di Pietro Baragiola
Il nuovo concerto, che ha registrato il tutto esaurito a Gerusalemme, ha attirato più di 8.000 fan che, nel corso della serata, hanno assistito alle riflessioni di Amedi sulla sua esperienza di pre-morte, sulla perdita degli amici caduti e sulla sua guarigione.
Mercoledì 19 febbraio, in occasione del suo 37esimo compleanno, il cantante e attore israeliano Idan Amedi è tornato sul palco dell’Arena Pais di Gerusalemme, segnando la sua prima esibizione dopo essere rimasto gravemente ferito in combattimento nella Striscia di Gaza.
Amedi è noto soprattutto per aver interpretato l’agente Sagi Tzur in Fauda, la serie di successo su Netflix che segue le vicende di un’unità dei servizi segreti israeliani e della sua caccia sotto copertura ad un ricercato terrorista palestinese.
Dal 2011 l’attore ha anche registrato cinque album musicali di cui la canzone più popolare, “A Warrior’s Pain”, parla delle esperienze post-traumatiche di un soldato che torna a casa dalla guerra.
Il nuovo concerto, che ha registrato il tutto esaurito a Gerusalemme, ha attirato più di 8.000 fan che, nel corso della serata, hanno assistito alle riflessioni di Amedi sulla sua esperienza di pre-morte, sulla perdita degli amici caduti e sulla sua guarigione.
“Questa sera ci addentreremo tra le profondità, gli estremi, i precipizi, perché questa terra è esattamente così. Esposta e bella, dolorosa e pura, divisa eppure integra” ha spiegato Amedi al pubblico dell’Arena Pais. “E se c’è una cosa che ho imparato in quest’ultimo anno, è che devo apprezzare il momento, l’adesso, perché non esiste nient’altro. Ringrazio Dio di essere qui”.
L’esibizione a Gerusalemme ha segnato una tappa significativa del suo ritorno negli stadi e il nuovo tour ha già venduto oltre 60.000 biglietti per nove spettacoli in tutta Israele.
L’esplosione a Gaza
L’8 gennaio 2024 Amedi stava prestando servizio come riservista nel Combat Engineering Corps israeliani quando un’esplosione nel campo profughi di Bureij, nel centro di Gaza, ha travolto il suo battaglione, uccidendo sei soldati e ferendo lui e molte altre persone.
L’attore ha raccontato al pubblico dell’Arena Pais del suo straziante viaggio allo Sheba Hospital, dove lui è arrivato ‘bruciato e sporco di fuliggine’ ed è stato subito sedato e intubato.
“Muori e poi, improvvisamente, ti viene concesso di nuovo il privilegio di vivere” ha ricordato Amedi. “E ringrazi Dio che la scheggia che ti ha colpito ha mancato la tua spina dorsale di due millimetri, così puoi tornare a camminare.”
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Insieme all’emozione di essere ancora vivo, nelle sue parole è emersa anche la rabbia per gli amici morti nell’esplosione: Alexei, Akiva, Gavriel ed Eliran, a cui ha dedicato il concerto a Gerusalemme.
Lo spettacolo a Gerusalemme
L’esibizione si è aperta con la preghiera Shehecheyanu, seguita dal debutto del nuovo singolo “Superman” che racconta la storia del suo eroico ma straziante percorso di recupero.
Appena arrivati ai loro posti, gli spettatori hanno trovato ad attenderli sulle sedie una spilla di Superman con una lettera scritta dal cantante: “sto scrivendo queste parole mesi prima del mio nuovo spettacolo con un milione di domande sul come farò a tornare sul palco. Vi ringrazio di essere qui.”
Tra i presenti al concerto ci sono stati anche 500 giovani dell’organizzazione “One Family” di Gerusalemme che negli ultimi mesi hanno perso i propri famigliari a causa della guerra contro Hamas.
Per rendere l’esibizione ancora più memorabile, Amedi ha selezionato un mix di nuovi singoli e vecchi successi, da lui chiamati ‘brani di perdita e di speranza, volti ad invitare il pubblico a cantare, piangere e ballare come se non ci fosse un domani’.
Nel corso del concerto il cantante, visibilmente emozionato, ha condiviso una rivelazione molto personale: poche settimane dopo essere stato rilasciato dal servizio di riserva aveva scritto il suo testamento alla moglie e ai figli.
Amedi ha anche annunciato che non tornerà per la quinta stagione di Fauda, preferendo dedicarsi alla sua carriera di autore musicale per scrivere canzoni che raccontino le sue esperienze post-belliche.
Rivolgendosi alle vedette dell’IDF, precedentemente tenute in ostaggio da Hamas ed oggi accolte personalmente dal cantante nella sezione VIP del concerto, Amedi ha detto: “vi voglio bene e sono felice che, come me, siate tornati a casa.”