di Marina Gersony
Un panorama letterario ibrido e variegato quello ebraico in Ucraina, dove la narrazione ebraica si fonde con l’autobiografismo, il dualismo esistenziale e il racconto universale e di cui fanno parte nomi come Joseph Roth, Aharon Appelfeld, Isaak Babel e il Nobel Agnon.
Personaggi e Storie
Ucraina ebraica: l’incredibile storia del musicologo Moyshe Beregovsky
di Roberto Zadik
Ucraina ebraica: storia del musicologo Moyshe Beregovsky, che salvò dalla distruzione la musica Klezmer, protagonista dell’avvincente documentario Song Searcher (Il cercatore di canzoni)
Le radici ebraiche del mito di Batman
di Nathan Greppi
Alla base della creazione del supereroe vi sono anche forti legami con il mondo ebraico, a cominciare dal fatto che i suoi creatori, i fumettisti Bob Kane e Bill Finger, erano ebrei. Curiosità inedite sull’uomo pipistrello.
Ucraina, terra di vita ebraica e fucina di mistici, leader e intellettuali
di Ilaria Ester Ramazzotti
Risale a oltre mille anni fa la lunga e ricca storia della comunità ebraica ucraina. Culla del Chassidismo e terra di origine di numerosi pensatori ebrei, nell’epoca moderna l’Ucraina ha visto il fiorire della vita ebraica e della cultura yiddish, nonostante ripetuti episodi di violenza antisemita.
Documentario della Israel Philharmonic Orchestra Foundation celebra le prime sette musiciste ingaggiate nel 1936
di Ilaria Ester Ramazzotti
Per celebrare marzo come il mese dedicato alle donne in tutto il mondo, la Israel Philharmonic Orchestra Foundation ha pubblicato un cortometraggio che omaggia il talento di sette donne musiciste, sette ‘’pioniere’’ che sono state fra i primi componenti della nota orchestra israeliana.
Torna il concorso Philobiblon per racconti sul Medioevo
L’Associazione Culturale Italia Medievale torna con il concorso Philobiblon, riservato a racconti brevi ed inediti liberamente ispirati al Medioevo. I membri della comunità ebraica di Milano sono invitati dagli organizzatori a inviare racconti legati all’ebraismo nel Medioevo. Inviare i racconti entro il 20 agosto 2022.
Gábor Szántó al BookPride di Milano presenta ‘1945 e altre storie’. Al Beltrame la proiezione del film tratto dalle sue righe
di Ilaria Ester Ramazzotti
“Sono sempre stato affascinato, interessato da quanto è successo dopo la guerra, dal 1945 in poi”, ha detto lo scrittore ungherese ebreo Gábor Szántó a proposito della sua opera ‘1945 e altre storie’, pubblicata in Italia quest’anno da Edizioni Anfora. Un fascino e un interesse rivolti agli aspetti psicologici, sociali e storici che disegnano e caratterizzano il suo libro appena presentato in Italia al BookPride 2022, festival dell’editoria indipendente svolto a Milano dal 4 al 6 marzo scorsi.
Dal primo racconto di questa raccolta è stato tratto il film omonimo ‘1945’, diretto dal regista ungherese Ferenc Török. Premiato dal pubblico alla Berlinale nel 2017, è vincitore di altri numerosi premi internazionali a Miami, Washington, San Francisco, Gerusalemme, Budapest e distribuito in quaranta paesi. È disponibile anche su Netflix e Prime.
La proiezione del film 1945 al cinema Beltrame e l’incontro con Gábor Szántó
In occasione dell’arrivo in Italia di Gábor Szántó, il film tratto dal libro è stato proiettato venerdì 4 marzo al cinema Beltrame di Milano alla presenza dello scrittore e sceneggiatore ungherese. Con lui c’erano anche l’editrice Mónika Szilágyi e lo scrittore e saggista Francesco Cataluccio, che ha animato un dibattito con l’autore.
“L’Europa orientale nel 1945 ha provato ad andare oltre al passato, ma il passato non voleva sparire – ha introdotto Szántó -. Molti provavano a far finta che la vita potesse continuare come prima, ma non era così. Là dove il dibattito su questi temi era stato soppresso, come durante i quarant’anni di dittatura comunista in Ungheria, si è riaperto successivamente”.
