Uno dei reperti archeologici trovati a Ramat Hasharon

Cantiere edilizio vicino a Tel Aviv svela reperti archeologici di 1.500 anni fa

Arte

di Ilaria Ester Ramazzotti
Reperti archeologici di mille e 500 anni fa sono stati scoperti nel cantiere di un quartiere residenziale in costruzione a Ramat Hasharon, vicino a Tel Aviv. Tra i vari oggetti e resti rinvenuti, ci sono un antico torchio per la produzione del vino che poggia su un pavimento a mosaico, la catena di un lampadario e una moneta d’oro con la firma del proprietario. Lo ha reso noto l’Autorità per le Antichità israeliane lo scorso 18 agosto. 

La moneta, in particolare, fu coniata nel 638 o 639 d.C. dall’imperatore bizantino Eraclio. Uno dei suoi lati mostra l’imperatore con i suoi due figli, mentre l’altro la collina del Golgota a Gerusalemme. Secondo Robert Kool, capo del dipartimento di numismatica dell’Autorità per le Antichità israeliane, riporta il nome del suo proprietario scritto in greco e forse anche in arabo. “La moneta racchiude dati affascinanti sul declino del dominio bizantino nel paese e su eventi storici più recenti, come l’invasione persiana e l’emergere dell’Islam – ha aggiunto Kool -, e fornisce informazioni sul simbolismo cristiano e pagano e sulla popolazione locale che viveva qui”.

In sito archeologico racconta più in generale della vita di un antico villaggio. Il torchio poggia sul pavimento a mosaico che presenta anche alcune installazioni intonacate, nonché delle fondamenta che potrebbero essere state quelle di un magazzino. “All’interno […] abbiamo trovato molti frammenti di barattoli di stoccaggio e pentole che venivano evidentemente usate dai lavoratori che lavoravano nei campi” ha spiegato Yoav Arbel, direttore degli scavi per conto dell’Autorità. La catena del lampadario, che probabilmente supportava portalampada in vetro, è invece insolita: tali oggetti venivano in genere usati nelle chiese.

Nell’ambito degli scavi sono stati inoltre rinvenuti i resti di alcune case, due grandi forni, mortai e macine di pietra fatti con il basalto delle alture del Golan e della Galilea. Accanto a questi, un laboratorio di lavorazione del vetro e un magazzino con quattro enormi giare affondate nel pavimento, usati per stoccare il grano. Studiando alcuni indizi trovati su lampade di ceramica e oggetti di servizio, sia locali che importati, gli archeologi hanno dedotto che gli edifici sono stati in uso fino all’XI secolo d.C.

Il sindaco di Ramat Hasharon, Avi Gruber, ha comunicato che sono già iniziati i lavori per incorporare i reperti archeologici nel futuro nuovo quartiere. “Vorrei che tutti i nostri residenti possano conoscere come era la vita qui, nell’antichità e nel Medioevo”, ha sottolineato. L’archeologo Diego Barkan ha specificato che per l’Autorità per le Antichità israeliane c’è “l’eccellente opportunità di integrare gli antichi resti nell’ambito dei progetti di un futuro parco municipale”. L’augurio è che tutto sia pronto in vista del centenario dalla fondazione di Ramat Hasharon, avvenuta nel 1923 per mano di immigrati ebrei venuti dalla Polonia.