Bob Dylan

Profezia e commenti sul “Bullo del quartiere” di Bob Dylan

di Emanuele Calò

I) Un commento

Mauro Suttora scrive per Huffington Post del 31 dicembre 2023, un articolo il cui titolo è “Per Bob Dylan, Israele è il ‘bullo del quartiere'”, e il catenaccio recita: “Il premio Nobel compone la canzone Neighborhhood Bully (nda: avanza un’acca) dopo l’invasione israeliana del Libano e l’occupazione di Beirut, durante la quale avviene la strage di Sabra e Chatila. Anche allora, come oggi, Israele è criticato dal mondo intero per i suoi metodi violenti e sbrigativi”.

Nell’articolo si legge pure: “Anche allora, come oggi, Israele è criticato dal mondo intero per i suoi metodi violenti e sbrigativi. (..) Ma l’autore dei principali inni antimilitaristi e nonviolenti degli anni ’60 ora è schierato completamente dalla parte di Israele”. I commenti dei lettori sono tutti o pressoché contro la politica di Israele.

Sennonché, Adrianna Chaviva Freedman, sul Forward del 23 maggio 2019, definisce Neighborhood Bully come “un inno sionista”. Dal titolo dell’articolo dell’Huffington post non si desume che il riferimento al bullismo sia ironico, ma si ha modo di ribadire (catenaccio e articolo) che lo Stato d’Israele sia violento e sbrigativo: e pensare che i suoi vicini sono noti per la non violenza, e vai a capire perché lanciano (Hamas) dei razzi dal 2001 e perché siano nella lista nera dei terroristi. Di chi ha stuprato, mutilato, bruciato, non si dice che sia violento né sbrigativo, di Israele sì.

Se si scrive che “È la prima volta che Dylan torna alla canzone politica dopo Hurricane del 1975. Ma l’autore dei principali inni antimilitaristi e nonviolenti degli anni ’60 ora è schierato completamente dalla parte di Israele”, vi è un’indicazione del contrasto fra antimilitarismo e non violenza con lo schierarsi con lo Stato ebraico, il quale atto di schierarsi, pertanto, sarebbe militarista e violento?

Indi, l’autore trascrive il testo della canzone di Dylan, ricorrendo ad un involucro linguistico che convoglia l’immagine di uno Stato ebraico violento e sbrigativo, che si contrappone a chi? Ad enti, entità, organizzazioni, non violenti né sbrigativi?

Ciò detto, bisognerebbe trarne le conseguenze sul piano ermeneutico, filologico, così come sul piano della convivenza e del futuro degli ebrei in Italia. Se Israele è violento è sbrigativo, oppure viene ritenuto tale, non vi sarà modo di far cambiare idea, perché l’immagine che viene convogliata su tutti i mezzi di comunicazione è quella. Hanno ragione? Vi è una discontinuità, per dire, col passato remoto, oppure col passato ottocentesco, novecentesco, dell’insorgere del terzo millennio?

A p. 194, nota 540 (in fine) del nostro volume La questione ebraica nella società postmoderna Itinerari fra storia e microstoria, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2023, abbiamo scritto: “Intervenire sul contesto onde porgere in modo diverso la notizia è un’operazione legittima, che però non pare lontana dal framing, sulla quale vedi Erving Goffman, Framing Analysis, An Essay on the Organization of Experience, Northeastern University Press, Boston, 1974 /1986); Teresa Sabada Garraza, Origen, aplicación y límites de la “teoría del encuadre” (framing) en comunicación, Comunicación y Sociedad, vol. XIV, N° 2, 2001, p. 143; Charles J. Fillmore and Collin F. Baker, Frame Semantics for Text Understanding International Computer Science Institute Proceedings of WordNet and Other Lexical Resources Workshop, NAACL, 2001″.

Il contesto lo abbiamo fornito noi, ma anche il Huffington Post, con risultati diametralmente opposti, e sarebbe artificioso pretendere che l’uno o l’altro si abbia ragione. Forse è meglio limitarsi a fornire il testo, con la superba traduzione di Dario Calimani, al quale si rende volentieri il meritatissimo omaggio. “Sfondare la porta” è già una profezia, ma la poesia del Nobel Bob Dylan dimostra quanto siano labili i confini fra letteratura e storia, quando si assiste a una notizia del 2023, scritta quarant’anni prima. Non vi è realismo magico, ma un’intelligenza che opera sui dati esistenti allo scopo di capirne gli sviluppi.

