la delegazione di medici israeliani del Sheba Center in Piemonte

Da Israele al Piemonte per combattere il Covid-19: “Una collaborazione molto proficua per tutti”

di David Zebuloni
Un’amicizia profonda lega Italia e Israele da molti anni ormai. Un’amicizia che prende forma e si manifesta su diversi piani, quali importanti e longevi accordi economici e diplomatici. A suggellare tuttavia questo rapporto è l’impegno reciproco e costante di aiuto e di sostegno nei momenti di maggiore difficoltà. L’abbiamo visto nel 2016, quando l’organizzazione israeliana IsraAid, specializzata nella ricerca di dispersi sotto le macerie, si era precipita ad Amatrice già poche ore dopo il terribile terremoto. Lo vediamo anche oggi, quando l’Ospedale israeliano Sheba, nominato consecutivamente negli ultimi due anni come uno dei dieci ospedali migliori al mondo, ha mandato un team di medici in Piemonte per aiutare le strutture mediche ad affrontare la grande crisi generata dal Covid. 

“Tutto ha avuto inizio quando il Governatore del Piemonte ha contattato l’Ambasciatore israeliano in Italia, Dror Eydar, chiedendogli soccorso”, ha spiegato in esclusiva a Mosaico il Professor Elhanan Bar-On, responsabile del team di medici israeliani arrivati in Italia la scorsa settimana. “L’ospedale Sheba ha immediatamente messo a disposizione una squadra composta da 21 membri, tra i quali 12 infermieri, 7 medici e 2 addetti alla logistica”. Dopo essere atterrati a Milano, i ventuno soccorritori si sono immediatamente spostati in Piemonte, dove hanno incontrato i medici locali e offerto aiuto alle strutture ospedaliere più oberate di pazienti. In uno degli ospedali, infatti, su 320 letti complessivi disponibili, ben 160 sono occupati dai pazienti che hanno contratto il virus. Un numero assolutamente sproporzionato secondo il responsabile del gruppo di soccorso israeliano. 

Elhanan Bar-On, responsabile del team di medici israeliani arrivati in Italia la scorsa settimana.
Elhanan Bar-On, responsabile del team di medici israeliani arrivati in Italia la scorsa settimana

 

“I medici israeliani e quelli italiani lavorano fianco a fianco in numerosi dipartimenti e soprattutto nel dipartimento di terapia intensiva”, ha continuato a spiegare il Professor Bar-On. “Oltre all’aiuto pratico, ciò che offriamo ai nostri colleghi italiani è uno scambio di conoscenza medica, in modo tale che ognuno di noi possa imparare qualcosa di nuovo dall’altro”. A proposito della loro accoglienza, il responsabile del gruppo di soccorso israeliano racconta di essere stato accolto con grandissima cordialità e gratitudine. “I nostri rapporti sono ottimi, la stima assolutamente reciproca. I dirigenti medici ci hanno accolto nel migliore dei modi e la collaborazione è risultata essere da subito molto efficace. Sono certo che questa collaborazione sia solo l’inizio di una lunga amicizia. Ci aspettano ancora molti progetti futuri, visite reciproche e ricerche comuni. Tutto ciò contribuirà senza dubbio a suggellare l’amicizia tra i nostri paesi, rafforzando ancora di più il ponte che gli unisce”.

Secondo i principi guida dell’ospedale Sheba, l’aiuto e il soccorso a chi ne necessita non hanno valore solo sul piano nazionale, ma anche e soprattutto su quello internazionale. Sheba infatti si impegna da sempre per offrire soccorso ai paesi del terzo mondo (e no), mandando dei team di medici qualificati nelle strutture ospedaliere locali in difficoltà. 

“Siamo molto grati di questo prezioso aiuto ed entusiasti di questa nuova collaborazione”, ha dichiarato il Presidente della Comunità ebraica di Milano, Milo Hasbani. “Israele conferma di essere sempre in prima linea quando si tratta di aiutare un paese o una comunità in difficoltà e questo è per noi motivo di grande orgoglio”. Anche Dodi Hasbani, ambasciatore di Goodwill in Italia, ha espresso la propria gratitudine. “L’ospedale Sheba è uno dei migliori ospedali al mondo, sempre pronto ad aiutare chiunque ne abbia bisogno”, ha dichiarato. “Il nostro rapporto di amicizia è di assoluta reciprocità. Ad esempio, appena prima che iniziasse la crisi generata dal Covid, è stata inaugurato a Sheba un nuovo dipartimento di ricerca sull’Alzheimer in memoria di Lamberto e Maria Di Segni.” 

L’ospedale Sheba viene finanziato dallo Stato israeliano unicamente per ciò che riguarda le cure mediche dei pazienti. I padiglioni, i centri di ricerca, le apparecchiature e le nuove strutture vivono e sopravvivono grazie alle donazioni private. Chiunque voglia fare una donazione, può contattate il signor Dodi Hasbani al numero 335 206503 o mandare una mail a davoud.hasbani@gmail.com