Nella storia narrata nel film e nel libro si vedono due uomini, due ebrei ortodossi sopravvissuti alla Shoah, portare una misteriosa cassa in un villaggio ungherese da cui delle famiglie ebraiche erano state deportate durante la guerra. “Tutto questo fa scatenare un senso di colpa collettiva negli abitanti del villaggio – ha evidenziato Francesco Cataluccio –, ma questa colpa riguarda quasi tutto il villaggio, a parte due giovani promessi sposi”. “I giovani non avevano partecipato a certe decisioni – ha proseguito Szántó – e la loro vita era influenzata dall’amore, mentre è la generazione dei loro genitori ad essere toccata da problemi esistenziali”. Nel film, come nelle storie del libro, emerge inoltre più volte il punto di vista dei bambini. “La popolazione di quei villaggi viveva in genere in povertà e lo Stato rendeva queste persone collettivamente colpevoli facendo delle aste per vendere le proprietà di chi era stato deportato – ha spiegato Szántó -. Non tutti volevano la morte degli ebrei ma, dopo la loro deportazione, pochi resistevano alla tentazione di prendere i loro beni a metà o un terzo del loro valore. Era lo Stato a distribuire questi beni e per questo il rimorso, nella narrazione, nasce solo col ritorno dei sopravvissuti: vedendoli, gli abitanti del villaggio si rendono conto di stare abusando di quei beni”. Gli sviluppi, in un susseguirsi di eventi intrecciati nell’arco di una sola e densa giornata, saranno imprevedibili.
- Leggi anche: Ferenk Török: «Il Male vicino a noi»
Il libro ‘1945 e altre storie’ presentato dall’autore al BookPride
Oltre a ‘1945’, sono otto i racconti che formano il volume di Gábor Szántó. Riflettono tematiche tra le più importanti del nostro tempo e della nostra storia, dal genocidio degli ebrei e le riflessioni ancora poco approfondite sul secondo dopoguerra, all’incapacità di fare i conti con il passato traumatico, alle difficoltà nei legami famigliari, alla disabilità, all’omosessualità. “Sono racconti audaci, profondi e taglienti, ma nello stesso tempo toccanti – ha sottolineato Edizioni Anfora -, grazie allo stile asciutto e senza fronzoli dell’autore, spinto da un elementare senso di giustizia e compassione per le prospettive dei sommersi che vivono con noi (immancabile il riferimento a Primo Levi)”. “Solo alla fine mi sono reso conto che la prospettiva, il punto di vista di una minoranza caratterizza tutto il libro”, ha sottolineato Szántó.
Un libro fatto da “otto racconti che sono come proiettili nelle nostre in-coscienze. Un libro sulla guerra, di ieri e di oggi, sull’emarginazione di razza e di genere quanto mai attuale”, ha rimarcato il giornalista e critico Gian Paolo Serino, che domenica 6 marzo nelle sale del BookPride a Milano ha incontrato l’autore Gábor Szántó e l’editrice Mónika Szilágyi. 240 pagine che si snodano lungo una linea temporale che comprende tanto il Dopoguerra quanto i giorni più recenti, toccando temi che da privati diventano universali, al contempo tipici della società contemporanea e archetipi eterni.
Gábor T. Szántó, nato nel 1966 a Budapest, è solito definirsi l’ultimo scrittore ebreo in Ungheria. ‘1945 e altre storie’ è la sua prima opera pubblicata in Italia. Scrittore, sceneggiatore, poeta, saggista e editore, è direttore del mensile ebraico ungherese Szombat. I suoi racconti sono apparsi in prestigiose riviste americane e i suoi romanzi sono stati pubblicati in Cina, Turchia, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Gábor T. Szántó, 1945 e altre storie, trad. di Richárd Janczer e Mónika Szilágyi, pp. 240, 18,50 euro
Una mostra racconta Gaza prima del regime di Hamas
di Nathan Greppi
Di recente la Biblioteca Nazionale d’Israele ha acquisito un gran numero di fotografie di Gaza che attraversano oltre un secolo.
Mendy Cahan, il custode dello yiddish in Israele
di Aldo Baquis, da Tel Aviv
Migliaia di libri, riviste, quaderni, diari, cartoline… Nelle viscere della gigantesca e fatiscente ex-Stazione centrale degli autobus di Tel Aviv, un luogo quasi clandestino e un po’ surreale, rivive la memoria della lingua che ha plasmato la cultura ashkenazita e i suoi capolavori
Un Arboreto dei Giusti per ricordare chi ha aiutato nelle fughe verso la Svizzera
Una vita vissuta con i versi di Ovidio nel cuore: i cento anni di Nini, la leonessa!
di Ilaria Ester Ramazzotti
I centenari della Comunità: Laura Fresco Calvo-Platero. Da Tripoli a Milano, dalla Libia a Torino, nel tumulto della guerra. L’amore per il greco, il latino e la letteratura classica. I poemi antichi che ancora ricorda a memoria e la laurea ricevuta di recente. E poi l’energia, la forza, la determinazione. Una vera combattente amata da tutti e celebrata oggi dalla famiglia alla Residenza Anziani
In ricordo di Giuseppe Levi, antifascista, scienziato internazionale, Maestro di tre premi Nobel
di Michael Soncin
Il 3 febbraio del 1965 moriva a Torino Giuseppe Levi: conosciuto nel panorama scientifico a livello mondiale, maestro di tre scienziati che diventarono premi Nobel.