 

II) Il testo

Neighborhood Bully

Beh, il bullo del quartiere è solo un uomo
i nemici gli dicono che è sulla loro terra
lo schiacciano ai numeri un milione a uno
non ha dove fuggire, né dove scorrazzare
è lui il bullo del quartiere

Il bullo del quartiere vive solo per sopravvivere
criticato e condannato perché vive
ci si aspetta che non si difenda, ci si aspetta che abbia la pelle dura
ci si aspetta che si stenda e muoia quando gli sfondano la porta
è lui il bullo del quartiere

Il bullo del quartiere è stato cacciato da ogni terra
ha peregrinato esule in giro per il mondo
ha visto dispersa la sua famiglia, la sua gente lacera e braccata
ed è sempre accusato di essere nato
è lui il bullo del quartiere

Beh, ha steso chi voleva linciarlo, ed è stato criticato
le vecchie lo deplorano, si dovrebbe scusare.
Poi ha distrutto una fabbrica di bombe, e ha deluso tutti
le bombe erano per lui. Ci si aspettava che stesse male
è lui il bullo del quartiere

Beh, non è proprio possibile ed è poco probabile

che accetti le regole che il mondo gli impone

perché al collo ha un cappio e un fucile alla schiena
e ogni fanatico ha licenza di ucciderlo
è lui il bullo del quartiere

Non ha alleati di cui parlare
quel che prende lo deve pagare, non glielo danno per amore
compra armi superate che non gli vengono negate
ma nessuno manda carne e sangue a battersi al suo fianco
è lui il bullo del quartiere

Beh, è circondato da pacifisti che vogliono la pace
e pregano ogni notte che abbia fine la strage
non farebbero del male a una mosca. Piangerebbero a farlo
ma si adagiano in attesa che questo bullo si addormenti
è lui il bullo del quartiere

Gli imperi che l’hanno sottomesso sono scomparsi
Egitto e Roma, e la grande Babilonia
ha creato un giardino dell’Eden nella sabbia del deserto
a letto con nessuno, privo di padroni
è lui il bullo del quartiere

Ora i suoi libri sacri li hanno calpestati

nessun contratto da lui siglato valeva la carta su cui era scritto
ha preso le briciole del mondo e le ha fatte prosperare
ha preso morbo e infermità e li ha fatti risanare
è lui il bullo del quartiere

Chi mai è in debito con lui?
Nessuno, si dice. Lui ama la guerra
orgoglio e pregiudizio e superstizione soltanto
aspettano questo bullo come un cane aspetta il cibo
è lui il bullo del quartiere

Che ha fatto per meritarsi tante cicatrici?
Forse che cambia il corso ai fiumi? Forse che ammorba luna e stelle?
Il bullo del quartiere fermo sulla collina
a far passare il tempo, e il tempo sempre fermo
è lui il bullo del quartiere

(traduzione di Dario Calimani)

Well, the neighborhood bully,
he’s just one man
His enemies say he’s on their land
They got him outnumbered
about a million to one
He got no place to escape to,
no place to run
He’s the neighborhood bullyThe neighborhood bully
just lives to survive
He’s criticized and condemned for being alive
He’s not supposed to fight back,
he’s supposed to have thick skin
He’s supposed to lay down and die
when his door is kicked in
He’s the neighborhood bullyThe neighborhood bully
been driven out of every land
He’s wandered the earth an exiled man
Seen his family scattered,
his people hounded and torn
He’s always on trial
for just being born
He’s the neighborhood bullyWell, he knocked out a lynch mob,
he was criticized
Old women condemned him,
said he should apologize.
Then he destroyed a bomb factory,
nobody was glad, the bombs were meant for him
He was supposed to feel bad
He’s the neighborhood bullyWell, the chances are against it
and the odds are slim
That he’ll live by the rules
that the world makes for him
’Cause there’s a noose at his neck
and a gun at his back
And a license to kill him is given out to every maniac
He’s the neighborhood bullyHe got no allies to really speak of
What he gets he must pay for,
he don’t get it out of love
He buys obsolete weapons
and he won’t be denied
But no one sends flesh and blood
to fight by his side
He’s the neighborhood bullyWell, he’s surrounded by pacifists
who all want peace
They pray for it nightly
that the bloodshed must cease
Now, they wouldn’t hurt a fly.
To hurt one they would weep
They lay and they wait for this bully to fall asleep
He’s the neighborhood bullyEvery empire that’s enslaved him
is gone
Egypt and Rome, even the great Babylon
He’s made a garden of paradise
in the desert sand
In bed with nobody,
under no one’s command
He’s the neighborhood bullyNow his holiest books have been trampled upon
No contract he signed was worth
what it was written on
He took the crumbs of the world
and he turned it into wealth
Took sickness and disease
and he turned it into health
He’s the neighborhood bully
What’s anybody indebted to him for?
Nothin’, they say.
He just likes to cause war
Pride and prejudice
and superstition indeed
They wait for this bully
like a dog waits to feed
He’s the neighborhood bully

What has he done to wear so many scars?
Does he change the course of rivers?
Does he pollute the moon and stars?
Neighborhood bully,
standing on the hill
Running out the clock,
time standing still
Neighborhood bully

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