“Se dice queste sei parole, cambieremo il mondo”

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“Ho chiesto ad Abu Mazen di rivolgersi al suo popolo” dicendo ” ‘accettero’ lo Stato ebraico di Israele. Se dice queste sei parole, cambieremo il mondo”.

La conferenza stampa di ieri, 13 giugno, a Roma , in occasione del vertice intergovernativo Italia-Israele, per Benjamin Netanyahu è stata anche l’occasione per riparlare del processo di pace in Medio Oriente. All’origine del conflitto israelo-palestinese – ha detto il primo ministro israeliano – “non sono gli insediamenti” di Israele nei Territori ma “il rifiuto dei palestinesi a riconoscere l’esistenza di uno Stato ebraico”.

Per Silvio Berlusconi le parole di Netanyahu sono state un assist perfetto non solo per ribadire che l’Italia non appoggerà la dichiarazione d’indipendenza dello Stato palestinese che Abu Mazen intenderebbe presentare all’assemblea generale dell’Onu il prossimo settembre, ma anche per rilanciare l’idea di una Conferenza di pace a Erice, in Sicilia.

“Se fosse possibile fare tutto questo in Sicilia, saremmo sicuramente d’accordo” ha risposto Netanyahu.
Ma la pace con i palestinesi non è il solo problema di Israele in questo momento. “Se Teheran andrà avanti con il suo programma nucleare ci sarà un “inverno iraniano” piuttosto che una “primavera araba”, ha osservato Netanyahu,  aggiungendo che bisogna “fare in modo che non succeda mai”. Netanyahu non ha escluso nemmeno l’opzione militare a questo fine, ricordando che nel 2003 Teheran interruppe il suo programma nucleare solo per il timore di un attacco militare americano.

Nel corso della conferenza stampa Netanyahu non ha mancato di sottolineare i buoni, gli ottimi rapporti che legano Italia e Israele. “Sei un caro amico di Israele e del popolo ebraico” ha detto inoltre il premier israeliano rivolgendosi a Berlusconi.

All’ordine del giorno della visita in Italia di Bibi e di nove ministri del suo governo, c’è la firma di otto accordi intergovernativi su questioni riguardanti la cultura, il lavoro, la ricerca scientifica, il turismo, e una dichiarazione congiunta in cui, tra l’altro, l’Italia “riafferma” la “sua ferma posizione contro ogni manifestazione di delegittimazione e boicottaggio contro Israele”.