L’Unesco riconosce le rovine vicino a Gerico come sito patrimonio dell’umanità in Palestina. L’ira di Israele

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di Redazione
Domenica 17 settembre una conferenza delle Nazioni Unite ha designato tredici nuovi siti da porre sotto l’egida del patrimonio dell’umanità, in Paesi come Iran, Cina, Etiopia, Azerbaijian. Fra questi ci sono anche le rovine vicino all’antica città di Gerico in Cisgiordania, riconosciute a Riad come “Sito Patrimonio dell’Umanità in Palestina”: una decisione, questa, che ha fatto arrabbiare Israele, che controlla il territorio e non riconosce uno stato palestinese. Lo riporta il Times of Israel.

Per il ministro degli Esteri Eli Cohen è l’ennesima “dimostrazione di come i palestinesi usano cinicamente l’Unesco e della politicizzazione della organizzazione” e per questo farà in modo “di cambiare la decisione distorta che è stata presa”.

Gerico è una delle più antiche città abitate ininterrottamente sulla terra e si trova in una parte della Cisgiordania amministrata dall’Autorità Palestinese. L’elenco si riferisce al vicino sito archeologico di Tel es-Sultan, che contiene rovine preistoriche risalenti al IX millennio a.C. (nella foto) e si trova fuori dall’antica città stessa.

La decisione è stata presa durante una riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale delle Nazioni Unite a Riad, in Arabia Saudita, sotto gli auspici dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

Israele ha lasciato l’UNESCO nel 2019, accusandola di essere prevenuta nei suoi confronti e di diminuire il suo legame con la Terra Santa.  Ma rimane parte della Convenzione sul Patrimonio Mondiale, tanto da avere inviato una delegazione all’incontro di Riyad.

Tell es-Sultan e Gerico

Tell es-Sultan, un tumulo di forma ovale, contiene prove di uno dei primi villaggi conosciuti dell’umanità e di un’importante città dell’età del bronzo risalente al 2600 a.C. Si trova a circa 2 chilometri (1,2 miglia) dai resti della prima città di Gerico, che contiene rovine importanti per la storia ebraica, tra cui una sinagoga risalente al I secolo a.C.

L’UNESCO, che si riferisce al sito come Antica Gerico/Tell es-Sultan, ha specificato che si tratta di due parti distinte. “La proprietà proposta per la candidatura è il sito archeologico preistorico di Tell es-Sultan situato al di fuori dell’antico sito di Gerico”, ha detto Ernesto Ottone, vicedirettore generale dell’UNESCO, durante l’incontro per discutere del sito. “Gli sviluppi storici successivi, che abbracciano millenni e sono dimostrati da resti materiali oltre i confini di Tell as-Sultan, costituiscono un ricco contesto culturale, degno di interesse storico e di conservazione, che copre, tra gli altri, il patrimonio ebraico e cristiano. Tuttavia, questo non è il focus della nomina proposta”.

Archeologia e conflitto

Il patrimonio storico è stato a lungo uno dei tanti punti critici del conflitto israelo-palestinese, con entrambe le parti che utilizzano l’archeologia e la conservazione per dimostrare quello che dicono sia il loro legame unico con la Terra Santa. Non tanti anni fa già la Grotta di Machpelà e il Monte del Tempio sono stati riconosciuti dall’Unesco come patrimonio mondiale in Palestina, scatenando l’ira di Israele, che ha così deciso, nel 2019, di lasciare l’Organizzazione.

L’Autorità Palestinese, riconosciuta dieci anni fa dalle Nazioni Unite come Stato osservatore non membro, ha accolto con favore la designazione di Tell es-Sultan. Il presidente Mahmoud Abbas ha affermato in una dichiarazione che “testimonia l’autenticità e la storia del popolo palestinese”, aggiungendo che “lo Stato di Palestina è impegnato a preservare questo sito unico a beneficio dell’umanità”.