoppiò nel 1982 la guerra del Libano. Lei stessa racconta della sua esperienza come militare nell’esercito israeliano, del significato di perdere i propri coetanei.

C’è molto di Israele, del mondo ebraico qui dentro. Interessante il collegamento psicanalitico della rievocazione del trauma che fa in riferimento al Seder di Pesach. Citazioni che ci incuriosiscono e invitano ad approfondire quanto da lei magistralmente introdotto. “In definitiva, giungiamo alla conclusione che è la vita non analizzata degli altri che noi finiamo per vivere”. Atlas offre una guida a tutto questo. Uno dei libri imperdibili del 2022.

Galit Atlas, L’eredità emotiva. Una terapeuta, i suoi pazienti e il retaggio del trauma,
trad. Paola Merlin Baretter, Raffaello Cortina, pp. 272, 16,00 euro. ebook 11,99