Ilan Boni: «Recuperare i giovani ‘lontani’ e aprire un Centro dove incontrarsi»

Giovani

di Ester Moscati

«La mia campagna elettorale – racconta Ilan Boni, neoassessore ai Giovani e vicepresidente della Comunità – è stata basata soprattutto sull’ascolto. Ho incontrato moltissimi giovani e ascoltato le loro proposte, le esigenze, i desideri e il loro rapporto con la comunità. Mi hanno chiesto di organizzare attività sportive, tornei, e i più grandi mi hanno parlato della loro voglia di incontrarsi. Vogliono che la Comunità offra loro una sede, un posto ‘fisico’ dove potersi frequentare».

Così tra i primi progetti in cantiere, la nuova amministrazione comunitaria prevede proprio la creazione di un Centro sociale. «Ma la primissima cosa che voglio fare – dice ancora Boni – è cercare di recuperare i tanti giovani che si sono allontanati dalla Comunità, chi dopo la fine del ciclo scolastico, dopo la Maturità, chi anche successivamente. Ragazzi che mi hanno detto ‘non lo so, non so che cosa la Comunità possa fare per me’. Questo è un segno di disaffezione, molto preoccupante, figlia anche di una diffusa stanchezza per le polemiche, i litigi, che si vedono in comunità. Quindi il primo passo è quello di cercare i giovani della Comunità che per vari motivi non sono vicini…. che si sono allontanati. Secondo step: metterli in condizione di potersi frequentare. Immagino un Centro Sociale da autogestire, nel quale responsabilizzarsi nell’organizzazione e nel rispetto di un budget. Sarà una grande occasione: programmare e gestire incontri, iniziative, tutto quello che vorranno fare in questo spazio. Io, come assessore, starò dietro le quinte, offrendo supporto, ma lasciandoli liberi; deve essere una cosa completamente autogestita. Dopo la pandemia e l’isolamento forzato dei mesi di lockdown, c’è molta voglia di incontrarsi, soprattutto tra i giovani».

Ma non sarà questa l’unica iniziativa, tutt’altro. In una società e in un’epoca in cui i giovani fanno spesso fatica ad inserirsi nel mondo del lavoro e ad emanciparsi dalle famiglie di origine, la Comunità, con le sue competenze e la sua rete sociale, può fare molto.
«Vogliamo creare – continua Boni – una rete di aiuto, sia per trovare lavoro sia per ‘prepararsi al lavoro’ tramite tutoring, usando e coinvolgendo le competenze dei nostri iscritti a cui chiederemo di aiutare i giovani. Fare ‘rete’ è fondamentale». E non solo per il lavoro. «Mi impegnerò a promuovere eventi, come quello che si terrà a Roma a Chanukkà per giovani singles.

La comunità non è una agenzia matrimoniale ma dobbiamo mettere i nostri giovani nella condizione di conoscere e frequentare coetanei anche a livello nazionale e internazionale. Vogliamo fare rete anche creando piattaforme online in sinergia con referenti europei e israeliani. La curva demografica dell’ebraismo italiano è in discesa da anni, dobbiamo contrastarla». Quindi entrare nel mondo giovanile, usando i suoi strumenti e parlando la sua lingua; usare i social, chiamare i referenti delle varie comunità europee e creare network per i singles ma non solo, per lo sport, per la cultura, per il lavoro, per l’impegno sociale.
«È fondamentale concentrare l’azione della Comunità nei confronti dei giovani e delle famiglie tramite l’inserimento di figure professionali dedicate. Tutoring, formazione, inserimento nel mondo del lavoro, viaggi, momenti di aggregazione, networking. Il futuro della nostra Comunità passa anche e soprattutto attraverso i ragazzi over 18 che troppo spesso, terminati i licei, non hanno il giusto supporto per costruire il proprio futuro. Con l’aiuto di amici, eletti e no in Consiglio, Caroline Ades, David Philip, Daniel Galliani e altri, procederemo a contattare persone per ogni segmento di interesse e progettare iniziative concrete per i giovani ebrei italiani, con lo sguardo al mondo e al futuro».